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sabato 8 febbraio 2014

Isolare conviene?

Per poter rispondere alla domanda e comprenderne i contenuti è importante innanzitutto fornire la definizione di isolamento termico.

Per isolamento termico di un edificio si intende il ricorso a soluzioni tecnologiche e costruttive tali da ridurre le perdite di calore verso l’esterno durante l’inverno e l’ingresso del calore in casa durante l’estate. La progettazione e/o ristrutturazione delle strutture opache e trasparenti che formano e definiscono l’edificio o involucro va fatta accuratamente, con particolare attenzione alla scelta dei materiali, in quanto le loro caratteristiche, la loro collocazione ha un’incidenza dal punto di vista energetico. Bisogna pensare l’edificio come una “scatola chiusa ma non sigillata” che deve mantenere all’interno sempre la stessa temperatura di comfort facendosi condizionare il meno possibile dalle differenza di temperatura che ci sono all’esterno, questo è fattibile solo isolando più possibile la scatola in modo da evitare perdite. Isolando inoltre si contribuisce alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive ed inquinanti riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile. Costruire o ristrutturare le proprie abitazioni in maniera attenta e responsabile permette di partecipare concretamente alla protezione del nostro pianeta.

L’ isolamento termico e i suoi vantaggi

- Per l’ambiente. Isolando si contribuisce alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive ed inquinanti riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile. Costruire e ristrutturare le proprie abitazioni in maniera attenta e responsabile permette di partecipare concretamente alla protezione del nostro pianeta.

- Per il vantaggio economico. Una casa isolata ha dispersioni termiche ridotte e di conseguenza anche le bollette per il riscaldamento e condizionamento. I consumi energetici degli edifici si possono ridurre fino al 70-80% isolando le pareti esterne dell’edificio e le coperture.

Gli interventi di isolamento termico dell’immobile sono i più convenienti in quanto le spese di manutenzione sono praticamente assenti e si possono ottenere interessanti incentivi che possono contribuire a rendere ancora più conveniente ogni intervento (ad esempio le detrazioni del 65% previste dalla Finanziaria).

Rispetto alle attuali situazioni finanziarie e alle forme di investimento presenti, investire nell’isolamento termico vuol dire mettere i soldi in una banca virtuale che produce un tasso di rendita molto più elevato. Visto l’aumento continuo dei costi di combustibili, una casa che consuma di meno è una garanzia di maggiore sicurezza economica.

Nei condomini gli elementi più disperdenti sono le pareti esterne attraverso le quali si disperde circa il 45-50% del calore, mentre le case singole sono soggette a perdite di calore che passano soprattutto attraverso i tetti mal isolati (40-50%).

- Per il comfort abitativo. La casa è il luogo dove in assoluto si cercano le migliori condizioni di soggiorno. Un buon isolamento termico dell’edificio permette di mantenere una temperatura interna il più possibile costante ed omogenea e garantire all’interno degli ambienti condizioni di benessere, impedendo al calore di disperdersi verso l’esterno durante l’inverno o di entrare durante l’estate. Soluzioni costruttive corrette per la coibentazione di pareti, coperture e solai permettono di evitare fenomeni di condensa e muffa sulle strutture che potrebbero dare luogo a vere e proprie malattie.

Dove e come isolare

Vista la contingente e critica situazione dell’edilizia negli ultimi anni che vede fermo il mercato delle nuove costruzioni, una grossa opportunità per il futuro prossimo è costituita dal recupero del patrimonio edilizio esistente. C’è una imprescindibile necessità di riqualificazione del patrimonio esistente (il consumo medio è di 180 kWh per metro quadro all’anno), che può consentire ai proprietari un maggior comfort e un maggior risparmio e al governo di poter concorrere in modo rilevante al conseguimento degli obiettivi delineati dalla Strategia Energetica Nazionale.

Come dice l’Ipcc, Intergovernmental Panel on Climate Change, “è più conveniente investire nella efficienza energetica degli edifici che non nelle fonti di energia rinnovabile…L'ambiente edificato offre possibilità di ridurre le emissioni a breve termine e a costi contenuti, in primo luogo grazie al miglioramento dell'efficienza energetica nell'edilizia.”

Per capire dove e come isolare è fondamentale effettuare una diagnosi energetica o audit energetico dell’edificio oggetto dell’intervento. Primo passo quindi è un insieme sistematico di rilievo, raccolta e analisi dei parametri relativi ai consumi specifici, correlati alle condizioni di esercizio dell’edificio e dei suoi impianti e una valutazione tecnico-economica dei flussi di energia.

