... con attenzioni verso l'ambiente e il territorio, le persone e i servizi, convinti sostenitori della bio-edilizia, della sostenibilità ambientale e della resilienza ...

mercoledì 13 agosto 2014

Legambiente: perché l'eolico off-shore continua a essere bloccato?

Fermi in Italia i progetti di eolico off shore mentre si dà il via libera ai progetti di nuove estrazioni petrolifere

Mentre in Europa crescono le installazioni di impianti eolici off-shore - oltre 5.000MW complessivi, con 58mila posti di lavoro creati -, con prospettive di arrivare a 40 GW al 2020, capaci di soddisfare almeno il 4% della domanda elettrica europea, l'Italia blocca i progetti con barriere insormontabili che scompaiono quando si tratta di far partire cantieri per nuove piattaforme petrolifere.

E' la denuncia di Legambiente che ha realizzato il Dossier “Trivelle SI, Eolico off-shore NO. Da Taranto a Termoli, da Gela a Manfredonia tutte le barriere all’eolico in mare e il via libera alle trivelle” e che chiede al Governo un forte intervento a sostegno delle politiche per il Mediterraneo e l’energia, puntando sullo sviluppo dell’eolico off-shore attraverso progetti integrati nel paesaggio. In Italia, si legge nel documento, le potenzialità dell’eolico off shore sono infatti significative in alcuni tratti di mare e potrebbero soddisfare i fabbisogni elettrici di 1,9 milioni di famiglie.

“Senza ipocrisie è arrivato il momento che Renzi e i suoi Ministri si esprimano sull’eolico off-shore – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - Il premier dovrebbe dare il via libera al decreto Sblocca-Italia proprio in questi giorni e gli abbiamo in più occasioni segnalato cosa davvero serve al Paese per aprire nuove e significative prospettive di sviluppo. A partire proprio dalle rinnovabili, il cui contributo nel 2013 in Italia è stato pari al 33% dei consumi complessivi, attraverso un mix di fonti diverse e un sistema sempre più distribuito. Continuare in questa crescita è possibile e nell’interesse dell’Italia e dell’ambiente, per fermare i cambiamenti climatici. L’eolico off-shore può contribuire in questo mix di produzione pulita. Purtroppo, invece, nelle scelte fino ad oggi di Governo si sta scegliendo una strada completamente diversa, quella del via libera al petrolio e tasse e barriere contro le fonti rinnovabili, come purtroppo è avvenuto con il fotovoltaico con il Decreto Spalma-incentivi. Eppure le stesse stime del ministero dello Sviluppo economico calcolano che le riserve di petrolio presenti nei fondali marini italiani coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. I vantaggi per le compagnie petrolifere sono più che evidenti, visto che in Italia trovano una sorta di Eldorado con royalties bassissime, ma quali sono quelli per il nostro Paese e quali i rischi ambientali per l’intero Mediterraneo? Noi proponiamo un’idea diversa: fare del Mediterraneo un laboratorio di innovazione energetica pulita, accessibile e distribuita”.

Il Dossier di Legambiente denuncia che l'Italia nel Piano di azione nazionale sulla promozione delle fonti rinnovabili aveva previsto per gli impianti eolici off-shore un obiettivo crescente dai 100 MW che si sarebbero dovuti installare nel 2013 fino ad arrivare a 680 MW nel 2020. Con la revisione degli incentivi erano stati poi previsti 650 MW per gli impianti off-shore eolici da assegnare tramite aste. In realtà nessun progetto è partito e le aste sono andate deserte a causa di problemi nelle autorizzazioni, ricorsi amministrativi, contrapposizioni tra Ministeri, Soprintendenza, Regioni, Enti Locali. "La ragione è semplice da spiegare: per gli impianti eolici off-shore non esistono riferimenti normativi che definiscano in maniera adeguata le regole per le autorizzazioni o per confronto con il territorio, e neanche sono in vigore le linee guida per le valutazioni che ad esempio valgono per i progetti presentati sul territorio italiano. Eppure per lo stesso Renzi, come per il Ministro dello Sviluppo economico Guidi, semplicemente l’eolico off-shore non esiste, tanto che non hanno neanche risposto a una lettera inviata dalle imprese che hanno i progetti bloccati. Per altri impianti, in una situazione del genere, Confindustria avrebbe fatto sentire alte le proprie grida".

“Chiediamo al Governo italiano, semplicemente, di copiare quanto fatto negli altri Paesi europei dove la gestione dei progetti avviene in maniera molto diversa e trasparente" – conclude Zanchini

Scarica il Dossier Trivelle SI, Eolico off-shore NO?

Fonte: Infobuildenergia, leggi QUI.

giovedì 19 giugno 2014

Autorizzazione paesaggistica, semplificazione procedurale e velocizzazione dei procedimenti

Nuove semplificazioni in materia di autorizzazione paesaggistica. La pubblicazione del D.L. 31 maggio 2014, n. 83 (G.U. 31/05/2014, n. 125) ha, infatti, apportato una nuova modifica al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137", nella parte relativa al procedimento e validità dell'autorizzazione paesaggistica e della conferenza di servizi.

Entrando nel dettaglio, l'articolo 12, commi 1 e 2 del Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 dispone alcune modifiche che vanno nella direzione della semplificazione delle procedure e della velocizzazione dei procedimenti. Sono stati, infatti, modificati i commi 4 e 9 dell'art. 146 del Codice dei beni culturali.

In particolare:

  • il comma 4 viene integrato aggiungendo alla fine il seguente periodo: "Il termine di efficacia dell'autorizzazione decorre dal giorno in cui acquista efficacia il titolo edilizio eventualmente necessario per la realizzazione dell'intervento, a meno che il ritardo in ordine al rilascio e alla conseguente efficacia di quest'ultimo non sia dipeso da circostanze imputabili all'interessato". In questo modo l'autorizzazione paesaggistica avrà efficacia per 5 anni dalla data di rilascio del permesso di costruire/di presentazione SCIA/CIL (o dopo 30 gg dalla presentazione della super DIA). Dunque, l'intervento edilizio potrà essere realizzato senza necessità di rinnovo dell'autorizzazione per un periodo quinquennale a decorrere dal rilascio/presentazione del titolo abilitativo edilizio.
  • al comma 9, il primo e il secondo periodo sono soppressi e il terzo periodo è sostituito dal seguente: "Decorsi inutilmente sessanta giorni dalla ricezione degli atti da parte del soprintendente senza che questi abbia reso il prescritto parere, l'amministrazione competente provvede comunque sulla domanda di autorizzazione". In questo modo, in caso di mancato rilascio del parere da parte del soprintendente entro 60 giorni dal ricevimento della documentazione, l'amministrazione titolare del procedimento edilizio (Comune) provvederà sulla domanda di autorizzazione senza che sia necessario indire la conferenza dei servizi.

Fonte: Lavori Pubblici.it, leggi QUI

domenica 1 giugno 2014

In vigore il nuovo Piano Casa, le misure avranno un avvio a scaglioni

Bonus Mobili, installazione semplificata di prefabbricati e cedolare secca subito operativi, decreti attuativi per il recupero degli alloggi sociali.

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Piano Casa. La norma, in vigore dal 28 maggio 2014, non sarà completamente operativa da subito. Per vedere gli effetti di alcune misure contro il disagio abitativo ci sarà infatti bisogno di alcuni decreti attuativi.

Legge dello Stato 23/05/ 2014 n. 80

Conversione in legge del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza...

In generale, oltre alla rimozione del vincolo di spesa per usufruire del Bonus Mobili e alle semplificazione per l’installazione di prefabbricati e case mobili, entrano subito in vigore le agevolazioni per chi affitta gli immobili di sua proprietà a canone concordato. Richiederanno invece più tempo le operazioni di recupero e razionalizzazione degli alloggi sociali.

