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Visualizzazione post con etichetta risparmio energetico. Mostra tutti i post
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lunedì 11 dicembre 2017

Verifica termografica degli edifici: accertare le reali perdite è importante

Il rilievo termografico di un edificio è una tecnica ormai consolidata che, attraverso l'utilizzo di una telecamera che rileva i raggi infrarossi, permette di misurare la temperatura delle superfici (dell'involucro degli edifici, in particolare), al fine di visualizzare l'energia termica emessa.

Ogni porzione di un oggetto e, in particolare, di un edificio, verrà visualizzata con un colore diverso in funzione della sua temperatura.

Quando questo viene fatto in una facciata di un edificio, nel periodo invernale, si riesce a rilevare con puntualità:

- quanto calore disperdono, nei mesi invernali, le proprie abitazioni;
- quali sono i punti di dispersione più critici (ponti termici) su cui intervenire (anche per - evitare condense e muffe);
- la qualità dell'isolamento presente ed eventuali difetti nello stesso;
- la qualità della coibentazione ed eventuali perdite della distribuzione dell'impianto termico;
- accertare la reale bontà di un lavoro di isolamento termico (coibentazione interna o esterna, sostituzione degli infissi, impianto di condizionamento o riscaldamento) eseguito di recente.

Le immagini ricavate dall'indagine verranno poi rilasciate al committente (privato o amministratore di condominio) che ne ha fatto richiesta; sulla base di queste si potrà poi procedere ad una vera e propria diagnosi energetica dell'edificio e/o progettare eventuali interventi di efficientamento energetico (tali interventi sono detraibili dalle imposte con percentuali variabili.

Per poter essere efficaci, le indagini potranno avvenire solo nei periodi di accensione del riscaldamento, preferibilmente nei momenti in cui la temperatura esterna è più rigida.

Nel caso di condomini, è preferibile che l'indagine venga richiesta dall'amministratore di condominio per l'intero edificio.

Per ulteriori approfondimenti o consulenze contatta ECOGEOM S.r.l.

venerdì 22 settembre 2017

Materiali edilizi, come scegliere quelli sostenibili

Costruire un edificio rispettoso dell'ambiente non significa solo ridurre al minimo i consumi energetici per il suo funzionamento. Assumere consapevolezza nella scelta dei materiali con cui costruiamo le nostre casa è possibile e sarà d'aiuto sia all'ambiente che al nostro benessere.

In una progettazione consapevole e attenta al risparmio energetico è molto importante non dimenticare che oltre all'energia primaria per il funzionamento dell'edificio, anche i materiali hanno un grande impatto sull'ambiente.

La scelta dei materiali non è da sottovalutare. 

Ma come si può sapere, nel momento in cui si deve scegliere, quanto un materiale è sostenibile? È fondamentale conoscere tutte le caratteristiche, dalla fase di produzione alla fase di smaltimento.

L'energia incorporata nei materiali edilizi

Ogni materiale per essere prodotto e pronto alla posa, richiede delle lavorazioni e delle operazioni energivore. L'estrazione della materia prima, la sua lavorazione e infine il trasporto fanno incorporare al prodotto finito - e quindi poi all'intero edificio - una certa quantità di energia, che può raggiungere livelli davvero elevati. Le costruzioni di oggi e del futuro, saranno sempre più vicine a un consumo di energia pari a zero per il loro funzionamento e la quota di energia incorporata a causa dei materiali, sarà quindi sempre più predominante.

Il reale valore di energia incorporata da ciascun materiale può dipendere dalle specifiche tecniche di fabbricazione e di trasporto. In linea di massima, il legno è il materiale che richiede meno energia per la sua produzione, mentre è l'alluminio quello che ne ingloba la maggior quantità. Nel caso in cui il materiale sia riciclato questi valori si abbattono, così come incide positivamente il trasporto di materiali locali e con distanze brevi dalla messa in opera.

La "Life Cycle Assesment" è una metodologia di valutazione che permette di valutare tutte le fasi di vita dei prodotti edilizi, incluse la produzione e la dismissione, con la possibilità di effettuare un confronto tra diverse possibili soluzioni.

Informare il consumatore sulla qualità dei materiali

L'unione Europea ha mosso diversi passi in direzione di un sistema uniformato per la valutazione della sostenibilità di materiali e prodotti edilizi. Il percorso dell'Italia inizia negli anni '90 e porta alla stesure delle Norme ISO 14000, che stabiliscono criteri e metodologie per a valutazione del ciclo di vita dei prodotti. Questa operazione è fondamentale poiché offre al consumatore la possibilità di informarsi e conoscere i materiali che sta utilizzando.

Queste norme danno origine a dei marchi ambientali che esprimono la sostenibilità e le caratteristiche di un certo prodotto. Possiamo distinguere le etichette ambientali (Tipo I), come l'Eco-label, disciplinate dalla Norma ISO 14024, autodichiarazioni ambientali (Tipo II), regolate dalla Norma ISO 14021 e le dichiarazioni ambientali di prodotto (Tipo III), secondo la Norma ISO 14025. Gli strumenti regolati da queste norme sono in parte volontari e puntano allo sviluppo di un mercato sostenibile in cui la scelta della sostenibilità non sia obbligata ma voluta e comprendendo che il rispetto dell'ambiente non è un limite, ma un valore aggiunto.

Etichette ambientali di Tipo I, l'Ecolabel

Si tratta di un marchio di qualità ecologica che ha valenza europea e vuole distinguere i materiali ad elevata prestazione e ridotto impatto ambientale. Ecolabel UE nasce nel 1992 e i criteri su cui si basa sono atti a valutare l'impatto del prodotto nel suo intero ciclo di vita, considerando anche l'inquinamento provocato ad aria e acqua, la quantità di rifiuti prodotti e le risorse naturali consumate, anche in questo caso il legno è in cima alla lista.

Autodichiarazioni ambientali di Tipo II, il Ciclo di Mobius

I marchi ambientali di Tipo II sono dichiarazioni autonome, che vengono successivamente verificate attraverso apposite metodologie. 

Il Ciclo di Mobius, il cui simbolo è sicuramente noto a tutti, è relativo alla percentuale di materiale riciclato in un prodotto e alla sua successiva riciclabilità. Non esiste un ente accreditato per la regolamentazione di questa etichetta e rimane un'autodichiarazione del produttore, ma ha forte valore informativo per il consumatore.

Dichiarazione Ambientale di Prodotto di Tipo III

Queste etichette si rifanno alle procedure di LCA e sono relative al ciclo di vita dei materiali, i cui dati quantitativi vengono esplicitati tramite l'EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto). Tutti i dati relativi all'impatto ambientale di un prodotto edilizio vengono raccolti e dichiarati in un documento tecnico, di realizzazione volontaria. Il procedimento è completamente regolato da un ente autorizzato indipendente e ogni informazione è reperibile sul sito del Program Operator. Esistono diverse categorie e criteri a cui rispondere e i risultati ottenuti in ciascuna danno origine alla certificazione finale, un valido strumento nelle mani del produttore per dimostrare e comunicare le proprie strategie orientate al rispetto dell'ambiente.

Legno certificato

Esiste un'etichetta che attesta la provenienza di questo materiale naturale, il cui prelievo sconveniente può avere conseguenze come il disboscamento incontrollato. Esistono foreste gestite nel modo corretto, sia naturalmente che socialmente, secondo precisi standard. 

Quando un legno proviene da una di queste foreste valutate e controllate, può ottenere il marchio FSC - Forest Stewardship Council® a.c. Lo stesso vale per il PEFC, garanzia che la materia legnosa (anche per la realizzazione di carta), proviene da boschi gestiti in modo sostenibile.

Materiali salubri e non inquinanti

Nella scelta dei materiali per la costruzione degli spazi della vita umana è fondamentale anche la garanzia di salubrità degli ambienti interni. Oltre a non avere un grande impatto sull'ambiente, i materiali selezionati non dovranno avere alcun impatto sulla nostra salute. Il problema degli inquinanti chimici nell'aria è purtroppo diffuso. Le reazioni negative del nostro organismo ad alcune sostanze possono essere dovute ad allergie, irritazioni o reazioni alla tossicità di alcuni componenti chimici. Oltre a garantire sempre un corretto ricambio di aria, per il quale si consiglia sempre la VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) è fondamentale scegliere materiali naturali e che contengano il minor numero di componenti chimici potenzialmente nocivi. Attenzione inoltre a vernici, collanti, solventi e adesivi, accertiamoci sempre che siano davvero sicuri e preferiamo materiali di origine naturale.

