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mercoledì 30 ottobre 2013

Tutte le modifiche al Testo Unico sulla sicurezza

Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto-legge 21 giugno n. 69 (cosiddetto “Del Fare”), sono in vigore, definitivamente, le ultime modifiche al Testo unico sulla sicurezza.

Tali modifiche sono relative agli articoli 3, 6, 26, 27, 29, 31, 32, 37, 67, 71, 88, 225, 240, 250 e 277 ed è stato inserito l’articolo 104-bis rubricato “Misure di semplificazione nei cantieri temporanei e mobili”.

Le modifiche introdotte dal decreto-legge cosiddetto “Del Fare” nel testo convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, sono evidenziate nel testo aggiornato ed integrale del Testo unico sulla sicurezza, scaricabile registrandosi nel sito Lavoripubblici.it.


Tra le modifiche segnaliamo quelle introdotte nell’art. 88 con cui è prevista l'esclusione dal campo di applicazione della disciplina dei "piccoli lavori la cui durata presunta non è superiore ai dieci uomini-giorno, finalizzati alla realizzazione o manutenzione delle infrastrutture per servizi" e quelle contenute nel nuovo articolo 104-bis con cui è prevista: 
- la semplificazione del piano operativo di sicurezza (Pos), previsto dagli articoli 89, comma 1, lett. h) e 96 comma 1, lett. g) del D.Lgs. 9.4.2008, n. 81;
- la semplificazione del piano di sicurezza e di coordinamento (Psc) di cui all’art. 100, comma 1 del D.lgs. n. 81/2008 e del "fascicolo dell'opera", di cui all'art. 91, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008. 


I modelli semplificati relativamente ai documenti descritti saranno individuati da un Decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare sentita la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Il testo aggiornato ed integrale del D.Lgs. n. 81/2008 ma, anche, il testo originario degli articoli del Testu unico sicurezza, interessati dalle modifiche con a fianco il testo con le modifiche introdotte dal decreto-legge n. 69/2013 coordinato con la legge di conversione 9 agosto 2013, n. 98 sono scaricabili registrandosi nel sito Lavoripubblici.it.

Fonte: Lavoripubblici.it, leggi QUI.


Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per eventuali approfondimenti.

mercoledì 23 ottobre 2013

Comune di Castel San Pietro Terme: in scadenza il termine per le osservazioni al nuovo PSC

Si riporta il comunicato ufficiale pubblicato sul bollettino della Regione Emilia Romagna:


Con deliberazione del Consiglio comunale n. 72 dell'1/8/2013 sono stati adottati ai sensi della L.R. 20/00 e s.m. rispettivamente il Piano strutturale comunale (PSC), il Regolamento urbanistico edilizio (RUE) con effetti di Variante al PTCP limitatamente ad elementi presenti nel territorio comunale e, ai sensi della L.R. 15/2001 e s.m. il Piano di classificazione acustica comunale, specificando che la stessa è pubblicata all'albo pretorio comunale on line dal 9/8/2013 e sarà esecutiva dal 20/8/2013.

Tutti gli elaborati sono depositati presso il Comune, Servizio Edilizia e Territorio - Piazza XX Settembre n. 3 - 2° piano - dal 28 agosto 2013 al 26 ottobre 2013, nei giorni di lunedì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e giovedì dalle ore 15 alle ore 17.45, e sono consultabili nel sito internet di questa Amministrazione e del Nuovo Circondario Imolese agli indirizzi: http://www.comune.castelsanpietroterme.bo.it e http://www.nuovocircondarioimolese.it

Tutti gli elaborati sono inoltre depositati presso la sede della Provincia di Bologna e della Regione Emilia-Romagna.

Le osservazioni redatte in carta semplice, che saranno valutate prima dell’approvazione definitiva, possono essere presentate entro e non oltre il 26 ottobre 2013 in n. 5 copie sulla modulistica reperibile nel sito del Comune da: enti, organismi pubblici, associazioni economiche e sociali e quelle costituite per la tutela degli interessi diffusi, e singoli cittadini nei confronti dei quali le previsioni del Piano strutturale comunale (PSC) sono destinate a produrre effetti diretti, chiunque nei confronti del Piano di classificazione acustica comunale (CA) e del Regolamento urbanistico edilizio (RUE) adottati.

Ai fini della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), gli elaborati sono completi della Valsat/Rapporto ambientale e della sintesi non tecnica e chiunque può fornire osservazioni e ulteriori elementi conoscitivi e valutativi ai sensi delle disposizioni di cui all’art. 14 DLgs 152/06 e succ. mod.

*   *   *


Ancora una volta si assiste ad una forte componente speculativa, moltissime le nuove costruzioni previste da PSC, praticamente inesistente la riqualificazione, lo sviluppo ed il recupero dell'edificato esistente.

Resta poi molto discutibile portare in approvazione un tale stravolgimento del territorio da parte di una giunta a fine mandato, scaricando quindi problemi e criticità a chi verrà poi.