Lo scopo della diagnosi energetica è quello di individuare possibili soluzioni tecniche che possano migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, riducendo i consumi di energia. Di seguito si analizzano le possibili soluzioni e tecnologie costruttive per gli interventi di riqualificazione dell'involucro opaco e trasparente.

Le diverse soluzioni costruttive dell’ isolamento termico

La ristrutturazione delle strutture opache che formano e definiscono l’edificio va fatta accuratamente, analizzando la situazione esistente con una analisi delle strutture e del loro grado di isolamento e con particolare attenzione alla scelta e associazione dei materiali. Le caratteristiche e la collocazione di ogni materiale ha un’ incidenza differente dal punto di vista energetico.

Le strutture dell’involucro edilizio da isolare sono:
- pareti
- coperture
- pavimenti su ambienti non riscaldati, su esterno o controterra.

Le pareti opache

Diverse sono le modalità per isolare le pareti esterne di un edificio a seconda della posizione del materiale isolante rispetto alla struttura:
- isolamento dall’esterno
- isolamento in intercapedine
- isolamento dall’interno.

Isolamento dall’esterno

Tra le soluzioni di isolamento dall’esterno forse la più nota è la tecnologia di isolamento a cappotto termico.

L’isolamento a cappotto consiste nell’incollare i pannelli di isolante sulla struttura edilizia preesistente, facendo attenzione a che il posizionamento delle lastre isolanti sia fatto a giunti sfalsati, anche in corrispondenza degli spigoli, staccandosi da terra con un profilo di partenza. Sui pannelli viene applicato il rasante e annegata la rete portaintonaco per effettuare la finitura. E’ importante che la posa in opera sia effettuata da personale specializzato, scegliendo aziende che forniscono l’intero “sistema a cappotto”, dove la scelta delle colle, del rasante è compatibile con il materiale stesso.

Questo tipo di sistemi è dotato anche di garanzia. Infatti la corretta posa in opera del sistema cappotto garantisce la stabilità nel tempo del rivestimento eliminando crepe e lesioni che costituiscono le ragioni del degrado delle facciate.

Posa in opera del sistema a cappotto. Fonte: Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato (BA)



Tra le altre tecnologie per isolare dall’esterno ci sono anche le facciate ventilate e gli intonaci termoisolanti.

Isolare dall’esterno comporta molti vantaggi, tra cui:

- ridurre i ponti termici: infatti l’isolante costituisce l’ultimo strato della parete coprendo uniformemente tutti gli elementi strutturali, quali pilastri e travi;

- evitare fenomeni di condensa sia superficiale che interstiziale ed evitare la formazione di muffe, proprio perché la struttura è tutta “calda” e più difficilmente raggiunge temperature pari a quella di rugiada;

- proteggere le strutture edilizie dagli sbalzi termici demandando all’isolante l’assorbimento dello sbalzo termico;

- garantire una uniformità di temperatura all’ interno dell’ambiente, per cui il salto tra la temperatura al centro del locale e quella superficiale della parete è di pochi gradi evitando il fenomeno della “parete fredda”;

- aumentare la capacità della parete di accumulare calore. I muri si scaldano, accumulano il calore e lentamente lo rilasciano nei locali quando si spegne l’impianto.

Isolamento in intercapedine

L’isolamento in intercapedine prevede l'inserimento dell'isolante all'interno della cortina edilizia, trattandosi di strutture esistenti (la parete a doppia fodera è la più diffusa tra le tecnologie costruttive esistenti) sono utilizzati per insufflaggio isolanti sfusi. Con l’uso di isolanti sfusi è importante tener conto dell’effetto del costipamento in modo da evitare dei vuoti di isolante all'interno della parete o l’ammassarsi del materiale nella zona bassa della parete con il conseguente peggioramento dell’efficienza energetica della struttura.

Posizionando l’isolamento in intercapedine, si pone il problema dei ponti termici in quanto l’isolante si interrompe in corrispondenza di pilastri e travi.

Foratura di una delle pareti oggetto di intervento. Sono stati eseguiti più fori in altezza poiché l’intercapedine della parete era divisa da giunti orizzontali. Fonte: Tep srl



Esempio di verifica della stratigrafia dell’intercapedine. Fonte: Tep srl



Isolamento dall’interno

Questo tipo di isolamento si ottiene foderando le pareti (e anche soffitti) dall’interno.