Fonte: Infobuild Energia, leggi QUI.

Per ulteriori approfondimenti o consulenze contatta ECOGEOM S.r.l.

giovedì 22 ottobre 2015

Energia: Riscaldamenti, 10 regole base contro caro bollette


Dal 15 ottobre riscaldamenti al via in 4.300 comuni italiani, quelli in zona climatica “E” che comprendono grandi città come Milano, Torino, Bologna, Venezia. Per aiutare i consumatori a scaldare al meglio le proprie case, evitando però sprechi e brutte sorprese nella bolletta (o sanzioni per non aver effettuato le revisioni di legge), arriva un vademecum con le 10 regole-base per un riscaldamento efficiente e più ‘conveniente’. Curato dagli esperti del ministero dello Sviluppo Economico e dell’ENEA, il vademecum è disponibile sui siti www.mise.gov.it, www.agenziaefficienzaenergetica.it e www.enea.it insieme alle novità in tema di APE, l’attestato di prestazione energetica obbligatorio per affitti e compravendite che è cambiato dal 1° ottobre, e alle nuove regole per le caldaie. Da fine settembre, infatti, si possono installare soltanto caldaie ad alto rendimento, in base ai regolamenti del Mise che attuano la normativa europea sull’efficienza.

Regola N. 1 – Fare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa non inferiore a 500 euro, in base a quanto stabilisce il DPR 74/2013.

Regola N. 2 - Controllare la temperatura ambiente. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura di 20 - 22 gradi, ma 19° sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Attenzione, inoltre, perché ogni grado abbassato si traduce in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.

Regola N. 3 – Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E” al via da domani il massimo sono 14 ore.

Regola N. 4 - Usare i cronotermostati. Un aiuto al risparmio arriva daimoderni dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.

Regola N. 5 - Applicare valvole termostatiche. Queste apparecchiature aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e a evitare sprechi.

Regola N. 6 - Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È un ‘trucco’ semplice ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore.

Regola N. 7 - Schermare le finestre la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

Regola N. 8 - Fare il check up alla propria casa. L’isolamento termico su pareti e finestre dell’edificio è un aspetto da non trascurare: se la costruzione è stata fatta prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici e conviene valutare un intervento per isolare le pareti e sostituire le finestre. Con nuovi modelli che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire dei cosiddetti ecobonus, la detrazione fiscale del 65%.

Regola N. 9 - Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Per questi interventi si può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici 65% e del patrimonio edilizio del 55%.

Regola N. 10 - Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni: mettere tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria disperde calore ed è fonte di sprechi. Inoltre attenzione a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti, evitando inutili dispersioni di calore.

La nuova etichettatura per le caldaie - Da fine settembre è in vigore nuova etichettatura energetica che definisce gli standard minimi di efficienza per le caldaie. Introdotta dal MiSE sulla base del regolamento europeo Ecodesign, prevede una classificazione energetica da A+ a G per gli apparecchi per riscaldamento degli ambienti e da A a G per gli apparecchi per produrre acqua calda sanitaria. Inoltre, diventa obbligatorio installare solo caldaie a condensazione, in grado di recuperare gran parte del calore contenuto nei fumi che, altrimenti, andrebbe disperso nel camino. I produttori di caldaie non potranno più immettere sul mercato quelle non a condensazione[1].

Il nuovo APE - Altra novità importante in tema di risparmio ed efficienza riguarda l’APE[2], l’Attestato di Prestazione Energetica: dal 1° ottobre sono in vigore le “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” introdotte dal MiSE anche per superare alcune riserve dell’Unione europea sull’applicazione della direttiva in materia di efficienza energetica. Le novità principali riguardano il modello da usare e le regole per la redazione dell’attestato.

I controlli sull’efficienza - L’ENEA, in collaborazione con il MiSE e il CTI - Comitato Termotecnico Italiano, ha predisposto anche le Linee guida per facilitare l’applicazione della normativa sui controlli per l’efficienza energetica (DPR 74/2013), che costituiscono un riferimento per le regioni o per le autorità competenti. L’Agenzia, inoltre, supporta il MiSE nell’informazione ai cittadini, agli operatori del settore e alla Pubblica Amministrazione e, per conto delle Amministrazioni Locali, cura la formazione e il rilascio dell'attestato di idoneità tecnica ai professionisti abilitati ai controlli (ad oggi più di 1600) che operano su tutto il territorio nazionale.

Scarica il vademecum cliccando QUI.

[1]Continuerà ad essere prodotto solo un tipo particolare di caldaia non a condensazione che viene tecnicamente chiamata “a camera aperta” da installare quando non sia possibile andare a sostituire una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione per problemi legati alla canna fumaria collettiva di alcuni edifici multifamiliari.

[2]L’APE è un documento che certifica le prestazioni energetiche di una singola unità immobiliare o di un intero edificio ed è obbligatorio anche nel caso di vendita o affitto dell’immobile. Le prestazioni sono calcolate con indicatori di consumo a loro volta associati a classi di efficienza energetica di appartenenza. Tra le principali novità, l’aumento da 7 a 10 delle classi di efficienza dell’edificio: dalla G (la classe più bassa) alla A (la classe più alta); la classe A ora è stata suddivisa in ulteriori 4 livelli (da A4, massima efficienza, A1 minima efficienza).
Fonte: ENEA, leggi QUI.

venerdì 9 ottobre 2015

Prestazione energetica edifici, cambiano APE e requisiti minimi

Dal 1° ottobre sono entrati in vigore i nuovi requisiti minimi per gli edifici e le nuove norme sugli Attestati di Prestazione Energetica (APE): sono obbligatori sulle prestazioni energetiche degli edifici di nuova costruzione e di quelli esistenti sottoposti ad interventi di riqualificazione, inoltre è stato modificato il modello di Attestato di Prestazione Energetica (APE). 

In particolare, in Emilia Romagna, valgono le disposizioni dell'Atto di coordinamento tecnico regionale per la definizione dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici approvato con DGR n. 967/2015 e ledisposizioni regionali in materia di APE approvate con DGR n. 1275/2015.

I nuovi requisiti sono obbligatori, con diversa gradualità di applicazione, sia per gli interventi di nuova costruzione, che per gli interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria o ordinaria degli edifici esistenti, qualora vadano ad intervenire sulla prestazione energetica dell'edificio: è importante sapere che ora incide anche il semplice rifacimento di intonaco esterno e le impermeabilizzazioni delle coperture, non solo - come prima - la realizzazione di cappotti, la ristrutturazione dell'impianto termico, la sostituzione generatori di calore, ecc..

Il provvedimento definisce inoltre i metodi di calcolo da utilizzare per il calcolo delle prestazioni energetiche, nonché gli schemi di relazione tecnica di progetto (obbligatoria per tutti gli interventi) e di attestato di qualificazione energetica dell'edificio (obbligatorio per le nuove costruzioni, gli ampliamenti e le ristrutturazioni rilevanti).

È importante evidenziare che anche per quanto riguarda gli interventi minori sugli edifici esistenti, inquadrati in genere come manutenzione ordinaria, la nuova normativa prevede l’obbligatorio rispetto di requisiti minimi, anche se riferiti solamente alle caratteristiche dei sistemi tecnologici interessati dall'intervento.

Cambiano inoltre, in linea con le nuove direttive europee e con la normativa nazionale, forma e contenuti dell'attestato di prestazione energetica, con l'obiettivo di essere più chiaro e fornire informazioni più complete all'utente. 

Le nuove norme intervengono anche sull'attendibilità dei dati contenuti negli APE, sia prevedendo l'obbligo di almeno un sopralluogo per la redazione dell'attestato, sia fissando un minimo di controlli a campione sugli attestati rilasciati, con severe sanzioni in caso di non conformità. 

Si ricorda che l'APE è obbligatorio per tutti gli interventi di nuova costruzione, per gli interventi di riqualificazione energetica che usufruiscano di agevolazioni fiscali o altri finanziamenti (es. conto termico), nonché per tutti gli atti di compravendita e locazione di interi edifici o singole unità immobiliari.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per fornire informazioni e chiarimenti circa i requisiti minimi da rispettare nelle varie tipologie di intervento, in base alla vecchia e nuova normativa, nonché per aiutare l'interpretazione e comprensione dei contenuti del proprio APE, oltre che al rilascio dell'attestato, ove necessario, o al semplice audit energetico della propria unità immobiliare.