Sulle motivazioni circa il perché dire no alla costruzione di nuove case si rimanda a precedente post, pubblicato sempre su questo blog, visibile QUI.

Siamo dispiaciuti dal non aver potuto pubblicizzare prima questa scadenza, si consiglia comunque l'invio al comune di tutte le osservazioni ritenute pertinenti.

mercoledì 16 ottobre 2013

Eolico domestico o minieolico: quali sono le offerte sul mercato?

La ricerca di fonti energetiche alternative e pulite spinge a progettare soluzioni sempre più innovative adattabili soprattutto alla dimensione domestica, dove la necessità di ottimizzare i consumi è una prerogativa fondamentale del moderno modo di concepire gli immobili destinati all’uso abitativo. In tal senso, l’eolico rappresenta una delle risorse energetiche più adatte alla definizione di impianti e sistemi di accumulo di ultima generazione, declinabili anche su scala ridotta e quindi facilmente adeguabili alle singole abitazioni.

Parliamo dei cosiddetti sistemi di mini e micro eolico ad uso domestico, noti anche come eolico domestico, impianti dai prezzi relativamente contenuti grazie anche ai piani di incentivazione statale messi in campo dall’UE e recepiti dai governi degli Stati membri.

Il mercato italiano, come vedremo, propone una discreta gamma di aerogeneratori di piccola taglia. Il prezzo medio è molto variabile, ma il parametro che incide maggiormente sul costo finale è senza dubbio la potenza (espressa in Watt) dell’impianto installato.

Una delle ultima novità nel filone del minieolico era stata presentata di recente al World Clima Summit di Cancun dal team dell’imprenditore californiano Dan Bates. Si tratta di TurboMill, una turbina eolica verticale dalle dimensioni estremamente ridotte (1 metro per 1 metro) installabile sul tetto di una casa e collegabile con un cavo ad una normale presa elettrica il cui prezzo è di soli 500 dollari. Grazie a questa rivoluzionaria invenzione, qualsiasi presa di corrente è potenzialmente in grado di trasformarsi in un piccolo generato privato di energia diffusa, distribuita direttamente all’impianto domestico. Una soluzione performante anche in condizioni di vento minime poiché dotata di un sistema modulare di turbine collegabili fra loro per scalare la potenza.

Anche Enel Green Power (http://www.enelgreenpower.com/it-IT/) propone una serie di soluzioni ‘chiavi in mano’ per portare l’energia eolica nelle case, grazie alla divisione specializzata Enel.si. Si tratta di impianti dalla potenza media pari a 400 watt destinati prevalentemente ad un uso residenziale ma declinabili anche in contesti più ampi, installabili sia sul tetto che su terreni liberi. L’aereogeneratore Pramac (prodotto dall’omonima azienda di Casole d’Elsa) è alto 3 metri (ma si possono avere pali di altezza inferiore), collegabile alla presa elettrica e dotato di tutti gli accessori necessari al completamento dell’impianto. Il costo finale (Iva inclusa) è di 4.240,00 euro. Registrandosi al sito di Enel, inoltre, è possibile accedere ad un simulatore di impianto in grado di guidare l’utente alla definizione della soluzione ideale per la propria abitazione.

Tra le aziende nostrane approdate alla green economy spicca la vicentina Enervolt (http://www.enervolt.biz/), il cui prodotto di punta è una turbina ad asse verticale denominata ‘Forza 7’: un mini impianto eolico verticale disponibile in tre potenze (3w, 3.2w e 5 w). Le caratteristiche vincenti di questa turbina sono l’estrema silenziosità che ne permette l’installazione praticamente ovunque; la capacità di produrre energia indipendentemente dalla direzione del vento e l’avviamento autonomo e a bassa velocità.

Concludiamo con la già citata Pramac, azienda senese che sviluppa, progetta e commercializza in tutto il mondo gruppi elettrogeni e moduli fotovoltaici made in Italy. Non molto tempo fa la società ha lanciato sul mercato ‘Revolutionair’, la nuova linea di microturbine eoliche disegnate dal noto architetto Philippe Starck (VEDI APPROFONDIMENTO). Come suggerisce il suo stesso nome, la microturbina di Pramac è rivoluzionaria sia per il design che gli conferisce una particolare forma elicoidale, sia per la possibilità di essere applicata a qualsiasi edificio a un costo che varia dai 2.500 ai 3.500 euro.

Infine, MAIA di Interwind (http://www.interwind.it/) un altro micro-generatore eolico, di piccola taglia, disponibile in due versioni, da 1,5 e 3 kW.

In base agli incentivi statali messi in campo per favorire la diffusione del mini e micro eolico per impianti connessi alla rete elettrica domestica e con potenza compresa tra 1 e 200 kw, è possibile fruire di un contributo pari a 0,30 centesimi per ogni kWt prodotto e immesso in rete nei primi 15 anni di operatività dell’impianto, al termine dei quali l’energia prodotta potrà essere venduta. In alternativa si può beneficiare del cosiddetto ‘scambio sul posto’, meccanismo che consente di saldare su base annuale l’ammontare di energia elettrica immessa in rete e di energia elettrica prelevata dalla rete.