Riguarda essenzialmente interventi di riqualificazione energetica in cui non è possibile intervenire con l’isolamento dall’esterno o nell’intercapedine. Tale soluzione infatti sottrae superficie utile agli ambienti ed può aumentare il rischio di fenomeni di condensa.

Per limitare possibili danni dovuti a fenomeni termo igrometrici si consiglia di posizionare una barriera al vapore prima dello strato isolante oppure creare un’intercapedine d’aria tra muratura e controparete.

Con questa applicazione non si sfrutta la capacità della parete di accumulare calore in quanto appena acceso l’impianto l’ambiente si riscalda rapidamente ma altrettanto rapidamente si raffredda allo spegnimento dell’impianto stesso: viene scaldata solo l’aria e non la struttura muraria.

Di contro però ha come vantaggi :
- semplicità di posa in opera
- possibilità d’intervento su edifici con facciate sottoposte a vincoli storici o architettonici (es.mattoni faccia a vista, bugnato, etc.)
- possibilità di intervento parziale (appartamento singolo).



Coperture inclinate

I tetti a falda possono essere:

- ventilati
- non ventilati

La ventilazione è data da un’intercapedine d’aria ventilata posta immediatamente sotto le tegole, ottenuta con arcarecci tra cui è interposto l’isolante. Sulla gronda una griglia forata parapasseri lascia entrare l’aria e un colmo rialzato ne permette l’uscita. La ventilazione consente di ridurre la temperatura superficiale dell’ isolante in modo che questo non alteri le sue prestazioni a causa di valori di temperatura troppo elevati soprattutto d’estate.

Alcuni regolamenti edilizi comunali prevedono obbligatoriamente l’applicazione di tetti ventilati.

Isolamento di un tetto a falda non ventilato. Fonte : Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato (BA)



Coperture piane a terrazzo

Si distinguono in :
- tetto caldo
- tetto freddo o rovescio

La distinzione è relativa alla posizione che l’impermeabilizzante ha rispetto all’isolante, nel tetto caldo l’impermeabilizzante è posto sopra l’isolante proteggendolo dalle acque meteoriche, nel tetto freddo o rovescio l’impermeabilizzante è posto sotto l’isolante.

E’ importante ricordare che nel caso del tetto caldo è fondamentale predisporre una barriera al vapore prima dell’isolante per evitare fenomeni di condensazione.

Isolamento di un tetto piano caldo praticabile. Fonte: Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato (BA)



Solaio su ambiente non riscaldato

L’applicazione ideale è porre l’isolante all’intradosso, come ultimo strato verso l’ambiente non riscaldato per godere degli stessi vantaggi del cappotto esterno, inoltre tecnicamente è fattibile e consente di non sottrarre altezza utile negli ambienti in quanto va collocato nei garage o cantine che non essendo abitabili richiedono un’altezza interna minore.

Le diverse soluzioni costruttive dell’isolamento termico per l’involucro trasparente

Gli interventi su serramenti esistenti possono essere di vario tipo:
- inserimento di un secondo vetro, se l’infisso è a vetro singolo e se ha un telaio in legno di spessore tale da consentirlo. Fattibile solo negli edifici storici in cui l’infisso ha anche una valenza architettonica.
- aggiunta di un secondo serramento, intervento non invasivo in quanto non richiede alcun smontaggio, consiste nell’inserire o all’interno o all’esterno dell’infisso esistente un altro serramento ad elevate prestazioni termiche e acustiche. Questo intervento richiede comunque un certo spessore della muratura tale da alloggiare un secondo infisso.
sostituzione dell’infisso, intervento più effettuato accedendo alle detrazioni fiscali consiste nella scelta di un nuovo infisso costituito da telaio e vetro altamente performanti.

Dal rapporto Enea del 2010 sulle detrazioni fiscali del 55% la maggior parte delle pratiche ricevute riguarda proprio la sostituzione degli infissi (55%), vale a dire oltre 220.000 interventi su un totale di circa 405.000 pratiche di contro però i risultati dell’intervento-tipo di sostituzione degli infissi hanno dato luogo a risparmi medi dichiarati inferiori a 3 MWh/anno ridotti rispetto agli altri interventi sull’involucro.