Fonte: Comune di San Lazzaro di Savena, leggi QUI.

domenica 10 maggio 2015

Analisi delle applicazioni dei Sistemi di Accumulo nel settore elettrico

Realizzato in collaborazione con:

Tecnologia strategica per garantire i servizi necessari alla stabilità del sistema elettrico, evitando il rischio di limitare la produzione delle fonti rinnovabili, verso un sistema totalmente “decarbonizzato”


In un sistema elettrico caratterizzato da una sempre più rilevante produzione di energia da impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili (FRNP), i sistemi di accumulo si propongono come una tecnologia strategica per garantire i servizi necessari alla stabilità e sicurezza del sistema elettrico e massimizzare l’autoconsumo, ottimizzando l’integrazione nel sistema elettrico della produzione delle fonti rinnovabili e aprendo la strada verso un sistema totalmente “decarbonizzato”.

In questo scenario, da un lato critico per l’evoluzione del sistema elettrico nei prossimi decenni, dall’altro ricco di opportunità di innovazione e di sviluppo industriale, appare importante affrontare alcune questioni aperte: 
- Quali sono le applicazioni di maggiore rilievo ed interesse? 
- In quali di queste applicazioni l’accumulo elettrochimico ha raggiunto o è prossimo alla competitività, nel contesto tecnologico, economico e regolatorio attuale? 
- Quali mutamenti di scenario (costi e prestazioni della tecnologia, quadro normativo/ regolatorio) possono facilitare la diffusione dei sistemi di accumulo elettrochimico? 

Con lo scopo di rispondere a queste domande, ANIE Energia, in collaborazione con RSE, ha condotto una serie di simulazioni su diversi casi applicativi reali andando a valutare la convenienza economica attraverso l’analisi dei costi e dei benefici.

L’analisi effettuata su diversi casi applicativi evidenzia la grande varietà di situazioni nelle quali è possibile ipotizzare un impiego di Sistemi di Accumulo elettrochimico al servizio del sistema elettrico.

I Sistemi di Accumulo risultano convenienti, ai prezzi di mercato e sulla base delle regolamentazioni attuali, soloin alcune specifiche situazioni, fra cui si citano l’integrazione in impianti alimentati a carbone, dove l’accumulo consente di assolvere all’obbligo di riserva primaria senza limitare la producibilità della centrale, e l’installazione in piccole isole non connesse alla rete nazionale, dove la produzione da fonti rinnovabili è concorrenziale rispetto all’attuale produzione tramite impianti a gasolio e un Sistema di Accumulo adeguatamente dimensionato è in grado di ridurre significativamente la produzione da fonti rinnovabili che verrebbe tagliata, con conseguente riduzione delle emissioni e degli esborsi per acquisto di combustibili.

In altre situazioni (ad esempio i servizi di bilanciamento) la convenienza dell’impiego dei Sistemi di Accumulo non è lontana e potrebbe essere raggiunta nei prossimi anni grazie al miglioramento delle tecnologie e alla produzione di più vasta scala, con importanti riduzioni dei prezzi.

Va sottolineato che le analisi svolte hanno costantemente adottato l’approccio semplificato e prudenziale di considerare sistemi che assolvano ad un’unica funzione, e presentino quindi un solo meccanismo di remunerazione. In varie situazioni, sia nelle applicazioni di rete che in quelle domestiche, è possibile concepire un utilizzo combinato del medesimo Sistema di Accumulo per diversi scopi (ad esempio, presso gli utenti, svolgendo le funzioni di gruppo di continuità, riduzione dei picchi di prelievo, autoconsumo della produzione fotovoltaica locale) ed in questi casi è ovvio attendersi un sensibile miglioramento degli indici di redditività.

Le valutazioni ed analisi dettagliati sono riportati nel Libro Bianco sui Sistemi di Accumulo liberamente scaricabile al seguente link: www.anienergia.it/Libro_Bianco_Accumuli

A cura di: @ANIEnergia

Fonte: Infobuild ENERGIA, leggi QUI.

mercoledì 16 aprile 2014

Come ristrutturare casa e risparmiare rispettando l’ambiente

Prima o poi tutti si trovano a dover affrontare delle spese per ristrutturare la propria casa. Ecco come risparmiare puntando sull’efficienza energetica.

Quando si acquista la propria casa, ai nostri occhi sembra perfetta. Dopo qualche anno, però, possono emergere alcuni problemi, ad esempio legati all’isolamento termico dell’edificio. Nonostante comportino una spesa anche elevata, queste problematiche vanno affrontate, anche perché isolando termicamente la propria casa è possibile risparmiare notevolmente sui consumi per il riscaldamento.

Inoltre, chi ristrutturerà la propria casa con lavori finalizzati ad isolare termicamente l’edificio e a renderlo efficiente dal punto di vista energetico, potrà approfittare della proroga degli ecobonus decisa con l’approvazione della Legge di Stabilità.

Per le spese sostenute da giugno 2013 a dicembre 2014 per l’efficientamento energetico della propria casa si potrà usufruire di una detrazione fiscale pari al 65%, mentre per quelle sostenute a partire dal 2015 la detrazione fiscale si ridurrà al 50%.

Vediamo quindi quali sono i punti fondamentali da seguire se si vuole ristrutturare la propria casa secondo principi di ecosostenibilità e risparmio energetico, approfittando così degli ecobonus e contribuendo in prima persona alla tutela dell’ambiente.

Innanzitutto è fondamentale scegliere i materiali che si utilizzeranno. Ovviamente si dovrà optare per materiali di prima scelta: se la spesa iniziale sarà più elevata, si eviterà di dover intervenire nuovamente in futuro su quanto fatto e quindi si risparmierà sui costi di manutenzione.

La scelta cambierà anche in base a come vogliamo utilizzare l’abitazione da ristrutturare: se abbiamo intenzione di venderla a breve, sarà preferibile optare per colori neutri, mentre se la casa rimarrà in nostro possesso dovremmo individuare con attenzione cosa sostituire e cosa mantenere inalterato, così da ammortizzare i costi.

In particolare, fate attenzione alla composizione delle sostanze presenti nei materiali acquistati, che devono essere assolutamente atossici. Ad esempio la formaldeide, abbondantemente presente nelle moquette o in alcuni materiali isolanti, è fortemente tossica e viene rilasciata dai materiali in cui è contenuta nel corso degli anni, con rischi anche gravi per la salute.

Sono pericolose per l’ambiente, invece, i composti organici volatili, meglio conosciuti come VOC, presenti in vernici e collanti per i pavimenti. Sarebbe quindi opportuno acquistare isolanti naturali in fibra di cotone, oppure moquette organiche e vernici a base d’acqua.

L’inquinamento ambientale è anche provocato dai trasporti: scegliere materiali a chilometro zero, prodotti localmente, è sicuramente un modo per contribuire alla riduzione della dispersione di carbonio nell’ambiente.

Inoltre, non bisogna dimenticare che i lavori di ristrutturazione producono rifiuti, in media 115 chilogrammi di materiale di scarto per ogni metro quadrato. Se la produzione di rifiuti è un fatto inevitabile, è importante smaltirli correttamente per evitare che inquinino il territorio: esistono delle ditte che si occupano specificatamente di questo, ritirando elettrodomestici o vecchi cablaggi. Inoltre lo smaltimento di vecchi computer, frigoriferi e lavatrici è a carico del venditore, che dovrà essere contattato nel caso si vogliano sostituire questi apparecchi.

Infine un ultimo consiglio, che farà bene sia all’ambiente che al portafoglio. Spesso non è necessario rifare tutto da capo: molte volte è sufficiente attuare piccoli cambiamenti per avere la sensazione di trovarsi in una casa del tutto nuova. Invece di demolire parti delle casa e gettare i mobili, si può svecchiare e restaurare, anche con le tecniche del fai da te.