Queste, in sintesi, le disposizioni già in vigore.

Bonus Mobili

Fin a subito, la detrazione del 50% sarà riconosciuta su tutto l’importo speso per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici efficienti, anche nel caso in cui gli arredi costino più dell’intervento di ristrutturazione.

Prefabbricati e manufatti leggeri

Sono esclusi dagli interventi di nuova costruzione i manufatti installati con temporaneo ancoraggio al suolo, come case mobili, prefabbricati, camper o roulotte, all'interno di strutture ricettive all'aperto per la sosta ed il soggiorno di turisti. Per la loro realizzazione non saranno quindi necessari né il permesso di costruire e né le autorizzazioni urbanistico-edilizie.

Cedolare secca 

Per il quadriennio 2014-2017, nei Comuni ad alta tensione abitativa e in quelli che dal 2009 ad oggi hanno deliberato lo stato di emergenza per il verificarsi di calamità naturali, si riduce dal 15 al 10% l’aliquota della cedolare secca.

Vantaggi fiscali per chi affitta a canone concordato

I redditi derivanti dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati non concorreranno alla formazione del reddito d’impresa ai fini IRPEF/IRES e IRAP nella misura del 40% per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori.

Detrazioni per i conduttori degli alloggi sociali

Per gli anni 2014, 2015 e 2016 ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale spetta una detrazione complessivamente pari a 900 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro e a 450 euro, se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non supera i 30.987,41 euro.

Fondo Affitti e Fondo morosi incolpevoli

Saranno incrementate subito anche le dotazioni del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, cui andranno milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, e del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, che si arricchirà con 226 milioni di euro aggiuntivi.

Soa

Subito operative anche le nuove regole per la qualificazione delle imprese, utili a riordinare i criteri per la partecipazione alle gare d’appalto. Oltre a riprendere la revisione delle categorie operata col DM 24 aprile 2014, le strutture in legno (OS32) vengono eliminate dalle opere superspecialistiche. L’appaltatore senza la qualifica in questa categoria non sarà più obbligato a costituire una Ati verticale servendosi di imprese con una capacità tecnica adeguata.

Questi, invece, i settori in cui dovranno intervenire i decreti attuativi.

Recupero degli alloggi sociali

Entro il 28 settembre 2014, cioè quattro mesi dall’entrata in vigore della legge, sarà approvato un Piano di recupero e razionalizzazione degli immobili dei Comuni e degli alloggi Iacp, che sarà finanziato con un massimo di 500 milioni provenienti da revoche ad altre opere. La realizzazione del piano di recupero seguirà due step. Da una parte un decreto del Ministero dell’Economia e del Ministero degli Affari regionali, da adottare di intesa con la Conferenza Unificata, definirà i criteri del programma. Un altro decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dell’Economia individuerà invece le risorse da revocare.

Creazione di alloggi senza consumo di suolo

Regioni e Comuni avranno a disposizione 100 milioni per aumentare il numero degli alloggi sociali in locazione senza consumo di nuovo suolo, favorendo il risparmio energetico e la promozione di politiche urbane di rigenerazione attraverso lo sviluppo dell'edilizia sociale. Le Regioni dovranno definire i criteri del programma entro il 28 agosto 2014, cioè 90 giorni dopo l’entrata in vigore della legge. Nello stesso lasso di tempo, i Comuni dovranno recepire le norme i semplificazione per facilitare il recupero degli alloggi e approvare i criteri di sostenibilità urbanistica in modo da integrare i regolamenti edilizi. Gli enti locali dovranno tenere in considerazione gli incentivi volumetrici già concessi per il miglioramento delle prestazioni energetiche e per il recupero degli immobili degradati.

Alienazione degli immobili pubblici

Entro il 30 giugno 2014, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti dovrà approvare le procedure di alienazione degli immobili di proprietà di Comuni, enti pubblici e Iacp. Il decreto potrà inoltre favorire la dismissione degli alloggi nei condomini misti nei quali la proprietà pubblica è inferiore al 50%. Le risorse derivanti dalle alienazioni devono essere destinate esclusivamente a un programma straordinario di realizzazione o di acquisto di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica e di manutenzione straordinaria del patrimonio esistente. Per favorire questi obiettivi è stato istituito un Fondo destinato alla concessione di contributi in conto interessi su finanziamenti per l'acquisto degli alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari. La dotazione massima del Fondo è di 18,9 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2020.

Affitto con riscatto

Le convenzioni che disciplinano le modalità di locazione degli alloggi sociali possono contenere la clausola di riscatto dell’unità immobiliare, che non può avvenire prima che siano trascorsi sette anni dall'inizio della locazione. Le clausole standard dei contratti locativi e di futuro riscatto saranno disciplinate con un decreto del Ministero delle infrastrutture e del Ministero dell'economia, previa intesa con la Conferenza unificata.

Fonte: da un articolo di Paola Mammarella su Edilportale, leggi QUI.

lunedì 28 aprile 2014

DETRAZIONI FISCALI PER LE RISTRUTTURAZIONI - CASI RISOLTI (CASO N. 2) - ACQUISTO MATERIALI IN PROPRIO

Un contribuente ha intenzione di ristrutturare la propria abitazione. Intende quindi sapere se per quanto riguarda i materiali acquistati in proprio (es. sanitari, rubinetteria, piastrelle, materiale elettrico) può usufruire dell’IVA agevolata al 10% presso i rivenditori e anche della detrazione del 50%. Inoltre intenderebbe sapere se rivolgendosi ai diversi rivenditori disporre di una qualche documentazione che certifichi le lavorazioni in corso.

Proseguiamo la pubblicazione di una serie di “casi risolti” in merito alla fruibilità delle agevolazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione degli immobili. I “casi risolti” riportano la corretta interpretazione e modalità operativa da tenere in situazioni particolari, ma che frequentemente si presentano nella pratica quotidiana.

IL CASO N. 2 - 10/04/2014

Con la Circolare 07/04/2000 n. 71 il Ministero delle Finanze è intervenuto ad illustrare quanto stabilito dall’articolo 7, comma 1, lettera b) della Legge 23/12/1999 n. 488 in materia di applicazione dell’aliquota agevolata IVA del 10% agli interventi di recupero del patrimonio edilizio a prevalente destinazione abitativa privata. In tale documento di prassi viene chiarito che in caso di lavori di recupero del patrimonio edilizio abitativo esistente l’IVA al 10% può essere riconosciuta anche nel caso in cui gli acquisti dei beni siano effettuati dal committente, a patto che si tratti di beni il cui utilizzo è previsto non nel contesto di semplici interventi di manutenzione straordinaria ma di interventi di restauro e ristrutturazione, ossia sostanzialmente di interventi per i quali è previsto un progetto e l’autorizzazione comunale.

Si tratta degli interventi previsti dalle lettere c) e d) dell’articolo 3 del Testo unico in materia edilizia “c) "interventi di restauro e di risanamento conservativo", gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio; d) "interventi di ristrutturazione edilizia", gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica nonché quelli volti al ripristino di edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza. Rimane fermo che, con riferimento agli immobili sottoposti a vincoli ai sensi del Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni, gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove sia rispettata la medesima sagoma dell’edificio preesistente; (lettera così modificata dal D. Leg.vo 301/2002, poi dall’articolo 30, comma 1, lettera a), Legge 98/2013), mentre le norme in materia di IVA escludono la possibilità di ottenere l’IVA ridotta per gli acquisti diretti di beni destinati a opere di manutenzione straordinaria (in tal senso si veda la citata Circolare 07/04/2000 n. 71 del Ministero delle Finanze: “l’aliquota del 10 per cento non si rende applicabile se i beni, anche se finalizzati ad essere impiegati in un intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria, vengono forniti da un soggetto diverso da quello che esegue la prestazione, o vengano acquistati direttamente dal committente dei lavori. In tali ipotesi alle cessioni dei beni dovrà essere applicata l’aliquota del 20 per cento” - rectius 22% in forza di quanto previsto dall’articolo 40, comma 1-ter, Decreto-Legge 06/07/2011, n. 98, come modificato, da ultimo, dall’articolo 11, comma 1, lettera a) del Decreto-Legge 28/06/2013, n. 76, convertito con modificazioni dalla Legge 09/08/2013, n. 99.

