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martedì 14 gennaio 2020

I vantaggi delle case prefabbricate

Case prefabbricate tra passato e presente

Un tempo si associavano le case prefabbricate ai container utilizzati per le situazioni di emergenza, o ai casermoni senza forma del tipo di quelli che troviamo ancora oggi nelle zone colpite dal terremoto dell’80, che imbruttiscono le nostre periferie, oltre a dare un senso di fatiscenza e trascuratezza.

In effetti, le case prefabbricate si sono diffuse a partire dalla seconda metà del Novecento, in virtù del fatto che questa tecnologia è stata ampiamente impiegata tra gli anni Cinquanta e Sessanta per la ricostruzione delle città distrutte dalla seconda guerra mondiale.

Oggi, grazie alle nuove tecnologie, non dobbiamo più fare questo tipo di associazione, in quanto casa prefabbricata è diventata sinonimo di tutti i vantaggi che la sua adozione può comportare, con svantaggi nulli.

L’estetica delle case prefabbricate

Le case prefabbricate sono realizzate secondo una logica di serialità e standardizzazione dei componenti, così come si fa nei normali processi industriali, ma soprattutto si progetta tutto fin dal principio, azzerando quelli che normalmente in edilizia vengono definiti come "imprevisti".

Nonostante ciò, la tecnologia più attuale consente di realizzare delle case che non sono tutte uguali, come si potrebbe pensare, ma anzi, si possono costruire in laboratorio pezzi tutti uguali che però poi verranno assemblati in modo differente sul posto, sulla base di un progetto unico e più complesso.

I vantaggi delle case prefabbricate

I vantaggi dell’impiego di questa tecnica costruttiva sono molteplici e vanno dalla maggiore economicità, anche se non deve essere questa la leva principale per incentivare tale scelta, alla maggiore attenzione per l’ambiente, alla garanzia di stabilità e solidità antisismica, alle elevate qualità di isolamento termico, nonchè alla durata, alla salubrità e al comfort abitativo, doti queste ineguagliabili.

Rapidità di esecuzione e vantaggi economici

Innanzitutto una casa realizzata con componenti tutti seriali consente una riduzione degli imprevisti, in quanto tutto viene progettato prima dell’avvio del cantiere fin nei minimi particolari, e una riduzione quindi dei tempi di realizzazione.

Ciò comporta vantaggi anche economici, in primis perché non si hanno sorprese finali, come accade nell’edilizia tradizionale, dove sempre più spesso il preventivo dell’impresa di costruzione ha una percentuale di variazione a consuntivo che in alcuni casi può diventare insostenibile.

A questo si aggiunga che la maggiore durata di un cantiere comporta anche maggiori spese di mantenimento dello stesso, oltre che spese per il cliente che magari è in affitto e in attesa che gli venga consegnata la nuova abitazione, nonchè rischi intrinsechi legati direttamente alla durata.

In genere, una casa prefabbricata può essere realizzata anche in tre mesi, non tenendo conto, però, dei tempi burocratici di approvazione dei titoli edilizi.

Efficienza e sostenibilità di una casa prefabbricata

Un argomento che sempre più spesso fa breccia nel cuore dei clienti è l’attenzione all'ambiente, in questi termini infatti una casa prefabbricata è molto all'avanguardia.

Il materiale più utilizzato nella costruzione di case prefabbricate è il legno, materiale con notevoli vantaggi in termini di prestazioni energetiche e durabilità.

Grazie, inoltre, al fatto che viene lasciato poco margine all'imprevisto, tutto viene realizzato in modo controllato, con un notevole risparmio di risorse ed energia per la produzione, anche per questo tali case si prestano più facilmente a soddisfare i requisiti delle Passivhaus.

Le case realizzate in legno sono anche delle vere e proprie macchine ecologiche, in quanto esse sono dei serbatoi di carbonio, bloccando la CO2 accumulata negli alberi.

Il legno, infine, ha un elevato potere isolante, sia da un punto di vista termico che da un punto di vista acustico, pertanto anche la struttura contribuisce all'isolamento del fabbricato.