Fonte: infobuildenergia, leggi QUI.

lunedì 17 febbraio 2014

È conveniente installare un impianto fotovoltaico? Ecco una guida agli impianti fotovoltaici domestici per la produzione di energia rinnovabile

Il risparmio economico sulle utenze dell’energia domestica è uno degli obiettivi dei consumatori italiani, che nonostante la vastità dell’offerta di Eni, di Enel e di tutti gli operatori del settore, trovano sempre più difficile realizzare un vero risparmio energetico ed economico allo stesso tempo.

Per risparmiare sui costi dell’energia, comunque, esistono diverse soluzioni, alcune più vantaggiose delle altre: confrontare le tariffe proposte dagli operatori, per esempio, potrebbe essere un buon modo per pagare di meno la bolletta, anche diminuire e ottimizzare i consumi potrebbe essere indice di una buona condotta ma passare alle energie rinnovabili è sicuramente l’opzione più ricca di vantaggi.

Scegliere l’energia rinnovabile può voler dire continuare a ricevere un’erogazione da parte degli operatori, ma derivata da fonti rinnovabili, oppure - ancora meglio – essere noi stessi produttori di energia installando, per esempio, un impianto fotovoltaico in casa.

Realizzarlo non è semplice ed è bene sempre avere accanto un esperto in materia ma i vantaggi che questo apporterà alle vostre tasche e all’ambiente saranno riscontrabili già dal breve periodo.

I vantaggi principali – e strutturali – di un impianto fotovoltaico, infatti, sono il risparmio economico e il rispetto ambientale, nonché la produzione di energia pulita.

Per quanto riguarda il primo punto, è facilmente intuibile che essere produttori di energia possa svincolarci dal pagamento del servizio energetico di un operatore esterno: ad ogni modo, l’energia prodotta dal nostro impianto avrà un prezzo costante nel tempo e quella in surplus, ovvero non utilizzata, verrà reimmessa nella rete energetica sotto retribuzione.

Il secondo vantaggio è quello che si realizza nei confronti dell’ambiente: il fotovoltaico utilizza una fonte di energia naturale rinnovabile come il sole per produrre energia domestica, quindi non emette nell’aria sostanze con CO2 dannose per l’ambiente e per la nostra salute.

L’impianto fotovoltaico è uno di quegli strumenti che permettono di creare un ambiente sano anche per le future generazioni, perché è basato su un sistema energetico di approvvigionamento pulito ma soprattutto sicuro.

La tecnologia di cui è composto, infatti, è molto affidabile, facile da installare e comunque è conosciuta, per cui risolvere eventuali problemi non sarà difficile; oltretutto i costi di realizzazione stanno via via diminuendo e continueranno a calare anche in un futuro prossimo quando, si spera, l’energia rinnovabile sia sempre più diffusa tra i consumatori e nelle famiglie.

Realizzare un impianto fotovoltaico è semplice, ma è bene essere guidati da un professionista del settore e conoscere il funzionamento e le fasi principali di realizzazione dell’impianto. Partire dalle basi significa anche conoscere di cosa si compone, per esempio, sapere cosa sono i moduli, l’inverter e il contatore GSE.

I moduli non sono altro che le celle in silicio che trasformano la luce del sole in energia termica; collegate tra loro per generare più potenza, formano i moduli fotovoltaici.

L’inverter, invece, è una componente che serve a trasformare la corrente prodotta dai moduli da continua ad alternata e svolge funzioni importanti per connettere l’energia elettrica all’intero impianto.

Il contatore GSE, invece, non è integrato nell’impianto, ma ci serve per gestire le quantità di energia prodotte e immesse nella rete per eventualmente ricevere gli incentivi statali previsti dalla legge.

Un'altra parte fondamentale da conoscere è il sistema di monitoraggio e gestione dei consumi, che serve per monitorare il funzionamento dell’impianto e capire se sono presenti anomalie e permette al proprietario dell’impianto di gestire i carichi interni all’edificio (es. un elettrodomestico).

Prima di realizzare un impianto, comunque, è necessario dotarsi delle autorizzazioni necessarie rilasciate direttamente dal Comune. Per semplificare queste pratiche burocratiche e amministrative basta rivolgersi alle aziende che installano pannelli fotovoltaici che offrono soluzioni dove sono incluse queste pratiche.

Improvvisarsi installatori è sbagliato: è bene affidarsi sempre ad uno specialista del settore o ad un’azienda accreditata che possa fornire materiali di qualità per permettere all’impianto di essere redditizio.

Riguardo agli incentivi di cui si accennava prima, se si installa un impianto fotovoltaico, quindi se si incentiva la produzione di energia pulita che possa migliorare la qualità della vita e l’ottimizzazione energetica della propria casa, è possibile richiedere un rimborso fino al 65% di ciò che si è speso.

Grazie agli ecobonus, infatti, riconfermati nuovamente anche per il 2014, il Governo incentiva e supporta questo tipo di interventi alle proprie case, volti al miglioramento e all’efficientamento energetico.

Fonte: Infobuildenergia, leggi QUI.

sabato 8 febbraio 2014

Isolare conviene?

Per poter rispondere alla domanda e comprenderne i contenuti è importante innanzitutto fornire la definizione di isolamento termico.

Per isolamento termico di un edificio si intende il ricorso a soluzioni tecnologiche e costruttive tali da ridurre le perdite di calore verso l’esterno durante l’inverno e l’ingresso del calore in casa durante l’estate. La progettazione e/o ristrutturazione delle strutture opache e trasparenti che formano e definiscono l’edificio o involucro va fatta accuratamente, con particolare attenzione alla scelta dei materiali, in quanto le loro caratteristiche, la loro collocazione ha un’incidenza dal punto di vista energetico. Bisogna pensare l’edificio come una “scatola chiusa ma non sigillata” che deve mantenere all’interno sempre la stessa temperatura di comfort facendosi condizionare il meno possibile dalle differenza di temperatura che ci sono all’esterno, questo è fattibile solo isolando più possibile la scatola in modo da evitare perdite. Isolando inoltre si contribuisce alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive ed inquinanti riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile. Costruire o ristrutturare le proprie abitazioni in maniera attenta e responsabile permette di partecipare concretamente alla protezione del nostro pianeta.

L’ isolamento termico e i suoi vantaggi

- Per l’ambiente. Isolando si contribuisce alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive ed inquinanti riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile. Costruire e ristrutturare le proprie abitazioni in maniera attenta e responsabile permette di partecipare concretamente alla protezione del nostro pianeta.

- Per il vantaggio economico. Una casa isolata ha dispersioni termiche ridotte e di conseguenza anche le bollette per il riscaldamento e condizionamento. I consumi energetici degli edifici si possono ridurre fino al 70-80% isolando le pareti esterne dell’edificio e le coperture.

Gli interventi di isolamento termico dell’immobile sono i più convenienti in quanto le spese di manutenzione sono praticamente assenti e si possono ottenere interessanti incentivi che possono contribuire a rendere ancora più conveniente ogni intervento (ad esempio le detrazioni del 65% previste dalla Finanziaria).

Rispetto alle attuali situazioni finanziarie e alle forme di investimento presenti, investire nell’isolamento termico vuol dire mettere i soldi in una banca virtuale che produce un tasso di rendita molto più elevato. Visto l’aumento continuo dei costi di combustibili, una casa che consuma di meno è una garanzia di maggiore sicurezza economica.

Nei condomini gli elementi più disperdenti sono le pareti esterne attraverso le quali si disperde circa il 45-50% del calore, mentre le case singole sono soggette a perdite di calore che passano soprattutto attraverso i tetti mal isolati (40-50%).

- Per il comfort abitativo. La casa è il luogo dove in assoluto si cercano le migliori condizioni di soggiorno. Un buon isolamento termico dell’edificio permette di mantenere una temperatura interna il più possibile costante ed omogenea e garantire all’interno degli ambienti condizioni di benessere, impedendo al calore di disperdersi verso l’esterno durante l’inverno o di entrare durante l’estate. Soluzioni costruttive corrette per la coibentazione di pareti, coperture e solai permettono di evitare fenomeni di condensa e muffa sulle strutture che potrebbero dare luogo a vere e proprie malattie.

Dove e come isolare

Vista la contingente e critica situazione dell’edilizia negli ultimi anni che vede fermo il mercato delle nuove costruzioni, una grossa opportunità per il futuro prossimo è costituita dal recupero del patrimonio edilizio esistente. C’è una imprescindibile necessità di riqualificazione del patrimonio esistente (il consumo medio è di 180 kWh per metro quadro all’anno), che può consentire ai proprietari un maggior comfort e un maggior risparmio e al governo di poter concorrere in modo rilevante al conseguimento degli obiettivi delineati dalla Strategia Energetica Nazionale.