La diffusione di questo intervento è legata alla sua semplicità, la sostituzione dei serramenti è il meno invasivo e rientra in quella che viene definita attività edilizia libera, non richiede necessariamente un titolo abilitativo per essere effettuata.

Per garantire elevate prestazioni del sistema è necessario utilizzare telai ad elevate prestazioni quali:
- legno
- materiali polimerici (PVC) con anima in metallo
profilato metallico (alluminio,acciaio) con taglio termico
- misto metallo legno e metallo polimero

Dai dati emersi dal rapporto SAIENERGIA09, gli infissi in legno (essenza più diffusa ed economica è il pino) costituiscono il 57% degli infissi venduti nel 2009, gli infissi in metallo il 29%, quelli in PVC l’11%, i misti il 3%. Il tipo di vetro adoperato è doppio, con il 79%; triplo vetro con il 3%, di fatto le prestazioni degli infissi più venduti riguardano vetri basso emissivi con Ug = 1,1 W/m2K e serramenti con UW = 1,4 W/m2K.

Fondamentale è la corretta posa in opera dei serramenti, è infatti importante curare il nodo di ancoraggio tra telaio fisso e muratura e tra telaio e davanzale per evitare ponti termici e avere infissi a tenuta.

Taglio della soglia con l’inserimento di materiale isolante. Fonte : Studio Petrone&Partners, arch. Daniela Petrone, Corato(BA)



Costi, incentivi e benefici economici

Incentivi

Ad oggi e fino al 31 dicembre 2014 per interventi su singole abitazioni o fino al 30 giugno 2015 se l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali, o se riguarda tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, è possibile usufruire di incentivi. Si tratta di una agevolazione fiscale consistente in detrazioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti.

Il 65% della spesa sostenuta per interventi finalizzati a :
- la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
- il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre,comprensive di infissi)
- l’installazione di pannelli solari
- la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Un’altra forma di incentivi è il Conto Termico che prevede una restituzione di una certa percentuale di spesa sostenuta per interventi di efficienza energetica, ma riserva l’accessibilità all’incentivo per interventi sull’involucro solo alle pubbliche amministrazioni proprio per evitare la cumulabilità degli incentivi.

Costi

La valutazione dei costi e del beneficio economico ottenuto con la riqualificazione energetica dell’involucro non sempre è semplice e diretta. L’economicità e i vantaggi di un intervento dipendono molto dall’esito dell’analisi preliminare condotta sullo stato dell’edificio e dell’audit energetico. La necessità obbligata di alcuni interventi di manutenzione e ristrutturazione potrebbe far risultare molto conveniente il ricorso all’isolamento dell’involucro, a maggior ragione se ci sono poi incentivi fiscali da parte dello stato.

A titolo esemplificativo si riportano alcuni casi: 

Se in un condominio o abitazione plurifamiliare occorre rifare la facciata di un edificio in quanto degradata e in cattivo stato conservativo il costo di un isolamento a cappotto si riduce al costo del pannello isolante e al più al rifacimento delle soglie delle finestre, in quanto i costi relativi alle spese professionali per la pratica edilizia, ai ponteggi, e ai lavori di ritinteggiatura dovrebbero comunque essere sostenuti dalla committenza. Inoltre con l’aggiunta dell’isolante è possibile detrarre fiscalmente il 65% della spesa sostenuta anzicchè il 50%. Il costo del pannello dipende anche dal tipo di materiale isolante scelto si parte dal più economico e diffuso quale l’EPS, polistirene espanso, che si aggira intorno ai 6-8 euro/mq per un pannello da 10cm fino ai 15-20 euro/mq per un pannello da 10 cm di sughero bruno. E’ chiaro che la scelta del materiale non dipende solo dalla componente economica ma va valutato il materiale isolante più idoneo per le diverse applicazioni, ciascun materiale presenta dei pro e dei contro e si presta a risolvere problemi specifici, che vanno analizzati di caso in caso. 