Quando la costruzione avrà terminato la sua vita utile, i componenti, per lo più assemblati a secco, possono essere smontati e riutilizzati nella logica perfetta del cradle to cradle: il legno può avere infatti molteplici reimpieghi.

Case prefabbricate: resistenza e stabilità

Le case prefabbricate in legno garantiscono una elevata sicurezza antisismica rispetto alle strutture tradizionali e un’ottima resistenza al fuoco, contrariamente a quanto si è portati a pensare, grazie alle caratteristiche proprie del legno.

Comfort abitativo e salubrità di un ambiente prefabbricato

Quando parliamo di comfort abitativo non ci riferiamo solo a quello termoacustico, sul quale già abbiamo detto che le case prefabbricate offrono notevoli vantaggi grazie ai materiali di cui sono costituite, ma comfort si riferisce anche all’esperienza che un utente fa degli spazi e le case prefabbricate in legno offrono tanto anche rispetto a questo parametro, in quanto il legno, con il suo profumo e il suo colore, quando viene lasciato al naturale, crea sicuramente un ambiente propizio affinché chi vive gli spazi si senta bene accolto.

Rispetto alla salubrità degli ambienti, poi, il fatto che queste costruzioni siano realizzate prevalentemente a secco, determina l’eliminazione di collanti e sostanze varie che sono nemici invisibili, causa della sindrome da edificio malato e dell’inquinamento indoor.

A ciò si aggiunge inoltre che, nel caso del legno, il microclima interno è ideale anche dal punto di vista dell’umidità.

Infine, nelle case prefabbricate in legno si ha una maggiore possibilità di prevedere sin dall’inizio un isolamento adeguato che elimina definitivamente i ponti termici, causa, tra le altre cose, anche della formazione di muffe, umidità e ingresso di allergeni; sempre il legno poi, d’altro canto, grazie alla sua capacità di assorbire e restituire l’umidità, è un ottimo regolatore ambientale.

Flessibilità e customer experience

Grande attenzione oggi si ha per la soddisfazione del cliente e con una casa prefabbricata questa può essere raggiunta ancora più facilmente, grazie al fatto che questi partecipa ancora più attivamente a tutte le fasi della realizzazione della sua abitazione.

Inoltre, grazie alla flessibilità degli spazi, garantita anche dalla struttura delle pareti interne, si riesce più facilmente a soddisfare tutte le richieste del cliente.

Case prefabbricate in legno

Da quanto fin qui detto si possono comprendere bene le caratteristiche e i vantaggi offerti dalle case prefabbricate in legno.

Tra i maggiori costruttori di case in legno oggi abbiamo varie aziende a livello nazionale che assicurano un uso sapiente del legno, grazie al fatto che si servono di materiali provenienti da un sistema di gestione forestale controllato. 

Le case sono realizzate con l’impiego di legno, sughero e fibre di legno tenero, tutti materiali caratterizzati da durata, rinnovabilità, ottime proprietà di isolamento termico e acustico e sostenibilità.

In particolare Vario Haus realizza case prefabbricate in legno, di cui esalta l’unicità, la sicurezza e il comfort.

Case prefabbricate prezzi

Per quanto riguarda i costi di una casa prefabbricata, si è già detto dei vantaggi in termini economici che questa tecnica costruttiva offre.

A questi va aggiunto che il costo di realizzazione è inferiore rispetto a quello delle case tradizionali, con una percentuale che nel caso del legno è di circa 20-30%.

Per l’anno 2019 si è valutato che una casa prefabbricata in legno possa costare all'incirca dai 1200 ai 1600 euro al mq, chiavi in mano (ovviamente escluso l'acquisto del terreno o del fabbricato da demolire e ricostruire).

Bisogna poi tenere conto di tutti i risparmi in bolletta che una casa prefabbricata comporta, essendo, come si è visto, più efficiente energeticamente rispetto all’edilizia convenzionale.

Infine, anche i costi di manutenzione sono ridotti, dal momento che per una casa in legno ad esempio, qualora questo materiale venisse sottoposto a particolari trattamenti a crudo, la manutenzione, per altro solo nelle porzioni a vista, viene richiesta ogni 5-10 anni.

Fonte: Lavorincasa.it, leggi QUI.