Come dice l’Ipcc, Intergovernmental Panel on Climate Change, “è più conveniente investire nella efficienza energetica degli edifici che non nelle fonti di energia rinnovabile…L'ambiente edificato offre possibilità di ridurre le emissioni a breve termine e a costi contenuti, in primo luogo grazie al miglioramento dell'efficienza energetica nell'edilizia.”

Per capire dove e come isolare è fondamentale effettuare una diagnosi energetica o audit energetico dell’edificio oggetto dell’intervento. Primo passo quindi è un insieme sistematico di rilievo, raccolta e analisi dei parametri relativi ai consumi specifici, correlati alle condizioni di esercizio dell’edificio e dei suoi impianti e una valutazione tecnico-economica dei flussi di energia.

Lo scopo della diagnosi energetica è quello di individuare possibili soluzioni tecniche che possano migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, riducendo i consumi di energia. Di seguito si analizzano le possibili soluzioni e tecnologie costruttive per gli interventi di riqualificazione dell'involucro opaco e trasparente.

Le diverse soluzioni costruttive dell’ isolamento termico

La ristrutturazione delle strutture opache che formano e definiscono l’edificio va fatta accuratamente, analizzando la situazione esistente con una analisi delle strutture e del loro grado di isolamento e con particolare attenzione alla scelta e associazione dei materiali. Le caratteristiche e la collocazione di ogni materiale ha un’ incidenza differente dal punto di vista energetico.

Le strutture dell’involucro edilizio da isolare sono:
- pareti
- coperture
- pavimenti su ambienti non riscaldati, su esterno o controterra.

Le pareti opache

Diverse sono le modalità per isolare le pareti esterne di un edificio a seconda della posizione del materiale isolante rispetto alla struttura:
- isolamento dall’esterno
- isolamento in intercapedine
- isolamento dall’interno.

Isolamento dall’esterno

Tra le soluzioni di isolamento dall’esterno forse la più nota è la tecnologia di isolamento a cappotto termico.

L’isolamento a cappotto consiste nell’incollare i pannelli di isolante sulla struttura edilizia preesistente, facendo attenzione a che il posizionamento delle lastre isolanti sia fatto a giunti sfalsati, anche in corrispondenza degli spigoli, staccandosi da terra con un profilo di partenza. Sui pannelli viene applicato il rasante e annegata la rete portaintonaco per effettuare la finitura. E’ importante che la posa in opera sia effettuata da personale specializzato, scegliendo aziende che forniscono l’intero “sistema a cappotto”, dove la scelta delle colle, del rasante è compatibile con il materiale stesso.

Questo tipo di sistemi è dotato anche di garanzia. Infatti la corretta posa in opera del sistema cappotto garantisce la stabilità nel tempo del rivestimento eliminando crepe e lesioni che costituiscono le ragioni del degrado delle facciate.

Posa in opera del sistema a cappotto. Fonte: Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato (BA)



Tra le altre tecnologie per isolare dall’esterno ci sono anche le facciate ventilate e gli intonaci termoisolanti.

Isolare dall’esterno comporta molti vantaggi, tra cui:

- ridurre i ponti termici: infatti l’isolante costituisce l’ultimo strato della parete coprendo uniformemente tutti gli elementi strutturali, quali pilastri e travi;

- evitare fenomeni di condensa sia superficiale che interstiziale ed evitare la formazione di muffe, proprio perché la struttura è tutta “calda” e più difficilmente raggiunge temperature pari a quella di rugiada;

- proteggere le strutture edilizie dagli sbalzi termici demandando all’isolante l’assorbimento dello sbalzo termico;

- garantire una uniformità di temperatura all’ interno dell’ambiente, per cui il salto tra la temperatura al centro del locale e quella superficiale della parete è di pochi gradi evitando il fenomeno della “parete fredda”;

- aumentare la capacità della parete di accumulare calore. I muri si scaldano, accumulano il calore e lentamente lo rilasciano nei locali quando si spegne l’impianto.

Isolamento in intercapedine

L’isolamento in intercapedine prevede l'inserimento dell'isolante all'interno della cortina edilizia, trattandosi di strutture esistenti (la parete a doppia fodera è la più diffusa tra le tecnologie costruttive esistenti) sono utilizzati per insufflaggio isolanti sfusi. Con l’uso di isolanti sfusi è importante tener conto dell’effetto del costipamento in modo da evitare dei vuoti di isolante all'interno della parete o l’ammassarsi del materiale nella zona bassa della parete con il conseguente peggioramento dell’efficienza energetica della struttura.

Posizionando l’isolamento in intercapedine, si pone il problema dei ponti termici in quanto l’isolante si interrompe in corrispondenza di pilastri e travi.

Foratura di una delle pareti oggetto di intervento. Sono stati eseguiti più fori in altezza poiché l’intercapedine della parete era divisa da giunti orizzontali. Fonte: Tep srl



Esempio di verifica della stratigrafia dell’intercapedine. Fonte: Tep srl



Isolamento dall’interno

Questo tipo di isolamento si ottiene foderando le pareti (e anche soffitti) dall’interno.

Riguarda essenzialmente interventi di riqualificazione energetica in cui non è possibile intervenire con l’isolamento dall’esterno o nell’intercapedine. Tale soluzione infatti sottrae superficie utile agli ambienti ed può aumentare il rischio di fenomeni di condensa.

Per limitare possibili danni dovuti a fenomeni termo igrometrici si consiglia di posizionare una barriera al vapore prima dello strato isolante oppure creare un’intercapedine d’aria tra muratura e controparete.

Con questa applicazione non si sfrutta la capacità della parete di accumulare calore in quanto appena acceso l’impianto l’ambiente si riscalda rapidamente ma altrettanto rapidamente si raffredda allo spegnimento dell’impianto stesso: viene scaldata solo l’aria e non la struttura muraria.

Di contro però ha come vantaggi :
- semplicità di posa in opera
- possibilità d’intervento su edifici con facciate sottoposte a vincoli storici o architettonici (es.mattoni faccia a vista, bugnato, etc.)
- possibilità di intervento parziale (appartamento singolo).



Coperture inclinate

I tetti a falda possono essere:

- ventilati
- non ventilati

La ventilazione è data da un’intercapedine d’aria ventilata posta immediatamente sotto le tegole, ottenuta con arcarecci tra cui è interposto l’isolante. Sulla gronda una griglia forata parapasseri lascia entrare l’aria e un colmo rialzato ne permette l’uscita. La ventilazione consente di ridurre la temperatura superficiale dell’ isolante in modo che questo non alteri le sue prestazioni a causa di valori di temperatura troppo elevati soprattutto d’estate.

Alcuni regolamenti edilizi comunali prevedono obbligatoriamente l’applicazione di tetti ventilati.

Isolamento di un tetto a falda non ventilato. Fonte : Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato (BA)



Coperture piane a terrazzo

Si distinguono in :
- tetto caldo
- tetto freddo o rovescio

La distinzione è relativa alla posizione che l’impermeabilizzante ha rispetto all’isolante, nel tetto caldo l’impermeabilizzante è posto sopra l’isolante proteggendolo dalle acque meteoriche, nel tetto freddo o rovescio l’impermeabilizzante è posto sotto l’isolante.

E’ importante ricordare che nel caso del tetto caldo è fondamentale predisporre una barriera al vapore prima dell’isolante per evitare fenomeni di condensazione.

Isolamento di un tetto piano caldo praticabile. Fonte: Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato (BA)



Solaio su ambiente non riscaldato

L’applicazione ideale è porre l’isolante all’intradosso, come ultimo strato verso l’ambiente non riscaldato per godere degli stessi vantaggi del cappotto esterno, inoltre tecnicamente è fattibile e consente di non sottrarre altezza utile negli ambienti in quanto va collocato nei garage o cantine che non essendo abitabili richiedono un’altezza interna minore.