Se va rifatto il manto impermeabile di un tetto a causa di infiltrazioni è possibile prevedere l’inserimento di un materiale isolante che ne migliori le performance invernali ed estive. Prendiamo un caso pratico:cascina lombarda, di circa 360mq di superficie utile, attuale residenza singola su due livelli, è necessario il rifacimento del manto di copertura a causa di infiltrazioni. La superficie del tetto è di circa 330mq pari cioè ad un terzo della superficie disperdente totale, basterebbe quindi inserire uno strato isolante per dimezzare le dispersioni del tetto e avere quindi una considerevole riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento. Valutando i costi per la rimozione del manto di copertura esistente, per la sistemazione dell’ impermeabilizzante, posa dell’isolante, ricollocazione del manto precedentemente rimosso, l’incidenza del costo dell’isolante sul costo totale dell’intervento è di circa un terzo che però viene ammortizzato nell’innalzamento dal 50 al 65% della detrazione della spesa. Nello specifico caso è stato scelto un materiale naturale quale la fibra di legno, di spessore 15 cm, ad elevato calore specifico e ad elevata densità che consentisse quindi di migliorare le prestazioni energetiche estive evitando di ricorrere all’ausilio di impianti. 

Se occorre rifare l’impianto di riscaldamento o sostituire il generatore di calore potrebbe essere utile e più conveniente analizzare le dispersioni termiche, capire come poterle ridurre in modo da scegliere la tipologia e le caratteristiche tecniche del nuovo sistema impiantistico in funzione dei fabbisogni energetici effettivi da colmare. In poche parole val la pena isolare prima le strutture e poi prevedere un impianto con potenza termica minore con il vantaggio che questo generatore non solo costa meno al momento dell’acquisto ma soprattutto avrà minori costi di gestione con una riduzione della bolletta.

Si prenda un caso pratico:

appartamento residenziale di superficie utile da 105 mq, collocato al primo piano di un edificio plurifamiliare su un garage non riscaldato. E’ necessario il rifacimento totale dell’impianto termico, da una caldaia standard con radiatori a una pompa di calore con pannelli radianti. Analizzando le dispersioni dell’involucro è evidente che la maggior superficie disperdente dell’appartamento è costituita proprio dal solaio su garage non riscaldato (visto che lateralmente l’appartamento confina con altri riscaldati), per cui la sostituzione del generatore avrebbe richiesto una pompa di calore di potenza pari ad almeno 15KW, mentre decidendo di isolare il solaio su garage con pannelli isolanti di spessore 10 cm all’intradosso del solaio si riesce a ridurre la potenza della pompa di calore a 7KW con un risparmio di circa 4000 euro.

Quindi, l’intervento di isolamento è costato circa 2500 euro che, rispetto ai 4000 euro di differenza di costo tra le pompe di calore di potenza diversa, comporta un risparmio immeditato di 1500 euro, una durata maggiore dell’intervento e soprattutto una serie di vantaggi sulla bolletta. In primis la riduzione della potenza impegnata con minori spese di allaccio e spese fisse e comunque minori consumi.

Di fatto, gli interventi di riqualificazione dell’involucro a fronte dell’investimento iniziale e del risparmio energetico ottenuto, hanno tempi di ritorno medio-lunghi se non si tiene conto dei possibili incentivi e agevolazioni fiscali, ma per una più equa valutazione è importante :
tener conto anche della durata dell’intervento, che è di gran lunga superiore alla durata di interventi sull’impianto; è infatti limitante porre come tempo di ritorno da indicare nell’Attestato di Prestazione Energetica 10 anni, effettuare le valutazione dei costi e dei benefici con il calcolo del tempo di ritorno dell’investimento, al netto di quelle spese che comunque sarebbero state sostenute in quanto interventi di manutenzione necessari.

Infine è importante che il Governo prosegua la politica incentivante dando stabilità alle detrazioni fiscali, per supportare un settore che deve ancora avere il suo sviluppo e che deve ancora acquisire quell’autonomia economica e diffusione culturale tale da associare automaticamente al termine di riqualificazione/ristrutturazione/manutenzione a efficienza e risparmio energetico.

Si prenda a titolo esemplificativo il caso dei serramenti, poiché il ricorso alle agevolazioni fiscali ha comportato necessariamente l’utilizzo di infissi performanti, l’aumento di richiesta e il conseguente aumento dell’offerta, hanno fatto sì che questi, non costituiscano più l’eccezione ma siano diventati lo “standard”, raggiungendo un prezzo molto vicino a quello dei precedenti infissi con caratteristiche tecniche meno “spinte”.

Fonte: Infobuildenergia.it, leggi QUI

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per consulenze in materia.

giovedì 23 gennaio 2014

Fotovoltaico nelle zone colpite da calamità: incentivi agli impianti entrati in esercizio entro 01/01/2015

La L. 147/2014 ha prorogato il termine di entrata in esercizio per gli impianti iscritti nel registro in posizione tale da rientrare nei volumi incentivabili.