Articoli correlati:
Revolution air: la pala eolica domestica della Pramac
Come installare un mini impianto eolico per uso domestico
Energia Eolica: come funziona e quali i vantaggi?

Fonte: TuttoGreen, leggi QUI.

giovedì 10 ottobre 2013

Uno studio Anie Energia sui sitemi di accumulo nel residenziale

500 milioni di euro annui risparmiati dai proprietari degli impianti fotovoltaici e importanti benefici per il sistema elettrico, questo il dato più importante che emerge dallo studio nazionale sui benefici dei sistemi di accumulo elettrochimico, per il sistema elettrico e per l'utente finale, “Residential Electrical Storage Systems”, presentato di recente da Anie Energia.

Lo studio sottolinea che l'adozione dei sistemi di accumulo, tecnologia che permette di immagazzinare l'energia prodotta in eccesso durante il giorno per poi utilizzarla quando serve, permetterebbe un aumento dell'autoconsumo dell’energia fotovoltaica dal 30% al 70%, con chiari benefici per i proprietari degli impianti.

Con la fine del V Conto Energia e delle tariffe incentivanti, l'adozione di tali sistemi permetterebbe un nuovo impulso al fotovoltaico e faciliterebbe il raggiungimento della grid parity, considerando soprattutto che si prevede che il costo delle batterie nei prossimi 3/5 anni diminuirà di circa il 50%.

Inoltre il Rapporto evidenzia che la diffusione dei sistemi di accumulo associati a impianti fotovoltaici permette un incremento dell’occupazione nel paese, grazie alla creazione di una filiera interna dei sistemi di accumulo e il supporto alla filiera fotovoltaica.
Lo studio Anie ipotizza uno scenario di penetrazione dei sistemi di accumulo del 20%, quindi 5 milioni di impianti fotovoltaici a fronte dei 25 milioni di famiglie italiane. "Il risparmio maggiore - si legge in una nota - deriverebbe dalla riduzione dell’energia tagliata a causa di overgeneration, eccesso di generazione sulla domanda, quantificata in 234,4 milioni di euro, subito seguito dai 147,1 milioni risparmiati dalla riduzione di capacità termoelettrica derivante dal livellamento del picco di domanda serale di energia. Si aggira intorno a 72,8 milioni invece il taglio dei costi derivanti dall’investment deferral sulla rete di distribuzione dovuta alla riduzione della potenza richiesta, senza contare poi il risparmio generato dalla riduzione delle perdite di rete (quantificato in 17,4 milioni) e dalla diminuzione delle emissioni di CO2 (43,1 milioni)".

"La forte crescita del fotovoltaico e delle altre fonti rinnovabili incentivate –dichiara Nicola Cosciani, Presidente del Gruppo Sistemi di Accumulo di ANIE Energia – è un risultato sorprendente che proietta l’Italia oltre gli obiettivi europei del 2020. È necessario ora capitalizzare gli investimenti fatti, gestire al meglio grandi quantità di elettricità non programmabile e sfruttare tutte le potenzialità dei sistemi di accumulo con l’obiettivo primario di ridurre la bolletta energetica per i cittadini e le imprese".

Il Presidente di Anie Confinustria Claudio Andrea Gemme, nel suo intervento ha sottolineato che la tecnologia dei sistemi di accumulo è ancora sperimentale ma si sta velocemente sviluppando, è però necessario prevedere un programma di sostegno da parte del Governo a supporto della ricerca di nuove tecnologie e regolamentare in tempi brevi le norme di riferimento per sostenerne la diffusione anche attraverso inentivi temporanei, seguendo l'esempio di altri paesi europei."Esistono esempi di realtà, - ha sottolineato Gemme - come Germania e USA, che riconoscono l’importanza di una corretta diffusione di sistemi di accumulo domestici e già si sono mossi per prevedere facilitazioni per la loro installazione. ANIE auspica che entro breve anche l’Italia possa dotarsi di una normativa di riferimento specifica".

Attualmente la normativa infatti non regolamenta direttamente i sistemi di accumulo domestici, ma sta evolvendo nella direzione di attribuire ai produttori rinnovabili parte degli oneri di gestione delle FER.

Le norme tecniche in essere CEI 0-21 e CEI 0-16 non vietano l’installazione di sistemi di accumulo, ma non introducono regole precise di connessione creando una situazione di incertezza che blocca gli investimenti, lo Studio sottolinea dunque che è necessario che il comitato tecnico 316 del CEI definisca, in accordo con il neonato comitato tecnico 120, delle regole tecniche specifiche per la connessione dei sistemi di accumulo alla rete.

Fonte: Infobuildenergia, leggi QUI.