Le diverse soluzioni costruttive dell’isolamento termico per l’involucro trasparente

Gli interventi su serramenti esistenti possono essere di vario tipo:
- inserimento di un secondo vetro, se l’infisso è a vetro singolo e se ha un telaio in legno di spessore tale da consentirlo. Fattibile solo negli edifici storici in cui l’infisso ha anche una valenza architettonica.
- aggiunta di un secondo serramento, intervento non invasivo in quanto non richiede alcun smontaggio, consiste nell’inserire o all’interno o all’esterno dell’infisso esistente un altro serramento ad elevate prestazioni termiche e acustiche. Questo intervento richiede comunque un certo spessore della muratura tale da alloggiare un secondo infisso.
sostituzione dell’infisso, intervento più effettuato accedendo alle detrazioni fiscali consiste nella scelta di un nuovo infisso costituito da telaio e vetro altamente performanti.

Dal rapporto Enea del 2010 sulle detrazioni fiscali del 55% la maggior parte delle pratiche ricevute riguarda proprio la sostituzione degli infissi (55%), vale a dire oltre 220.000 interventi su un totale di circa 405.000 pratiche di contro però i risultati dell’intervento-tipo di sostituzione degli infissi hanno dato luogo a risparmi medi dichiarati inferiori a 3 MWh/anno ridotti rispetto agli altri interventi sull’involucro.

La diffusione di questo intervento è legata alla sua semplicità, la sostituzione dei serramenti è il meno invasivo e rientra in quella che viene definita attività edilizia libera, non richiede necessariamente un titolo abilitativo per essere effettuata.

Per garantire elevate prestazioni del sistema è necessario utilizzare telai ad elevate prestazioni quali:
- legno
- materiali polimerici (PVC) con anima in metallo
profilato metallico (alluminio,acciaio) con taglio termico
- misto metallo legno e metallo polimero

Dai dati emersi dal rapporto SAIENERGIA09, gli infissi in legno (essenza più diffusa ed economica è il pino) costituiscono il 57% degli infissi venduti nel 2009, gli infissi in metallo il 29%, quelli in PVC l’11%, i misti il 3%. Il tipo di vetro adoperato è doppio, con il 79%; triplo vetro con il 3%, di fatto le prestazioni degli infissi più venduti riguardano vetri basso emissivi con Ug = 1,1 W/m2K e serramenti con UW = 1,4 W/m2K.

Fondamentale è la corretta posa in opera dei serramenti, è infatti importante curare il nodo di ancoraggio tra telaio fisso e muratura e tra telaio e davanzale per evitare ponti termici e avere infissi a tenuta.

Taglio della soglia con l’inserimento di materiale isolante. Fonte : Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato(BA)



Costi, incentivi e benefici economici

Incentivi

Ad oggi e fino al 31 dicembre 2014 per interventi su singole abitazioni o fino al 30 giugno 2015 se l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali, o se riguarda tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, è possibile usufruire di incentivi. Si tratta di una agevolazione fiscale consistente in detrazioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti.

Il 65% della spesa sostenuta per interventi finalizzati a :
- la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
- il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre,comprensive di infissi)
- l’installazione di pannelli solari
- la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Un’altra forma di incentivi è il Conto Termico che prevede una restituzione di una certa percentuale di spesa sostenuta per interventi di efficienza energetica, ma riserva l’accessibilità all’incentivo per interventi sull’involucro solo alle pubbliche amministrazioni proprio per evitare la cumulabilità degli incentivi.

Costi

La valutazione dei costi e del beneficio economico ottenuto con la riqualificazione energetica dell’involucro non sempre è semplice e diretta. L’economicità e i vantaggi di un intervento dipendono molto dall’esito dell’analisi preliminare condotta sullo stato dell’edificio e dell’audit energetico. La necessità obbligata di alcuni interventi di manutenzione e ristrutturazione potrebbe far risultare molto conveniente il ricorso all’isolamento dell’involucro, a maggior ragione se ci sono poi incentivi fiscali da parte dello stato.

A titolo esemplificativo si riportano alcuni casi: 

Se in un condominio o abitazione plurifamiliare occorre rifare la facciata di un edificio in quanto degradata e in cattivo stato conservativo il costo di un isolamento a cappotto si riduce al costo del pannello isolante e al più al rifacimento delle soglie delle finestre, in quanto i costi relativi alle spese professionali per la pratica edilizia, ai ponteggi, e ai lavori di ritinteggiatura dovrebbero comunque essere sostenuti dalla committenza. Inoltre con l’aggiunta dell’isolante è possibile detrarre fiscalmente il 65% della spesa sostenuta anzicchè il 50%. Il costo del pannello dipende anche dal tipo di materiale isolante scelto si parte dal più economico e diffuso quale l’EPS, polistirene espanso, che si aggira intorno ai 6-8 euro/mq per un pannello da 10cm fino ai 15-20 euro/mq per un pannello da 10 cm di sughero bruno. E’ chiaro che la scelta del materiale non dipende solo dalla componente economica ma va valutato il materiale isolante più idoneo per le diverse applicazioni, ciascun materiale presenta dei pro e dei contro e si presta a risolvere problemi specifici, che vanno analizzati di caso in caso. 

Se va rifatto il manto impermeabile di un tetto a causa di infiltrazioni è possibile prevedere l’inserimento di un materiale isolante che ne migliori le performance invernali ed estive. Prendiamo un caso pratico:cascina lombarda, di circa 360mq di superficie utile, attuale residenza singola su due livelli, è necessario il rifacimento del manto di copertura a causa di infiltrazioni. La superficie del tetto è di circa 330mq pari cioè ad un terzo della superficie disperdente totale, basterebbe quindi inserire uno strato isolante per dimezzare le dispersioni del tetto e avere quindi una considerevole riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento. Valutando i costi per la rimozione del manto di copertura esistente, per la sistemazione dell’ impermeabilizzante, posa dell’isolante, ricollocazione del manto precedentemente rimosso, l’incidenza del costo dell’isolante sul costo totale dell’intervento è di circa un terzo che però viene ammortizzato nell’innalzamento dal 50 al 65% della detrazione della spesa. Nello specifico caso è stato scelto un materiale naturale quale la fibra di legno, di spessore 15 cm, ad elevato calore specifico e ad elevata densità che consentisse quindi di migliorare le prestazioni energetiche estive evitando di ricorrere all’ausilio di impianti. 

Se occorre rifare l’impianto di riscaldamento o sostituire il generatore di calore potrebbe essere utile e più conveniente analizzare le dispersioni termiche, capire come poterle ridurre in modo da scegliere la tipologia e le caratteristiche tecniche del nuovo sistema impiantistico in funzione dei fabbisogni energetici effettivi da colmare. In poche parole val la pena isolare prima le strutture e poi prevedere un impianto con potenza termica minore con il vantaggio che questo generatore non solo costa meno al momento dell’acquisto ma soprattutto avrà minori costi di gestione con una riduzione della bolletta.

Si prenda un caso pratico:

appartamento residenziale di superficie utile da 105 mq, collocato al primo piano di un edificio plurifamiliare su un garage non riscaldato. E’ necessario il rifacimento totale dell’impianto termico, da una caldaia standard con radiatori a una pompa di calore con pannelli radianti. Analizzando le dispersioni dell’involucro è evidente che la maggior superficie disperdente dell’appartamento è costituita proprio dal solaio su garage non riscaldato (visto che lateralmente l’appartamento confina con altri riscaldati), per cui la sostituzione del generatore avrebbe richiesto una pompa di calore di potenza pari ad almeno 15KW, mentre decidendo di isolare il solaio su garage con pannelli isolanti di spessore 10 cm all’intradosso del solaio si riesce a ridurre la potenza della pompa di calore a 7KW con un risparmio di circa 4000 euro.

Quindi, l’intervento di isolamento è costato circa 2500 euro che, rispetto ai 4000 euro di differenza di costo tra le pompe di calore di potenza diversa, comporta un risparmio immeditato di 1500 euro, una durata maggiore dell’intervento e soprattutto una serie di vantaggi sulla bolletta. In primis la riduzione della potenza impegnata con minori spese di allaccio e spese fisse e comunque minori consumi.

Di fatto, gli interventi di riqualificazione dell’involucro a fronte dell’investimento iniziale e del risparmio energetico ottenuto, hanno tempi di ritorno medio-lunghi se non si tiene conto dei possibili incentivi e agevolazioni fiscali, ma per una più equa valutazione è importante :
tener conto anche della durata dell’intervento, che è di gran lunga superiore alla durata di interventi sull’impianto; è infatti limitante porre come tempo di ritorno da indicare nell’Attestato di Prestazione Energetica 10 anni, effettuare le valutazione dei costi e dei benefici con il calcolo del tempo di ritorno dell’investimento, al netto di quelle spese che comunque sarebbero state sostenute in quanto interventi di manutenzione necessari.