Per i beni ammessi al beneficio per avere l’IVA agevolata sugli acquisti diretti occorrerà esibire al venditore la copia dei documenti di autorizzazione, il contratto di appalto e una specifica dichiarazione.

Fonte: Legislazione Tecnica, leggi QUI.

venerdì 25 aprile 2014

Finanziamenti comunitari: Piano d’azione per le libere professioni

"Per la prima volta la Commissione europea adotta un piano per i liberi professionisti nel quadro delle politiche per la crescita". Lo ha annunciato a Bruxelles Antonio Tajani, Commissario per l'Industria e vicepresidente della Commissione durante la conferenza dedicata alle libere professioni in Europa,

La Commissione Europea ha lanciato un Piano d'azione per per migliorare l'attività degli 11 milioni di persone che nell'Unione europea svolgono libere professioni, tra cui avvocati, ingegneri, architetti, medici e commercialisti.

Oggi, dunque, la Commissione "riconosce le potenzialità imprenditoriali delle libere professioni" che diventano a tutti gli effetti destinatarie, al pari delle imprese, dei fondi comunitari mentre sino ad ieri Bruxelles costituiva, per i professionisti, il giudice d'accusa per le regole corporative e la scarsa concorrenza nel settore.

Antonio Tajani ha annunciato che i liberi professionisti potranno essere destinatari di qualunque tipo di fondo europeo e potranno ricevere finanziamenti dai fondi strutturali e da quelli gestiti direttamente da Bruxelles.

Inoltre per favorire la formazione di liberi professionisti con competenze richieste dal mercato verrà organizzata una piattaforma in grado di mettere in contatto università e liberi professionisti, coinvolgendo anche le associazioni di imprese.

Alla Conferenza dedicata alle libere professioni era presente il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella che ha così commentato il nuovo Piano presentato da Tajani: "Per i professionisti si apre una nuova stagione orientata alla crescita e allo sviluppo. Le linee d'azione per sostenere le attività delle libere professioni presentate a Bruxelles dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, segnano una svolta epocale rispetto alle politiche europee sulle professioni e riconoscono il valore e il ruolo imprenditoriale dei liberi professionisti che potranno così accedere ai benefici che fino a oggi hanno riguardato soltanto le piccole e medie imprese, a cominciare dai fondi europei".

L'importante è, adesso, vigilare perché il piano europeo sia ben recepito nelle Regioni che dovranno predisporre bandi non discriminatori, che potrebbero escludere nei fatti i liberi professionisti chiedendo il requisito di iscrizione alla Camera di commercio.

Il Piano si articola su quattro punti: accesso al credito, formazione all'imprenditorialità, accesso ai mercati, riduzione del carico normativo.

Architetti, avvocati, ingegneri, commercialisti, giornalisti, medici e tutti i professionisti delle aree economico-giuridiche, tecniche e sanitarie potranno ricevere finanziamenti tanto dai fondi strutturali, governati a livello nazionale, o regionale, quanto da quelli gestiti direttamente dall'Ue, fra cui Cosme e Orizzonte 2020 per l'innovazione, o la ricerca. Ma potranno, anche, procedere alla propria formazione con corsi, anche, in e-learning e con l'organizzazione di una piattaforma in grado di mettere in contatto università e liberi professionisti, coinvolgendo anche le associazioni di imprese.

Annuciate, poi, da Tajani misure di semplificazione con "Un tavolo di lavoro specifico sarà aperto per fare in modo che siano diffuse a livello europeo le migliori pratiche relative alla semplificazione con il contributo attivo delle associazioni di liberi professionisti".

Fonte: Lavori Pubblici, leggi QUI.

mercoledì 16 aprile 2014

Come ristrutturare casa e risparmiare rispettando l’ambiente

Prima o poi tutti si trovano a dover affrontare delle spese per ristrutturare la propria casa. Ecco come risparmiare puntando sull’efficienza energetica.

Quando si acquista la propria casa, ai nostri occhi sembra perfetta. Dopo qualche anno, però, possono emergere alcuni problemi, ad esempio legati all’isolamento termico dell’edificio. Nonostante comportino una spesa anche elevata, queste problematiche vanno affrontate, anche perché isolando termicamente la propria casa è possibile risparmiare notevolmente sui consumi per il riscaldamento.

Inoltre, chi ristrutturerà la propria casa con lavori finalizzati ad isolare termicamente l’edificio e a renderlo efficiente dal punto di vista energetico, potrà approfittare della proroga degli ecobonus decisa con l’approvazione della Legge di Stabilità.

Per le spese sostenute da giugno 2013 a dicembre 2014 per l’efficientamento energetico della propria casa si potrà usufruire di una detrazione fiscale pari al 65%, mentre per quelle sostenute a partire dal 2015 la detrazione fiscale si ridurrà al 50%.

Vediamo quindi quali sono i punti fondamentali da seguire se si vuole ristrutturare la propria casa secondo principi di ecosostenibilità e risparmio energetico, approfittando così degli ecobonus e contribuendo in prima persona alla tutela dell’ambiente.

Innanzitutto è fondamentale scegliere i materiali che si utilizzeranno. Ovviamente si dovrà optare per materiali di prima scelta: se la spesa iniziale sarà più elevata, si eviterà di dover intervenire nuovamente in futuro su quanto fatto e quindi si risparmierà sui costi di manutenzione.

La scelta cambierà anche in base a come vogliamo utilizzare l’abitazione da ristrutturare: se abbiamo intenzione di venderla a breve, sarà preferibile optare per colori neutri, mentre se la casa rimarrà in nostro possesso dovremmo individuare con attenzione cosa sostituire e cosa mantenere inalterato, così da ammortizzare i costi.

In particolare, fate attenzione alla composizione delle sostanze presenti nei materiali acquistati, che devono essere assolutamente atossici. Ad esempio la formaldeide, abbondantemente presente nelle moquette o in alcuni materiali isolanti, è fortemente tossica e viene rilasciata dai materiali in cui è contenuta nel corso degli anni, con rischi anche gravi per la salute.

Sono pericolose per l’ambiente, invece, i composti organici volatili, meglio conosciuti come VOC, presenti in vernici e collanti per i pavimenti. Sarebbe quindi opportuno acquistare isolanti naturali in fibra di cotone, oppure moquette organiche e vernici a base d’acqua.

L’inquinamento ambientale è anche provocato dai trasporti: scegliere materiali a chilometro zero, prodotti localmente, è sicuramente un modo per contribuire alla riduzione della dispersione di carbonio nell’ambiente.

Inoltre, non bisogna dimenticare che i lavori di ristrutturazione producono rifiuti, in media 115 chilogrammi di materiale di scarto per ogni metro quadrato. Se la produzione di rifiuti è un fatto inevitabile, è importante smaltirli correttamente per evitare che inquinino il territorio: esistono delle ditte che si occupano specificatamente di questo, ritirando elettrodomestici o vecchi cablaggi. Inoltre lo smaltimento di vecchi computer, frigoriferi e lavatrici è a carico del venditore, che dovrà essere contattato nel caso si vogliano sostituire questi apparecchi.