Per ulteriori approfondimenti o consulenze contatta ECOGEOM S.r.l.

mercoledì 16 aprile 2014

Come ristrutturare casa e risparmiare rispettando l’ambiente

Prima o poi tutti si trovano a dover affrontare delle spese per ristrutturare la propria casa. Ecco come risparmiare puntando sull’efficienza energetica.

Quando si acquista la propria casa, ai nostri occhi sembra perfetta. Dopo qualche anno, però, possono emergere alcuni problemi, ad esempio legati all’isolamento termico dell’edificio. Nonostante comportino una spesa anche elevata, queste problematiche vanno affrontate, anche perché isolando termicamente la propria casa è possibile risparmiare notevolmente sui consumi per il riscaldamento.

Inoltre, chi ristrutturerà la propria casa con lavori finalizzati ad isolare termicamente l’edificio e a renderlo efficiente dal punto di vista energetico, potrà approfittare della proroga degli ecobonus decisa con l’approvazione della Legge di Stabilità.

Per le spese sostenute da giugno 2013 a dicembre 2014 per l’efficientamento energetico della propria casa si potrà usufruire di una detrazione fiscale pari al 65%, mentre per quelle sostenute a partire dal 2015 la detrazione fiscale si ridurrà al 50%.

Vediamo quindi quali sono i punti fondamentali da seguire se si vuole ristrutturare la propria casa secondo principi di ecosostenibilità e risparmio energetico, approfittando così degli ecobonus e contribuendo in prima persona alla tutela dell’ambiente.

Innanzitutto è fondamentale scegliere i materiali che si utilizzeranno. Ovviamente si dovrà optare per materiali di prima scelta: se la spesa iniziale sarà più elevata, si eviterà di dover intervenire nuovamente in futuro su quanto fatto e quindi si risparmierà sui costi di manutenzione.

La scelta cambierà anche in base a come vogliamo utilizzare l’abitazione da ristrutturare: se abbiamo intenzione di venderla a breve, sarà preferibile optare per colori neutri, mentre se la casa rimarrà in nostro possesso dovremmo individuare con attenzione cosa sostituire e cosa mantenere inalterato, così da ammortizzare i costi.

In particolare, fate attenzione alla composizione delle sostanze presenti nei materiali acquistati, che devono essere assolutamente atossici. Ad esempio la formaldeide, abbondantemente presente nelle moquette o in alcuni materiali isolanti, è fortemente tossica e viene rilasciata dai materiali in cui è contenuta nel corso degli anni, con rischi anche gravi per la salute.

Sono pericolose per l’ambiente, invece, i composti organici volatili, meglio conosciuti come VOC, presenti in vernici e collanti per i pavimenti. Sarebbe quindi opportuno acquistare isolanti naturali in fibra di cotone, oppure moquette organiche e vernici a base d’acqua.

L’inquinamento ambientale è anche provocato dai trasporti: scegliere materiali a chilometro zero, prodotti localmente, è sicuramente un modo per contribuire alla riduzione della dispersione di carbonio nell’ambiente.

Inoltre, non bisogna dimenticare che i lavori di ristrutturazione producono rifiuti, in media 115 chilogrammi di materiale di scarto per ogni metro quadrato. Se la produzione di rifiuti è un fatto inevitabile, è importante smaltirli correttamente per evitare che inquinino il territorio: esistono delle ditte che si occupano specificatamente di questo, ritirando elettrodomestici o vecchi cablaggi. Inoltre lo smaltimento di vecchi computer, frigoriferi e lavatrici è a carico del venditore, che dovrà essere contattato nel caso si vogliano sostituire questi apparecchi.

Infine un ultimo consiglio, che farà bene sia all’ambiente che al portafoglio. Spesso non è necessario rifare tutto da capo: molte volte è sufficiente attuare piccoli cambiamenti per avere la sensazione di trovarsi in una casa del tutto nuova. Invece di demolire parti delle casa e gettare i mobili, si può svecchiare e restaurare, anche con le tecniche del fai da te.