Infine è importante che il Governo prosegua la politica incentivante dando stabilità alle detrazioni fiscali, per supportare un settore che deve ancora avere il suo sviluppo e che deve ancora acquisire quell’autonomia economica e diffusione culturale tale da associare automaticamente al termine di riqualificazione/ristrutturazione/manutenzione a efficienza e risparmio energetico.

Si prenda a titolo esemplificativo il caso dei serramenti, poiché il ricorso alle agevolazioni fiscali ha comportato necessariamente l’utilizzo di infissi performanti, l’aumento di richiesta e il conseguente aumento dell’offerta, hanno fatto sì che questi, non costituiscano più l’eccezione ma siano diventati lo “standard”, raggiungendo un prezzo molto vicino a quello dei precedenti infissi con caratteristiche tecniche meno “spinte”.

Fonte: Infobuildenergia.it, leggi QUI

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per consulenze in materia.

mercoledì 1 gennaio 2014

Enea: i Vademecum per i lavori incentivati, la guida all'uso dei decreti e le guide dell'Agenzia delle Entrate

L’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha recentemente predisposto i vademecum per tutti i lavori per i quali è possibile accedere agli incentivi del 55-65%.

Vademecum

Per ciascun tipo di lavoro è stata approntata una scheda riepilogativa dei requisiti tecnici richiesti e della documentazione da approntare. Si tratta di veri e propri Vademecum su cosa fare per chi ha intenzione di intraprendere uno dei lavori di seguito indicati:


Chi, cosa e come, relativamente al decreto edifici

Chi può fruire degli incentivi?
I beneficiari sono tutti i contribuenti, persone fisiche, professionisti, società e imprese che sostengono spese per l'esecuzione degli interventi su edifici esistenti, su loro parti o su unità immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, posseduti o detenuti.
Nell'ipotesi che gli interventi siano eseguiti attraverso contratti di locazione finanziaria (leasing), la detrazione compete all'utilizzatore ed è determinata in base al costo sostenuto dalla società concedente.

Cosa è agevolato?
Tutti gli interventi citati che devono rispondere a determinati requisiti. Ad esempio, nuove finestre o interventi sui muri devono conferire all'edificio una buona capacità di isolamento che cambia a seconda della fascia climatica in cui è inserita la costruzione: in pratica, i lavori devono rispettare limiti di dispersione che sono chiaramente tabellati o per l'intero edificio o per il singolo elemento costruttivo oggetto dell'intervento (vedi decreto). Anche nel caso di installazione di pannelli solari o di sostituzione della caldaia, tali impianti devono rispondere alle specifiche tecniche riportate nel decreto.
Il rispetto dei limiti di dispersione e delle specifiche tecniche deve essere asseverato da un tecnico abilitato, iscritto al proprio Ordine o Collegio professionale. Per alcuni semplici interventi, tale asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione del produttore dell'elemento posto in opera. Sono ammessi anche interventi su interi edifici ma in questo caso ciò che deve essere valutata è l'efficienza energetica complessiva al termine dei lavori.

Come viene concessa l'agevolazione?
Gli interessati possono incaricare un professionista abilitato alla progettazione che presenta al cliente una serie di proposte operative per ridurre le dispersioni termiche corredate da adeguata documentazione e, a fine lavori, da un attestato di qualificazione energetica, non più richiesto - dal 2008 - per interventi su finestre in singole unità immobiliari e per pannelli solari e dal 15/8/2009 anche per interventi su impianti termici. Il cliente realizza gli interventi, paga il professionista e l'impresa esecutrice con un bonifico bancario o postale e conserva tutte le fatture, la qualificazione energetica e l'asseverazione del professionista per eventuali controlli fiscali.
Entro 90 giorni dal termine dei lavori, poi, l'utente deve inviare o far inviare telematicamente all'Enea - attraverso l'apposito applicativo raggiungibile dalla homepage di questo sito, cliccando sull'icona della cassetta postale - copia dell'eventuale attestato di certificazione o di qualificazione energetica e una scheda informativa, necessaria per il monitoraggio dell'iniziativa. Il sistema, se l'invio è andato a buon fine, restituirà in automatico all'utente una ricevuta informatica valida a tutti gli effetti come prova dell'avvenuto invio. Anche tale ricevuta dovrà essere conservata a cura dell'utente ed esibita a richiesta in caso di controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Infine, l'utente in possesso della ricevuta, inizierà a detrarre il 55-65% di quanto speso dalle imposte a suo debito con la dichiarazione dei redditi relativa all'anno in cui ha sostenuto le spese.

Guide dell'Agenzia delle Entrate

Consigliamo i nostri visitatori di consultare anche le guide predisposte dall'Agenzia delle Entrate per fruire sia delle agevolazioni del 55-65% per gli interventi di efficienza energetica che di quelle del 36-50% relative alle ristrutturazioni edilizie.

Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico - La guida dell'Agenzia delle Entrate per le detrazioni del 55-65%
Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico - La guida dell'Agenzia delle Entrate per le detrazioni del 55-65%,del giugno 2013
Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico - La guida dell'Agenzia delle Entrate, del settembre 2013
Le agevolazioni irpef per le ristrutturazioni edilizie - La guida dell'Agenzia delle Entrate per le detrazioni del 36-50%

Si consiglia anche di verificare la presenza di eventuali aggiornamenti delle guide sul sito dell'Agenzia delle Entratewww.agenziaentrate.gov.it seguendo il percorso "L'Agenzia informa" --> "Guide fiscali".

Fonte: ENEA, leggi QUI

lunedì 9 dicembre 2013

Consigli per il risparmio energetico nell'utilizzo del riscaldamento

Prima regola: monitorare e controllare la spesa energetica legata all’uso dell’impianto di riscaldamento

In un periodo di crisi economica come quello attuale, il pensiero anche per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento corre al risparmio e alla possibilità di limitare i costi di gestione del calore. Ecco alcuni consigli e soluzioni utili per monitorare e controllare la spesa energetica legata all’uso dell’impianto di riscaldamento, in grado di migliorarne anche le performance.

Non va dimenticato che l’energia consumata nell’edilizia residenziale per riscaldare gli ambienti e per l’acqua calda sanitaria rappresenta circa il 30% dei consumi energetici nazionali, e circa il 25% delle emissioni totali nazionali di anidride carbonica, una delle principali cause dell’effetto serra e del conseguente innalzamento della temperatura del globo terrestre (fonte ENEA).

La dispersione di calore

Circa il 75% del calore prodotto nell’ambiente domestico viene disperso da muri, porte, finestre e tetti non correttamente isolati. Per migliorare il rendimento fino al 10% può essere sufficiente spegnere o abbassare il riscaldamento quando si arieggiano gli ambienti, o utilizzare dei pannelli termo riflettenti, da posizionare dietro ai caloriferi addossati verso pareti esterne. Se poi è possibile è sempre consigliabile realizzare un "cappotto", che per conservare il calore è consigliabile realizzare all'interno dei locali, possibilmente con materiali naturali e traspiranti.

Valvole termostatiche

L’installazione di una valvola termostatica posta su ciascun calorifero, permette di regolare la temperatura secondo le esigenze dell'utenza che può scegliere fra modelli più semplici, che permettono di decidere la temperatura di ogni stanza limitando il flusso di acqua calda al radiatore, e modelli avanzati di tipo elettronico che consentono di ottenere una certa temperatura a una data ora, adattando così il riscaldamento al proprio stile di vita.

In alcune Regioni italiane, come in Lombardia (legge regionale n.3 del 21-02-2011), l’adozione dei sistemi per la termoregolazione è obbligatoria per legge.

Regolare la temperatura con un termostato

Negli impianti individuali è possibile regolare la temperatura dell’ambiente attraverso un termostato che accende e spegne automaticamente la caldaia in base alla temperatura scelta o ai gradi desiderati uniti a orari prefissati; è consigliabile installarlo lontano dalla caldaia e non in locali caldi, come la cucina; se non è possibile arrivarci con un cavo esistono anche modelli senza fili.