Infine un ultimo consiglio, che farà bene sia all’ambiente che al portafoglio. Spesso non è necessario rifare tutto da capo: molte volte è sufficiente attuare piccoli cambiamenti per avere la sensazione di trovarsi in una casa del tutto nuova. Invece di demolire parti delle casa e gettare i mobili, si può svecchiare e restaurare, anche con le tecniche del fai da te.

Fonte: infobuildenergia, leggi QUI.

venerdì 11 aprile 2014

Presentazione - Pillole di Politica #1

Come forse saprete, ho deciso di candidarmi come consigliere comunale a San Lazzaro, alle prossime elezioni del 25 maggio, con la Lista Civica NOI Cittadini: vorrei spiegarvi il motivo e perché ho scelto proprio una lista civica, anzi la Lista Civica che da 5 anni è presente all’interno del Consiglio Comunale. (per info sulla lista civica, sul programma e sui candidati clicca QUI)


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Sono residente a San Lazzaro dal 2005 e il mio impegno sul territorio è da sempre stato presente, nel gruppo scout e con le mie attività di geometra “ambientalista”.


Alcuni passaggi salienti di questi ultimi anni:
- gennaio 2010, comincio a frequentare assiduamente l’ambiente della Lista Civica NOI Cittadini, condividendone in toto le aspettative, i progetti e le lotte;
- giugno 2010, ho trovato la possibilità di concretizzare i miei sogni e creare una casa per la mia famiglia che fosse rispettosa dell’ambiente, non venisse realizzata con nuova cementificazione del territorio, fosse energeticamente autosufficiente il più possibile e possibilmente ad impatto zero: il progetto Eco-Casa ha visto la luce! (per info sulla Eco-Casa clicca QUI);
- dicembre 2010 assieme ad un gruppo di cittadini diamo luce all’associazione Comunità Energetica, di cui sono tuttora vice-presidente: ci proponiamo di realizzare impianti per produrre energia proveniente da fonti rinnovabili, laboratori di formazione sull’autoproduzione di energia, forme di azionariato popolare per incentivare la partecipazione della popolazione di tutte le condizioni sociali. Nostro primo grande risultato è l’installazione dell’impianto fotovoltaico realizzato sulle scuole “Fantini”, pagato da 72 soci e donato all’amministrazione comunale in regime di sussidiarietà. (per info sulla Comunità Energetica clicca QUI);
- gennaio/maggio 2011 il progetto Eco-Casa si è attuato e finalmente mi sono potuto trasferire con la mia famiglia nella nuova casa, ecologica, sostenibile, praticamente autosufficiente dal punto di vista energetico e veramente molto confortevole;
- ottobre 2011, ho fondato il Comitato Cittadino per la Difesa del Territorio e del Paesaggio, locale rappresentanza del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, tramite questo sono state numerose le battaglie portate avanti in questi anni, eccone alcune:
- richiesta di censimento nazionale degli edifici vuoti, sfitti, invenduti (perché continuare a costruire nuove case se siamo pieni di case vuote?), estesa anche al comune di San Lazzaro, dove il sindaco Macciantelli si è rifiutato di aderire a tale iniziativa;
- presentazione di un disegno di legge nazionale per azzerare il consumo di suolo agricolo, studiato assieme alle centinaia di associazioni aderenti il Forum Nazionale;
- istanza per una moratoria sull’adozione del PUA di Idice sino alla pronuncia dell’autorità giudiziaria relativamente alle indagini in corso;
- istanza per annullare la realizzazione del parcheggio nel “campone degli scout”, all’interno del parco in via Jussi alta;
- osservazioni sull’adozione del POC di Idice;
- esposto sulla fuoriuscita di liquami (inquinamento ambientale) nel “canale dei mulini” in via Castiglia;
- esposto sulla fuoriuscita li liquami (inquinamento ambientale) lungo lo Zena, al Farneto;
- realizzazione di settimane formative e informative in collaborazione con San Lazzaro in Transizione, la “Settimana Rinnovabile” e la “Settimana Sostenibile”.


Si poteva fare molto di più, magari in maniera differente, e forse riscuotendo differenti risultati, ma l’importante è stato accrescere la consapevolezza delle persone verso tutte le tematiche che abbiamo toccato, facendo nascere una curiosità, un dubbio e magari la voglia di impegnarsi in prima persona. (per info sul Comitato clicca QUI)


Il mio ruolo di presidenza nel Comitato viene ufficialmente ad essere sospeso per tutta la durata della campagna elettorale e se verrò eletto cederò tale ruolo, visto che le due posizioni non sono compatibili; sono certo comunque di poter fare del mio meglio ed in maniera ancor più incisiva con la carica di consigliere comunale: per cambiare veramente il mondo in cui viviamo occorre darsi da fare in prima persona, cominciando dalle realtà locali che quotidianamente tocchiamo con mano.


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Questa presentazione vorrebbe far capire come mai ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni amministrative del Comune di San Lazzaro di Savena con la Lista Civica NOI Cittadini alla carica di consigliere; se ne apprezzate il contenuto o volete approfondire qualcosa, scrivetemi, mi fa piacere scambiare opinioni; se infine pensate che ci possano essere altre persone interessate a quanto verrà trattato, potete segnalarmi il loro indirizzo email o metterle in contatto con me.


Perché una lista civica? Per non dipendere da una segreteria di partito che detta la strada da prendere. Per essere infine partecipi della vita pubblica della nostra città, per condividere assieme le scelte più difficili, per fare della partecipazione una cosa concreta: la Lista Civica NOI Cittadini è da sempre fortemente radicata sul territorio e ti posso assicurare che porterò il tuo pensiero nel Consiglio Comunale e le tue attese non resteranno insoddisfatte.


Venite il prossimo venerdì 11 Aprile alle ore 21,00 in Sala di Città a San Lazzaro, sarà un’occasione per raccogliere le firme necessarie per presentare la lista, potrete conoscere tutti i candidati consiglieri, ci sarà la presentazione ufficiale della Lista Civica NOI Cittadini e parleremo insieme del programma elettorale.


A questo punto, perché non votarmi alle prossime elezioni comunali?


Un caro saluto.

Lorenzo Bolognini

mercoledì 9 aprile 2014

L'Europarlamento definisce il pacchetto energia-clima 2030

Passa la linea green, -40% di CO2 e + 30% di rinnovabili

Il Parlamento europeo ha approvato con 341 voti a favore, 263 contrari e 26 astenuti una risoluzione con cui chiede alla Commissione europea di ridurre entro il 2030, rispetto ai valori del 1990, del 40% le emissioni CO2, aumentare del 30% le rinnovabili sul totale e raggiungere il 40% di efficienza energetica.

L’eurodeputato Andrea Zanoni sottolinea“Con questo voto abbiamo messo nero su bianco che la proposta della Commissione europea del 22 gennaio è troppo timida per rispondere alle vere sfide ambientali che ci troviamo di fronte. Per questo oggi abbiamo chiesto alla Commissione europea obiettivi vincolanti per la riduzione delle CO2 a un effettivo e non fittizio 40% e che le energie rinnovabili e l'efficienza energetica raggiungano obbligatoriamente rispettivamente il 30 e il 40% del totale”.