Fonte: infobuildenergia, leggi QUI.

martedì 3 settembre 2013

Creare milioni di posti di lavoro è possibile

La “blue economy” per reagire
alla crisi economica ed ambientale

Ispirarsi alla natura per ridurre l’inquinamento e creare milioni di posti di lavoro è possibile. Parola di Gunter Pauli, ideatore della “economia blu”.

Ispirarsi alla natura per ridurre l’inquinamento e creare milioni di posti di lavoro è possibile. Parola di Gunter Pauli, ideatore dell’economia blu: uno sviluppo della green economy che punta alla sostenibilità attraverso la
trasformazione in merce redditizia di materiali e sostanze generalmente
sprecati. Se ne è parlato presso il World environment education congress
(Weec), tenutosi a Marrakesh dal 9 al 14 giugno: obiettivo della blue economy
non è ridurre le emissioni di CO2, ma addirittura azzerarle. Per farlo,
l’economista belga non propone di investire più denaro nella tutela
dell’ambiente, ma di sfruttare da subito le innovazioni che, in ogni settore,
utilizzando sostanze già presenti in natura permettono di effettuare minori
investimenti. Un processo virtuoso che può ridare ossigeno all’economia
globale, ma che potrà essere realizzato solamente se si rivedrà daccapo il
sistema educativo. Secondo Pauli, infatti, è folle continuare a non dare alla
natura l’importanza che ha. Ma ancor più lo è un’istruzione che non
permette ai giovani di immaginare un mondo diverso.

Cosa hanno in comune il cuore di una balena, il manto di una zebra e le zampe
di un geco? Sanno sfruttare in modo efficiente ciò che la natura gli offre.
Proprio come la blue economy, idea sviluppata e presentata nell’omonimo best
seller dal docente universitario Gunter Pauli. Che, in un appassionato
intervento presso la settima edizione del Weec, ha spiegato come si può
passare dalla società e dall’economia della scarsità a quelle
dell’abbondanza solamente “con ciò che già abbiamo”. In pratica,
assicura Pauli, con l’economia blu si otterrebbero benefici sia a livello
sociale che finanziario, se solo si utilizzassero soluzioni scientifiche open
source basate su processi fisici comuni nel mondo naturale.

Prima è però necessario gettare nuove basi culturali, e con esse un nuovo
approccio con la natura e con l’economia, che solo l’educazione ambientale
potrà offrire. Una formazione diversa, che ignori l’importanza data
oggigiorno ai titoli di studio: “Dimentichiamo i diplomi e le lauree, il
futuro è nell’intelligenza emotiva”, osserva il professore: “Serve
imparare ciò di cui non troviamo le risposte su Google o Wikipedia,
sviluppando la capacità di porre domande nuove. Ma, per farlo - aggiunge -
dobbiamo ridare ai giovani la sicurezza in se stessi”.

Per l’economista sono proprio i giovani che possono cambiare in meglio le
cose, anche senza soldi e senza esperienza. Come? “Tornando a sviluppare la
propria immaginazione”. Anzi, “la precondizione per rilanciare l’economia
è proprio la mancanza di esperienza in questo tipo di sistema”, chiosa
Pauli: “Altrimenti si cadrebbe negli stessi errori già fatti”. E cita
l’esempio della Spagna, dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli
ben superiori a quelli già da record italiani: lì, spiega Pauli, il primo
passo per uscire dalla crisi dovrà essere il riportare le nuove generazioni a
credere di potercela fare. Il secondo, sviluppare le tecnologie efficienti che,
sia dal punto di vista ambientale che economico, sono le uniche a garantirci un
futuro.

Le idee di Gunter Pauli, in effetti, hanno caratterizzato l’intero Congresso
mondiale sull’educazione ambientale. Non solo per la massiccia presenza di
ragazzi di ogni età a cui sono stati dedicati una gran quantità di workshop
ed altri eventi, ma anche perché il messaggio dato dai relatori agli oltre
2400 partecipanti provenienti da ben 150 Paesi è stato lo stesso che dà
l’economia blu: impariamo dalla natura. Un concetto ribadito anche da
un’altra importante ospite del Weec, Vandana Shiva, che durante il discorso
di chiusura dell’evento (organizzato dall’Istituto per l’Ambiente e
l’Educazione Scholé Futuro di Torino con la Fondazione Mohammed VI per la
protezione dell’ambiente di Rabat) ha ricordato a tutti i presenti quanto la
natura, ben più di esperti e scienziati, sia la vera maestra se si vuole
re-imparare non solo a vivere con essa, ma anche fra di noi, “riportandoci a
tessere i legami sociali che si sono sciolti negli ultimi decenni”.