La regolazione a zone

E’ possibile migliorare ulteriormente l’efficienza e il risparmio, ottimizzando l’utilizzo del riscaldamento, nei diversi locali e in orari differenziati. Apparecchiature “senza fili”, facili da programmare, permettono infatti di trasformare i tradizionali impianti di riscaldamento centralizzati in confortevoli impianti a zona capaci di garantire elevati risparmi energetici e ridurre le emissioni inquinanti, controllando le diverse zone dell’abitazione in modo indipendente, basti pensare alle differenti esigenze che vi possono essere tra la zona giorno e la zona notte.

Tutti gli interventi effettuati per migliorare la prestazione energetica della propria abitazione usufruiscono dei relativi benefici fiscali.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per eventuali consulenze.

domenica 2 giugno 2013

Proroga alle detrazioni del 50% e 55%

La tanto attesa proroga delle detrazioni per gli interventi di ristrutturazione e risparmio energetico è finalmente arrivata.

Era atteso dalla scorsa settimana, quando, invece, il Consiglio dei Ministri aveva deciso di prorogare prima l'esame delle questioni tecniche e finanziarie per consentire poi la proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico. 

Dopo l'impegno ad assumere le opportune iniziative normative, volte a incentivare gli interventi di ristrutturazione e risparmio energetico, il Consiglio dei Ministri n. 6 ha approvato il Decreto-Legge recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per il recepimento della direttiva 2010/31/UE in materia di prestazione energetica nell'edilizia".

Nonostante da più parti fosse arrivata la richiesta di rendere strutturali gli incentivi rimodulandoli in funzione del risparmio energetico, il Governo ha deciso di prorogare e rafforzare il credito di imposta per l'efficienza energetica in edilizia innalzando lo soglia della detrazione al 65% (nella bozza iniziale era previsto il 75%) ed estendendola anche ai condomini e al consolidamento antisismico. L'ecobonus potenziato per l'efficienza energetica avrà durata fino al 31 dicembre 2014 se gli interventi implicheranno la riqualificazione di almeno il 25% della superficie dell'involucro edilizio. Il decreto, inoltre, contiene l'estensione dell'agevolazione fiscale del 50% sulle ristrutturazioni per la riqualificazione antisismica nelle aree a rischio.

"Grande soddisfazione l'allungamento dei tempi" e il fatto che ''la riqualificazione ambientale è diventata prevalente rispetto al precedente decreto". Lo ha affermato il Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando che ha definito il provvedimento "importante per le imprese perché aumenta il livello qualitativo dell'intero settore" oltre al fatto che rappresenta anche un rilancio "rispetto alla direttiva Ue sulla riduzione dei livelli di CO2".

Soddisfatto anche il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Maurizio Lupi che tramite un cinguettio su uno dei principali Social Network (Twitter), ha scritto "Finito CdM. Ok a sgravi fiscali 50% per ristrutturazioni, mobili, antisismica e 65% per ecobonus. Bene, segnale concreto e forte per la ripresa!".

Il decreto legge appena approvato ha l'obiettivo di:
- promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici;
- favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l'integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici;
- sostenere la diversificazione energetica;
- promuovere la competitività dell'industria nazionale attraverso lo sviluppo tecnologico;
- conseguire gli obiettivi nazionali in materia energetica e ambientale.

Cosa cambia per il cittadino
Con l'approvazione del decreto legge è previsto un forte potenziamento dell'attuale regime di detrazioni fiscali che passerà, dunque, dal 55% per gli interventi di miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici (detrazione in scadenza il 30 giugno 2013) al 65%, concentrando la misura sugli interventi strutturali sull'involucro edilizio, maggiormente idonei a ridurre stabilmente il fabbisogno di energia. Un'ultima conferma, e non ne sono previste successive, stabilita per dare la possibilità a quanti non lo avessero già fatto di migliorare l'efficienza energetica del proprio edificio. Così, per le spese documentate sostenute a partire dal 1 luglio 2013 fino al 31 dicembre 2013 o fino al 31 dicembre 2014 (per le ristrutturazioni importanti dell'intero edificio), spetterà la detrazione dell'imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Un vantaggio per l'ambiente per l'economia
L'effetto concentrato nel tempo della proroga e l'aumento della percentuale della detrazione possono dare un forte impulso all'economia di settore e in particolare al comparto dell'edilizia specializzata, caratterizzato da una forte base occupazionale, concorrendo in questo momento di crisi al rilancio della crescita e dell'occupazione e allo sviluppo di un comparto strategico per la crescita sostenibile. 

Proprio nell'ottica di recepimento della 2010/31 in materia di prestazione energetica:
- viene adottata a livello nazionale una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici che tenga conto, tra l'altro, delle caratteristiche termiche dell'edificio nonché degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda;
- vengono fissati i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi. I requisiti, da applicarsi agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, sono riveduti ogni 5 anni;
- nasce la definizione di "edifici a energia quasi zero" e viene redatta una strategia per il loro incremento tramite l'attuazione di un Piano nazionale che comprenda l'indicazione del modo in cui si applica tale definizione, gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione entro il 2015, informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di altro tipo adottate per promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici.

Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a "energia quasi zero". Gli edifici di nuova costruzione occupati dalle Amministrazioni pubbliche e di proprietà di queste ultime dovranno rispettare gli stessi criteri a partire dal 31 dicembre 2018.

Viene, infine, previsto un sistema di certificazione della prestazione energetica degli edifici che comprenda informazioni sul consumo energetico, nonché raccomandazioni per il miglioramento in funzione dei costi. La redazione dell'attestato è obbligatoria in caso di costruzione, vendita o locazione di un edificio o di un'unità immobiliare, nonché per gli edifici occupati dalla Pubblica Amministrazione.

Fonte: Lavori Pubblici.it, leggi QUI

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per analizzare quale intervento effettuare per ottimizzare la propria abitazione o luogo di lavoro.

mercoledì 15 maggio 2013

La verifica termografica

In base a segnalazioni di esperti nel settore circa il Il 40% degli impianti solari in Italia non funziona correttamente.

Le cause solitamente possono essere ricondotte a tre tipologie: errata installazione (dove ad esempio il montaggio non è stato effettuato correttamente), progettazione insufficiente (in quanto non si è tenuto conto di alcuni aspetti fondamentali), prodotto danneggiato o viziato (con danno non visibile, ma che presenta poi dei difetti che compromettono l'impianto nel suo complesso).

Con la termografia a infrarossi è possibile effettuare una diagnosi approfondita di pannelli solari, fotovoltaici, cappotti, infiltrazioni, dispersioni energetiche e impianti di riscaldamento.

Alcune domande che sovente vengono poste:

- Come faccio a rendermi conto se un modulo non funziona correttamente?

- Il mio impianto fotovoltaico o solare termico sta rendendo davvero quanto dovrebbe?

- Se mi accorgo di un calo dei rendimenti, come faccio a verificare il buon funzionamento dell’impianto?

- In caso di malfunzionamento, come lo dimostro alla casa produttrice per far valere la garanzia?

Se fino ad oggi non era facile trovare una risposta soddisfacente, ora con la termografia molti dei problemi elencati possono trovare finalmente una soluzione.

Il vantaggio della termografia ad infrarosso

La termografia spesso viene definita come la prima attività da svolgere in un programma di manutenzione o in un progetto di ristrutturazione o rettifica. Con la termografia a infrarossi è possibile effettuare una diagnosi approfondita di pannelli solari, fotovoltaici, cappotti, infiltrazioni, dispersioni energetiche e impianti di riscaldamento.












La termocamera consente oggi di risalire rapidamente alla radice del problema: queste avanzatissime strumentazioni, utilizzate anche in caso di indagini legali, sono attualmente uno dei pochi sistemi a disposizione che può consentire di controllare l'impianto fotovoltaico e i moduli solari così da poter essere sicuri che tutti funzionino correttamente e rendano adeguatamente.

In caso contrario, la risultanza che deriva dalle verifiche dà la possibilità di rilevare malfunzionamenti, celle bruciate e sovraccarichi, in modo talmente preciso e inoppugnabile da non lasciare alle varie case produttrici la possibilità di negare la sostituzione del modulo danneggiato.


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Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per consulenze e valutazioni di intervento per effettuare le verifiche richieste.