"Per contrastare il cambiamento climatico che sta causando tanti danni ambientali anche in Europa, - continua Zanoni - ci vogliono obiettivi ambiziosi e vincolanti in tutti i 28 Paesi Ue. Non prevedere questa obbligatorietà per le energie rinnovabili o nessun obiettivo per l'efficienza energetica, come previsto dal pacchetto presentato dalla Commissione, vuol dire cedere alle pressioni delle grandi industrie che non si vogliono ripulire – afferma Zanoni – Per quanto riguarda il target del 40 per cento di riduzione delle CO2, questo non deve essere compromesso dalla bolla del mercato di quote Emissions Trading System–ETS che abbiamo già chiesto di congelare affinché non si trasformi in una mera speculazione ambientale”.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, ha commentato positivamente il voto dell'Europarlamento: ''Il Parlamento europeo ha risposto alle deboli proposte su clima ed energia della Commissione europea con proposte più adeguate alla realtà di quello che è necessario fare. L'efficienza energetica e l'energia rinnovabile sono le soluzioni indispensabili per un futuro sempre più libero dai combustibili fossili... Un pacchetto integrato di target vincolanti per il 2030 permetterà all'Europa di ridurre la sua dipendenza dall'import 'volatile' di energia, creare posti di lavoro nel settore dell'energia verde, produrre benefici per la salute dei cittadini europei e aiutare a difenderci dagli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici".

Ricordiamo che il pacchetto clima 2030 presentato dalla Commissione europea il 22 gennaio scorso, prevedeva una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (Ghg) del 40% rispetto al 1990, un obiettivo vincolante a livello Ue per portare la quota delle energie rinnovabili almeno al 27%, politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica, un nuovo sistema di governance e una serie di nuovi indicatori per assicurare un sistema energetico competitivo e sicuro.

Fonte: infobuildenergia, leggi QUI

sabato 8 marzo 2014

Canna fumaria in Condominio: limiti solo dal regolamento

Per l’installazione di una canna fumaria gli unici limiti da rispettare sono quelli fissati dai condomini. Le canne fumarie non hanno natura di costruzione e, quindi, non sono soggette alle regole sulle distanze. A stabilirlo la Corte di Cassazione con la recente sentenza del 03/03/2014, n. 4936.

La realizzazione di una canna fumaria in condominio non ha natura di nuova costruzione e non deve pertanto rispettare le regole in materia di distanze minime. Gli unici limiti e divieti son quelli imposti dal regolamento di condominio e dalle caratteristiche minime di funzionalità e di efficienza fissati dalle normative di sicurezza e di igiene. A spiegarlo la Corte di Cassazione con la Sentenza n. 4936 del 03/03/2014.

Con la sentenza in argomento la Suprema Corte fissa alcuni principi fondamentali. In primo luogo il Collegio ribadisce che le canne fumarie non sono costruzioni, e non sono quindi soggette ai vincoli sulle distanze minime dalle vedute di cui all’articolo 907 Cod. civ. (tre metri dal fondo del vicino). In secondo luogo i giudici hanno ribadito che l’installazione di una canna fumaria lungo il muro perimetrale di un edificio condominiale non è in contrasto con la natura del muro comune e quindi può essere attuata dal singolo condomino, purché nel rispetto dell’articolo 1102 Cod. civ. per il quale il nuovo manufatto deve rispettare il decoro architettonico dell’edificio e non violare il pari diritto degli altri condòmini ad usare la parete comune.

La Corte conclude sostenendo che in difetto di regolamento contrattuale l’installazione di una canna fumaria deve essere considerata illegittima solo se viola il decoro architettonico o se compromette la salubrità dell’aria a causa delle sue emissioni.

Nel caso in esame il proprietario di un immobile situato al piano terra di un edificio condominiale, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dall’assemblea condominiale, e successivamente dal Comune, aveva realizzato una canna fumaria lungo il muro perimetrale dello stabile. Successivamente all’installazione un altro condomino aveva però fatto causa perché sosteneva che la canna fumaria pregiudicasse il suo diritto di veduta. La Corte d’Appello adita aveva deciso per la demolizione della canna fumaria ma la decisione è stata annullata dalla Cassazione in considerazione del fatto che la canna fumaria non rientra nel novero delle «costruzioni».

Fonte: Legislazione Tecnica, leggi QUI.

sabato 1 marzo 2014

Le radici del futuro: riqualificare il patrimonio edilizio di valore storico culturale

Il patrimonio edilizio storico, la riqualificazione degli edifici storici, l'esperienza del FAI

Il patrimonio edilizio storico: i numeri

Dai dati diffusi dal Cresme (2012) emerge come in Italia vi siano almeno due milioni e mezzo di case che necessitano di interventi significativi di consolidamento, restauro e/o efficientamento energetico, tutti importanti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

I dati Istat e Cresme segnalano, infatti, che quasi 7milioni e 200 mila edifici hanno più di 40 anni, il 61% del patrimonio complessivo delle costruzioni abitative del Paese. Nelle grandi città metropolitane questa percentuale cresce fino a toccare il 76% che nei prossimi dieci anni arriverà all’85%. Nelle città capoluogo oggi è il 68,7% e fra dieci anni sarà il 79,7%. Un secondo dato molto interessante è che il peso delle ristrutturazioni edilizie, nel fatturato complessivo delle imprese edili italiane del settore, è passato dal 25% del 2008 al 40% stimato del 2013. Questo a conferma della rilevante fascia di mercato rappresentata dal patrimonio edilizio esistente. La riqualificazione è già oggi il principale mercato delle costruzioni, stando al dato del Cresme: per l’edilizia residenziale vale, già oggi, oltre 133 miliardi di Euro. Se si guarda alla sola situazione di Roma, il mercato delle costruzioni della capitale vale 10,7 miliardi di euro di cui 5,5 destinati alla manutenzione straordinaria e solo 2,5 alla manutenzione ordinaria. Il solo patrimonio immobiliare capitolino conta almeno 25mila edifici in uno stato di conservazione non buono.

In uno studio del CNA-CRESME, pubblicato nel maggio 2013, si evidenzia come la spesa degli interventi di rinnovo abbia raggiunto il 61,6% dell’intero fatturato dell’edilizia. Dal 2006 ad oggi il peso della riqualificazione è cresciuto di oltre 6 punti percentuali, attenuando la caduta verticale delle nuove costruzioni (-44% dal 2006 al 2012).

Di grande aiuto per innescare questa tendenza sono stati certamente sia i provvedimenti di defiscalizzazione sul recupero edilizio, sia i provvedimenti di defiscalizzazione sull’efficientamento energetico. Con gli incentivi alla ristrutturazione e al risparmio energetico, al 2012, lo Stato italiano ha registrato un saldo economico positivo di 2,3 miliardi di euro e un saldo finanziario positivo al 2012 di 17,8 miliardi di euro; si è raggiunta quindi una doppia azione positiva, sia sull’andamento del mercato sia sui conti dello Stato.

Significativo è quindi il ruolo della riqualificazione energetica degli edifici esistenti, che abbiano o meno un valore particolare dal punto di vista storico-artistico.

Il principio di economia circolare

Il recupero edilizio è in piena sintonia con l’applicazione del principio di economia circolare. In questo senso il recupero del manufatto edilizio aggiunge valore rispetto all’obiettivo sovraordinato di sostenibilità ambientale. La normativa di incentivo alla riqualificazione edilizia, purtroppo, troppo spesso non affina con precisione quest’ottica e tende a mettere sullo stesso piano – per esempio anche nei sistemi di defiscalizzazione – il recupero dei manufatti edilizi e la loro demolizione e ricostruzione. Questo equivoco merita di essere chiarito sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale dell’intervento, sia dal punto di vista culturale: perché al di là del valore storico-artistico, in ogni manufatto vi è traccia della cultura materiale delle popolazioni umane avvicendatesi durante i vari periodi storici, come tracce dell’identità collettiva,ovvero quella “semantica” del paesaggio tanto cara a Eugenio Turri. Si può citare a questo proposito la lunga battaglia del FAI a Trento contro l’abbattimento delle Carceri austroungariche, edificio unitario e integrato con il Palazzo di Giustizia, il cui necessario recupero trova ragioni nella salvaguardia del suo valore culturale ed identitario per la città e per la storia e la memoria del Paese in un’ottica mitteleuropea; ragioni queste rafforzate anche dagli obiettivi di sostenibilità ambientale, trattandosi di un recupero di materiale significativo, con riduzione della produzione di rifiuti e del consumo di risorse primarie.