Fonte: La Stampa, leggi QUI.

mercoledì 7 agosto 2013

Chiesaecologica, progetto di ricerca sulla sostenibilità ambientale nella Chiesa

Cesab, Centro di ricerche in scienze ambientali e biotecnologie, la Facoltà di bioetica dell'Ateneo pontificio Regina Apostolorum, la Facoltà di scienze della comunicazione dell'Università Lumsa, promuovono il progetto di ricerca Chiesa ecologica, sostenuto dalla pastorale universitaria del Vicariato di Roma e dalle società Metaenergia e Tegma.

Obiettivo del progetto è comprendere quanto sono ecologicamente sostenibili le parrocchie italiane, attraverso un'analisi dell'approccio ai temi dell'ecologia, umana e naturale, e della sostenibilità ambientale da parte dei parroci e del mondo cattolico che ruota attorno alle parrocchie italiane.
"E' un'attività di ricerca che a questo livello non è stata ma realizzata in Italia e nel mondo - ha detto il professor Ercole Amato, presidente del Cesab - Ma è fondamentale per comprendere bene quale sia il livello di diffusione tra le comunità parrocchiali dei concetti relativi alla salvaguardia del creato e all’ecologia umana, secondo gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa, stimolando i parroci ad applicare tali concetti nel concreto attivando processi virtuosi nella gestione dei beni ecclesiastici. Non ci concentreremo solo sulle parrocchie ma anche sui centri della sanità religiosa, sulle scuole cattoliche, sulle case per ferie e sui centri di aggregazione. Chiederemo ai parroci quale attenzione ripongono alle tematiche ambientali durante il loro apostolato, e quale approccio abbiano le comunità parrocchiali rispetto all’ambiente e all’ecologia. Siamo convinti che questa fase di studio - sia comunicativo sia pratico, svolta direttamente nella struttura ecclesiastica - fornirà una fotografia molto chiara sul rapporto tra Chiesa e ambiente".

L'iniziativa è patrocinata dalle società Tegma spa e Metaenergia spa,che ha finanziato il percorso di ricerca.
“La sostenibilità ambientale ed energetica – ha dichiarato Maurizio Molinari, presidente e amministratore delegato di Metaenergia Spa - è diventata una tematica molto discussa e per alcuni settori si è rivelata una strategia vincente, soprattutto dal punto di vista economico. E’ quindi indispensabile, alla luce delle direttive europee e dei nuovi obiettivi imposti ma anche del rispetto di quanto contenuto nell’ultima enciclica, avviare una pianificazione per procedere con effettiva decisione all’avvio di una fase di ottimizzazione nella gestione del patrimonio immobiliare ecclesiastico”.
“Tegma Spa ha fatto propri quelli che sono i concetti ormai comunemente diffusi per chi ha deciso di occuparsi di sostenibilità ambientale, cercando con i propri progetti di ottenere significative riduzioni in ambito energetico e per quanto concerne l’emissione di anidride carbonica in atmosfera - ha spiegato Antonio Tucciarone, presidente e amministratore delegato di Tegma Spa - A tal proposito, Tegma ritiene che il valore da riconoscersi in modo principale alle attività di efficientamento energetico è quello sociale, considerata l’importanza della tutela delle comunità locali nel settore dell’autosufficienza energetica e quindi del risparmio di risorse economiche, che possono essere così utilizzate in altri progetti ad alto valore sociale. Su questi concetti, Tegma ha sviluppato in America Latina, in collaborazione con le autorità locali, un progetto di sviluppo di green energy che presenta un altissimo coinvolgimento di comunità locali, portando un forte sviluppo economico di aree depresse. Tali progetti rappresentano per Tegma un principio di impresa etica”.

Fonte: Infobuldenergia, leggi QUI.