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domenica 29 settembre 2013

Perchè dire no alla costruzione di nuove case


Suona strano detto da un geometra.

Eppure è un dato di fatto: siamo ormai giunti al punto di non ritorno.


Stop alla nuove costruzioni, è ora di riqualificare.

Occorre fermare le nuove costruzioni per puntare alla riqualificazione edilizia, energetica e urbanistica: “La crisi economica, gli obiettivi europei da raggiungere entro il 2020, il calo delle nuove costruzioni, il bisogno di risparmio delle famiglie e quello di far ripartire lo sviluppo impongono una svolta: quella di risistemare, riqualificare l’esistente e farlo velocemente", così si espresso Francesco Toso del CRESME, a Sassuolo durante convegno ‘Scenari internazionali per l’edilizia sostenibile e la rigenerazione urbana in chiave green’, nell’ambito del Festival green economy di distretto promosso da Confindustria ceramiche.


Oggi 2,5 milioni di edifici sono in uno stato pessimo o mediocre e quindi 30 milioni di abitazioni necessitano una riqualifica che, pure a livello economico, può portare sviluppo economico.

Le premesse per dare una svolta al mercato dell’edilizia ci sono e sarà interessante vedere se questa cultura innovativa dell’edilizia arriverà alle imprese, agli imprenditori e ai decisori politici.


Ma in poche parole, quale può essere il decalogo per il geometra ambientalista:

1. no alle nuove case, perché ce ne sono fin troppe già esistenti, invendute, sfitte e da ristrutturare (si parla di percentuali imbarazzanti di immobili "inutili");

2. no alle nuove case, perché la cementificazione del territorio riduce sempre più la superficie permeabile del terreno, riducendo quindi la ricarica delle acque sotterranee (sono anni che stiamo attingendo alle riserve di acque fossili, con gravi problemi di subsidenza);


3. no alle nuove case, perché il continuo rivestimento delle zone permeabili contribuisce ai dissesti idrogeologici verificatisi negli ultimi anni (frane, allagamenti, inondazioni...), senza considerare che la riduzione progressiva di terreno agricolo ci rende sempre più schiavi delle importazioni;

4. no alle nuove case, perché abbiamo un patrimonio edilizio esistente immenso da riqualificare, sia dal punto di vista energetico che sismico;

5. no alle nuove case, perché rischiano di divenire eco-mostri abbandonati a causa del fallimento delle imprese costruttrici (la bolla immobiliare è scoppiata, ora raccogliamo i cocci e ricominciamo dalla parte giusta);


6. si alla riqualificazione, perché possiamo dare il meglio per rendere efficiente un edificio (deve essere un impegno di tutti noi tecnici, quello di fornire sempre l'assistenza migliore e più qualificata);

7. si alla riqualificazione, perché le strutture pubbliche esistenti (scuole, comuni, biblioteche, palestre...) hanno necessità di grossi interventi e non è possibile pensare di cambiare fabbricato così come si cambia una giacca;

8. si alla riqualificazione, perché le infrastrutture esistenti (strade e fognature) non possono essere ampliate all'infinito per soddisfare la sete di nuove costruzioni;

9. si alla riqualificazione, perché deve essere uno slogan di stimolo anche per la pubblica amministrazione, che non può e non deve sempre contare sugli oneri delle nuove costruzioni per fare cassa;


10. si alla riqualificazione, per fare del bene all'ambiente, al nostro portafoglio e alle casse della pubblica amministrazione, perché nuove case vuol dire nuove spese.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per eventuali consulenze relative alla riqualificazione energetica o antisismica.

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