E’ fondamentale ricordare anche come la riqualificazione urbana possa assumere un enorme valore come opera pubblica: basti pensare alle dimensioni quantitative e qualitative del patrimonio pubblico, dai Palazzi di giustizia –come nell’esempio appena citato- alle scuole di ogni ordine e grado, agli ospedali ecc. Riqualificare questi edifici dal punto di vista della sicurezza e dal punto di vista energetico – unitamente alla loro valorizzazione culturale - rappresenta un impegno di grande rilievo, con un obiettivo molto alto e importante per la qualità della vita dei cittadini.

La riqualificazione degli edifici storici

Per quanto riguarda la riqualificazione degli edifici storici, in Europa, non mancano gli esempi: basta citare a questo proposito il Progetto Sechurba (www.sechurba.eu), dal titolo emblematico “Dalla cultura e dalla storia allo sviluppo sostenibile. Assicurare il futuro, conservando il passato”, per cogliere lo spirito con cui questo tema viene veicolato alla scala comunitaria. Su questo particolare segmento edilizio insistono tuttavia problematiche particolari, tra cui per esempio, l’esclusione sia degli edifici storici sia dei centri storici dagli obiettivi di sviluppo sostenibile per le difficoltà dovute al quadro normativo e programmatico; la loro esclusione dalla Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici 2002/91/CE); gli emendamenti nel EPBD-Energy Performance of Buildings - Direttiva 2002/91/CE, recepita nel D.lgs 311/2006 - direttiva sulle prestazioni tecniche degli edifici del 2009, che escludono ancora una volta gli edifici storici e i monumenti dal quadro obbligatorio degli interventi sostenibili anche se vi sono stati fissati gli obiettivi di massima per l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare. Si aggiungono a tutto questo alcune oggettive difficoltà legate all’intervento sul patrimonio storico, per esempio quelle nel calcolo delle prestazioni energetiche, che richiedono concessioni nel metodo di calcolo per tenere conto della specificità di questi edifici con caratteristiche tipologiche molto peculiari (soffitti alti, grande massa termica dovuto allo spessore dei muri ecc). In quest’ottica occorre combinare la cultura dell’efficientamento energetico a quella del restauro e del recupero sostenibile degli edifici storici in vista della tutela e della valorizzazione del patrimonio dei Beni culturali.

Questo è quanto oggi si è raggiunto, per esempio, con il nuovo protocollo di certificazione GBC Historic Building, nato per colmare la lacuna che, appunto, caratterizzava l’applicazione dei principi di sostenibilità all’ambito degli interventi di conservazione architettonica.

Su questo tema si apre anche un altro importante argomento, ovvero la necessità di innestare la cultura della sostenibilità ambientale anche tra quanti si occupano o sono predisposti alla tutela del valore storico-artistico degli edifici. In quest’ottica è certamente necessario un percorso che porti ad una maggiore flessibilità nell’evoluzione formale degli edifici storici, un importante cambiamento –già in atto – nella cultura della conservazione.

L’asse che si sviluppa da questo ragionamento è, quindi, “conservazione – restauro – ristrutturazione”attraverso tecniche conservative innovative, per sviluppare, per esempio, la sostenibilità anche nelle stesse tecniche di restauro. La sfida è quella di integrare restauro e conservazione con tecnologie innovative in grado di tendere verso il risparmio energetico e la sostenibilità. Introdurre il tema della sostenibilità, per esempio ai fini dell’efficentamento energetico, crea nei beni storici evidentemente delle problematicità. Ma proprio a partire da questi problemi possono nascere nuove opportunità: sia per lo stimolo verso la conservazione dei Beni, sia per la possibilità di innovare nell’ambito delle soluzioni tecniche e dei materiali, si aprono quindi prospettive molto interessanti legate alla progettualità e alla innovazione.
L’esperienza del FAI

IL FAI opera da sempre in questo contesto, ma a sua volta ha vissuto e vive un progressivo interrogarsi su queste tematiche. Con i suoi 49 Beni salvati e gestiti pari a 40mila metri quadrati di edifici storici tutelati, di cui 28 Beni monumentali regolarmente aperti al pubblico, il FAI ha sviluppato nei sui quasi 40 anni di attività un’esperienza significativa.

A fronte di questa lunga esperienza diretta in materia - sia di recupero e restauro del patrimonio storico artistico sia in tema di gestione dello stesso - oggi, possiamo affermare con certezza che la comprensione, la progettazione ed il risanamento degli edifici storici richiede un approccio olistico che tenga conto della fattibilità architettonica, energetica ed economica. Questo approccio deve valutare l’interconnessione e l’integrazione di tutti i componenti e dei sistemi di costruzione, nonché delle tecnologie antiche e moderne per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e riduzione dell’impatto ambientale.

Nei suoi 40 anni di attività nel recupero e nella valorizzazione dei Beni culturali e paesaggistici, il FAI ha compiuto un lungo cammino di grande crescita: dalla focalizzazione sul restauro conservativo di alta qualità fino al nuovo e più complesso approccio al progetto integrato in un’ottica di sostenibilità ambientale.
Vediamo di seguirne qui di seguito alcune tappe tra le più importanti.

La prima svolta per il FAI è stata la consapevolezza nei confronti della sostenibilità economica nella gestione e manutenzione dei Beni monumentali: l’obiettivo ambizioso è quello dell’autosostentamento dei Beni, che riguarda sia la gestione sia la manutenzione del Bene.

In questa ottica la sostenibilità diviene un termine economico prima che tecnico, ma prerogativa essenziale per analizzare un patrimonio immobiliare, soprattutto per una organizzazione senza scopo di lucro che vive delle donazioni dei suoi iscritti e sostenitori. La finalità della sostenibilità economica è, per altro, la vena che guida gli interventi di efficientamento energetico capaci di ridurre significativamente gli elevati costi di gestione di un Bene storico artistico, permettendone la valorizzazione e la rifunzionalizzazione.

La seconda grande svolta è stata quella verso la sostenibilità ambientale dei Beni. Il percorso verso la sostenibilità è nato con un crescendo, dai primi approcci sull’efficienza energetica di alcuni Beni, all’esplorazione dell’utilizzo di fonti rinnovabili, fino all’approccio integrato che caratterizza ormai i nuovi progetti d’intervento.

Vediamo nel dettaglio alcuni casi:

Villa Necchi Campiglio

La progettazione del restauro di Villa Necchi - villa urbana in pieno centro di Milano, progettata e costruita dall’arch. Piero Portaluppi negli anni ’30 su commissione delle sorelle Nedda e Gigina Necchi e Angelo Campiglio - inizia all’inizio degli anni 2000.



Villa Necchi Campiglio Milano, foto by Giorgio Majno

Nel 2003 vengono svolti alcuni studi di fattibilità e di valutazione delle soluzioni possibili per introdurre un impianto di derivazione delle acque di falda ad uso di condizionamento nel quadro di una ristrutturazione tecnica di tutta l’impiantistica della Villa.

I lavori sono poi iniziati nel 2006 e ci sono voluti due anni per la realizzazione dell’intero progetto. Dei 6 milioni di costo totale per il restauro conservativo della Villa, circa 1,3 milioni sono stati dedicati proprio agli impianti.

Due i vincoli principali: il contenimento del rumore e dell’impatto visivo. L’impianto è stato per questo inserito sottoterra, insonorizzando le macchine e realizzando gli impianti scollegati dalle strutture attraverso molle o prodotti analoghi. Per questo si è dovuto realizzare uno scavo sotto al campo da tennis per creare uno spazio di circa 130 mq dove sono state posizionate le centrali dell’impianto meccanico. In questo spazio sono stati posizionati un gruppo frigo, due unità di trattamento aria, la caldaia, il gruppo elettrogeno, tutto l’impianto di trattamento dell’acqua della piscina oltre ai collettori e quanto fa parte di una centrale di termoventilazione. Alla centrale fanno quindi riferimento tutti gli impianti della villa.

Anche l’impianto idraulico e sanitario è stato completamente ridisegnato con il rifacimento di tutti gli scarichi, ma la peculiarità del progetto riguarda la realizzazione di un pozzo: l’acqua di questo pozzo viene utilizzata per il riempimento della piscina che a sua volta funge da riserva idrica anti incendio, per la condensazione dei gruppi frigo, e, essendo acqua non potabilizzata viene inviata ai WC. Inoltre serve l’intero impianto di irrigazione automatico del giardino. Si tratta di impianto molto sofisticato, che garantisce la massima sicurezza di utilizzo.

Si dovette invece rinunciare all’inserimento di un impianto geotermico per un problema di costi e all’inserimento di alcuni pannelli fotovoltaici, rifiutati dai vincoli monumentali.

La Cavallerizza

La Cavallerizza di Radetzky è la sede centrale del FAI, frutto di un importante accordo tra la Fondazione, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia e la Biblioteca Nazionale Braidense.



La Cavallerizza foto by Giorgio Majno

La Cavallerizza risale alla prima metà del XIX secolo, venne edificata come maneggio coperto, che la leggenda vuole destinato al Feldmaresciallo Radetzky e alla sua cavalleria. Nel 1998-99 l’arch. Vittorio Gregotti curò per il MiBacT il progetto di restauro dell’edifico. Ospita nei piani interrati depositi di materiali librari, in particolare i periodici, della Biblioteca Nazionale Braidense.

Al momento del suo ingresso nell’edificio il FAI ha trovato il restauro completato e tutta l’impiantistica operativa, con tecnologia purtroppo già datata.

Non avendo quindi la Fondazione né progettato né eseguito gli interventi, impianti inclusi, l’unica possibilità di intervento residua è stata quella del monitoraggio: si è quindi realizzato un attento e puntuale monitoraggio finalizzato alla riduzione/ottimizzazione dei consumi attraverso: la raccolta dei dati relativi ai consumi delle diverse aree e utenze, in particolare per quelle che hanno maggior assorbimento; l’analisi dei dati, al fine di evidenziare eventuali consumi anomali o critici; la sensibilizzazione, grazie a dati oggettivi, al corretto utilizzo delle risorse energetiche; la realizzazione di azioni che permettano la riduzione dei consumi.

Bosco di San Francesco

Il Bosco di San Francesco comprende 64 ettari di terreni boschivi, campi coltivati, radure e uliveti alle spalle della Basilica di S. Francesco di Assisi.



Bosco San Francesco, - Mulino, foto by Andrea Angelucci

A fondovalle si trova un microcosmo abitato tra il XIII e il XIV secolo da monache benedettine che comprende una chiesa, un mulino, i resti di un ospedale e di un monastero e più avanti un’antica torre-opificio.

Gli interventi nei complessi edilizi storici hanno visto l’introduzione di pompe di calore; mentre il piccolo edificio dedicato a punto informativo è stato completamente efficentato.

Verso l’approccio globale a Punta Mesco e a Cerrate

E’, tuttavia, proprio nei nuovi progetti ancora in corso che meglio si evidenzia il nuovo approccio integrato al recupero del Bene in un’ottica di sostenibilità ambientale.

La proprietà di Punta Mesco è un’area naturale comprensiva di tre piccoli fabbricati rurali, di circa 45 ettari, donata alla Fondazione nel 2009 dall’immobiliare Fiascherino. Situata sulla sommità del Promontorio di Punta Mesco che separa l’insenatura di Levanto da quella di Monterosso, in un terreno di eccezionale pregio naturalistico e paesaggistico. Siamo nel Parco nazionale delle Cinque Terre, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e area SIC (Sito di importanza comunitaria 89-Punta mesco).

L’approccio al progetto è stato in questo caso complessivo e in un’ottica di sostenibilità globale del sito, che vede interventi sul paesaggio con il recupero rurale di valore storico culturale, sui manufatti architettonici con l’efficentamento energetico, la gestione integrata delle acque, l’approvvigionamento tramite fonti rinnovabili ecc…

Complesso dell’Abbazia di Cerrate

Fondata da Re Tancredi di Altavilla, l’abbazia risale al XII secolo. Nel 1531 il complesso passò sotto il controllo dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli: oltre alla Chiesa c’erano stalle, un pozzo, un mulino e due frantoi. E’ uno dei più significativi esempi del romanico in Puglia.



Abbazia S.Maria di Cerrate, foto by Francesco Franciosi

Non era solo un centro religioso ma anche un centro produttivo, con una ricca pertinenza agricola. Il recupero dell’intero complesso monumentale e delle parti rurali prevede interventi sul paesaggio e sui manufatti completamente integrati in una visione di sostenibilità ambientale.

Fonte: Infobuildenergia, leggi QUI.

martedì 25 febbraio 2014

Decreto Milleproroghe 2014: ecco tutte le proroghe del settore tecnico

Tutte le norme del D.L. 150/2013: Sfratti esecutivi; Adeguamento antincendio strutture ricettive; Messa in sicurezza di edifici scolastici; Requisito dell’adeguata idoneità tecnica ed organizzativa per la qualificazione nei contratti pubblici; Impianti a fune; Sicurezza macchine agricole; Accise sul carburante per la cogenerazione; Emergenza rifiuti.

La Camera ha approvato il disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del D.L. 30/12/2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative, il provvedimento torna ora all'esame del Senato.

Certamente è di grande rilevanza la norma introdotta dal Senato - e confermata dalla Camera - che differisce dal 01/01/2014 al 30/06/2014 il termine di cui al comma 4 dell'art. 15, del D.L. 18/10/2012, n. 179, recante l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito per i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali.

Inoltre, con la legge di conversione viene introdotta la proroga dal 01/01/2013 al 01/07/2014 del termine, di cui all'art. 6-bis, comma 1, del D. Leg.vo 163/2006, relativo all'acquisizione, esclusivamente attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici, della documentazione comprovante il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario.

La Camera ha, inoltre, esteso fino al 31/12/2014 la durata del periodo transitorio in cui trova applicazione la disciplina previgente al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti - SISTRI. Detto termine era fissato all'01/08/2014, ai sensi dell'art. 11, comma 3-bis del D.L. 101/2013.

Si riporta di seguito una panoramica esaustiva dei termini prorogati dal D.L. 150/2013, con l’indicazione delle eventuali modifiche introdotte dal DDL di conversione. Si ricorda che per avere un quadro completo e definitivo occorrerà attendere comunque la conversione in legge del provvedimento.

EDILIZIA E PREVENZIONE INCENDI

Prevenzione incendi strutture ricettive turistico-alberghiere

Ulteriormente prorogato al 31/12/2014 il termine per completare l’adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto esistenti alla data del 11/05/1994 (data di entrata in vigore del D.M. 09/04/1994, che siano in possesso dei requisiti per l’ammissione al piano straordinario biennale di adeguamento antincendio approvato con il D.M. 16/03/2012.

In sede di conversione in legge è stata introdotta la seguente disposizione: «Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, si provvede ad aggiornare le disposizioni del decreto del Ministro dell'interno 9 aprile 1994, semplificando i requisiti ivi prescritti, in particolare per le strutture ricettive turistico-alberghiere fino a cinquanta posti letto.».

Sfratti esecutivi

Il provvedimento dispone ulteriormente il blocco fino al 30/06/2014 delle esecuzioni di rilascio per finita locazione degli immobili ad uso abitativo. Tale termine è stato differito al 31/12/2014, in sede di conversione in legge, dalla Camera, che ha anche disposto che dei benefici fiscali di cui alla L. 9/2007 non si terrà conto ai fini della determinazione dell'acconto IRPEF per il 2015.

La norma si estende a tutti i comuni di cui all'art. 1, comma 1, della L. 9/2007, vale a dire i capoluoghi di provincia, i comuni con essi confinanti con popolazione superiore a 10.000 abitanti ed i comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera CIPE n. 87/2003.

Messa in sicurezza di edifici scolastici

Ai fini dell’attuazione degli interventi di messa in sicurezza, ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici previsti dall’art. 18, commi da 8-ter a 8-quinquies, del D.L. 69/2013 (convertito in legge dalla L. 98/2013), è prorogato al 30/06/2014 il termine oltre il quale il mancato affidamento dei lavori comporta la revoca dei finanziamenti, per le sole Regioni nelle quali gli effetti della graduatoria sono stati sospesi da provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.

CONTRATTI PUBBLICI

General Contractor: requisito dell’adeguata idoneità tecnica ed organizzativa per la qualificazione

Prorogato al 31/12/2014 il termine di cui all’articolo 189, comma 5, del Codice dei contratti di cui al D. Leg.vo 163/2006, relativo alla dimostrazione del possesso dei requisiti di adeguata idoneità tecnica ed organizzativa, che risulta quindi così modificato: “Per le iscrizioni richieste o rinnovate fino al 31 dicembre 2014, il possesso dei requisiti di adeguata idoneità tecnica e organizzativa di cui al comma 3 può essere sostituito dal possesso di attestazioni SOA ai sensi del regolamento, per importo illimitato in non meno di tre categorie di opere generali per la Classifica I, in non meno di sei categorie, di cui almeno quattro di opere generali per la Classifica II e per la Classifica III, in nove categorie, di cui almeno cinque di opere generali”.

Singole imprese: requisito dell’adeguata idoneità tecnica ed organizzativa per la qualificazioneProrogato al 31/12/2014 il termine di cui all’articolo 357, comma 27, del Regolamento attuativo del Codice dei contratti di cui al D.P.R. 207/2010, relativo alla dimostrazione del possesso dei requisiti di adeguata idoneità tecnica ed organizzativa, che risulta quindi così modificato: “In relazione all’articolo 100, comma 1, lettera c.2)[dimostrazione del requisito di adeguata idoneità tecnica ed organizzativa, NdR], fino al 31 dicembre 2014, i soggetti in possesso di attestazioni SOA per classifica illimitata, possono documentare l’esistenza del requisito a mezzo copia conforme delle attestazioni possedute, nei limiti di validità di cui all’articolo 98, comma 1, del presente regolamento, secondo quanto prescritto dall’articolo 189, comma 5, del codice [Cfr. quanto indicato alla proroga precedente, NdR]”.

VARIE

Impianti a fune

Prorogati di ulteriori 6 mesi i termini in materia di impianti funiviari, già prorogati dall’art. 11-bis del D.L. 216/2011 (convertito in legge dalla L. 14/2012), relativi alle scadenze temporali fissate al paragrafo 3 delle norme regolamentari approvate con D.M. 02/01/1985 (Norme regolamentari in materia di varianti costruttive, di adeguamenti tecnici e di revisioni periodiche per i servizi di pubblico trasporto effettuati con impianti funicolari aerei e terrestri) e riguardanti la durata della vita tecnica, le revisioni speciali e le revisioni generali degli impianti a fune di cui si prevede l’ammodernamento con i benefici di cui all’art. 8, comma 3, della L. 11/05/1999, n. 140, o con altri benefici pubblici statali, regionali o di enti locali.

La proroga ha per oggetto anche gli impianti ricompresi nell’elenco delle opere connesse allo svolgimento dei giochi olimpici invernali «Torino 2006».

Sicurezza macchine agricole

Il provvedimento dispone ulteriormente la proroga rispettivamente al 30/06/2014 ed al 01/01/2015 dei termini in precedenza fissati al 28/02/2013 e 01/01/2014 dall’art. 111, comma 1, del D. Leg.vo 285/1992 (Nuovo codice della strada), che risulta quindi così modificato: “Al fine di garantire adeguati livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro e nella circolazione stradale, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con decreto da adottare entro e non oltre il 30 giugno 2014, dispone la revisione obbligatoria delle macchine agricole soggette ad immatricolazione a norma dell'articolo 110, al fine di accertarne lo stato di efficienza e la permanenza dei requisiti minimi di idoneità per la sicurezza della circolazione. Con il medesimo decreto è disposta, a far data dal 1° gennaio 2015, la revisione obbligatoria delle macchine agricole in circolazione soggette ad immatricolazione in ragione del relativo stato di vetustà e con precedenza per quelle immatricolate antecedentemente al 1° gennaio 2009, e sono stabiliti, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, i criteri, le modalità ed i contenuti della formazione professionale per il conseguimento dell'abilitazione all'uso delle macchine agricole, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 73 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”.

Accisa sul carburante utilizzato nella produzione combinata di energia elettrica e calore (cogenerazione)

Prorogato al 30/06/2014 il termine di cui all’articolo 3-bis, comma 2, del D.L. 16/2012 (convertito in legge dalla L. 44/2012), relativo alle accise sul carburante utilizzato nella produzione combinata di energia elettrica e calore, che risulta quindi così modificato: “Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2014, alla produzione combinata di energia elettrica e calore, per l'individuazione dei quantitativi di combustibile soggetti alle aliquote sulla produzione di energia elettrica continuano ad applicarsi i coefficienti individuati dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas con deliberazione n. 16/98 dell'11 marzo 1998, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 82 dell'8 aprile 1998, ridotti nella misura del 12 per cento”.

AMBIENTE E SMALTIMENTO RIFIUTI

Smaltimento rifiuti in discarica

Ulteriormente prorogato al 31/12/2014 il termine oltre il quale non saranno più ammessi in discarica i rifiuti con Potere calorifico inferiore (PCI) > 13.000 kJ/kg, di cui all’articolo 6, comma 1, lettera p), del D. Leg.vo 36/2003. Il termine era stato in precedenza prorogato al 31/12/2013 dal D.L. 1/2013.

Emergenza rifiuti in Campania

Ulteriormente prorogata al 30/06/2014 la durata della fase transitoria di cui all’art. 11, comma 2-ter, del D.L. 195/2009 (convertito in legge dalla L. 26/2010), durante la quale le sole attività di raccolta, di spazzamento e di trasporto dei rifiuti e di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata continuano ad essere gestite, secondo le attuali modalità e forme procedimentali, dai comuni della Regione Campania, in luogo del subentro in tali funzioni da parte delle province, come previsto dal comma 2 del medesimo articolo 11.

Prorogato altresì al 30/06/2014 il termine fino al quale, nelle more del completamento degli impianti di compostaggio nella regione Campania, e per le esigenze della Regione stessa, gli impianti di compostaggio in esercizio sul territorio nazionale possono aumentare la propria autorizzata capacità ricettiva e di trattamento sino all’8%. Con la stessa decorrenza cesseranno gli effetti delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri all’uopo adottate.

Fonte: Legislazione Tecnica, leggi QUI.