Il comma 154 dell'articolo unico della Legge di Stabilità 2014, L. 147/2013, ha prorogato di un anno dalla data di entrata in vigore della legge stessa, e dunque al 01/01/2015, il termine entro il quale gli impianti fotovoltaici, già iscritti nei relativi registri, da realizzare in zone colpite da eventi calamitosi negli anni 2012 e 2013, dovranno entrare in esercizio per poter essere ammessi agli incentivi previsti dal D.M. 06/07/2012 (Quinto Conto Energia).

La proroga è concessa anche nel caso in cui a ricadere nelle zone colpite dalle calamità sono le opere connesse agli impianti suindicati.

Tale disposizione costituisce una proroga del termine, di cui all'art. 4, comma 8, del citato D.M. 05/07/2012, che prevede l’ammissione alle tariffe incentivanti per gli impianti iscritti nel registro in posizione tale da rientrare nei volumi incentivabili purché entrati in esercizio entro un anno dalla pubblicazione della graduatoria relativa al registro.

Dunque, per poter essere ammessi agli incentivi previsti dal Quinto Conto Energia, gli impianti fotovoltaici da realizzare in zone colpite da eventi calamitosi negli anni 2012 e 2013, già inseriti nelle graduatorie pubblicate dal GSE il 28/09/2012 (Prima graduatoria) ed il 23/05/2013 (Seconda graduatoria), dovranno entrare in esercizio entro il 01/01/2015. La proroga, dunque, consente agli impianti in oggetto, ormai decaduti dagli incentivi in quanto non entrati in esercizio entro il 28/09/2013 (un anno dalla pubblicazione della prima graduatoria), o che non entraranno in esercizio entro il 23/05/2014 (un anno dalla pubblicazione della seconda graduatoria), di mantenere il diritto agli incentivi se entreranno in esercizio entro il 01/01/2015.

Lo stesso comma 154 dell'art. 1 della L. 147/2013 prevede, entro il 30/06/2014, l'aggiornamento del sistema degli incentivi di cui all'art. 28, comma 2, lettera g), del D. Leg.vo 28/2011, attuato con il D.M. 28/12/2012, c.d. «Conto Termico».

Fonte: Legislazione Tecnica, leggi QUI.

giovedì 2 gennaio 2014

Conto Termico: aggiornate le regole applicative

Il GSE ha pubblicato l'aggiornamento al 04/12/2013 delle «Regole Applicative del D.M. 28 dicembre 2012» per l’incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e degli interventi di piccole dimensioni (scarica QUI).

Di seguito i principali aspetti oggetto dell'aggiornamento: 


- il contratto tra Soggetto Responsabile dell’intervento e GSE, in conformità al contratto tipo di cui alla Deliberazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas 25/07/2013, n. 338/2013/R/efr; 


- la documentazione contabile attestante i costi sostenuti ai fini dell’ammissione agli incentivi; 


- il contratto di rendimento energetico (energy performance contract – EPC) che l’Amministrazione pubblica, che intenda avvalersi di una ESCO, deve sottoscrivere; 


- il contratto di prestazione/servizio energetico (rendimento energetico o di servizio energia, anche Plus) che il soggetto privato, che intenda avvalersi di una ESCO, deve sottoscrivere; 


- l'integrazione dei seguenti allegati:

Allegato 3 - Fac-simile richiesta concessione degli incentivi (accesso diretto);

Allegato 10 - Fac-simile contratto;

Allegato 11 - Modello autorizzazione del proprietario (accesso diretto);

Allegato 12 - Sintesi della documentazione per la richiesta dell’incentivo (accesso diretto);

Allegato 13 - Modello dichiarazione di rispondenza del contratto ai requisiti del contratto di servizio energia o di servizio energia Plus/contratto di rendimento energetico (EPC) e delle spese sostenute (accesso diretto/a preventivo);

Allegato 14 - Modello di dichiarazione delle spese sostenute in presenza di una convenzione servizio energia con Consip o con centrale di acquisti regionale (accesso a preventivo);

Allegato 15 - Modello di asseverazione dell’intervento.

Fonte: Legislazione Tecnica, leggi QUI.


Conto termico, accedi QUI.

lunedì 9 dicembre 2013

Consigli per il risparmio energetico nell'utilizzo del riscaldamento

Prima regola: monitorare e controllare la spesa energetica legata all’uso dell’impianto di riscaldamento

In un periodo di crisi economica come quello attuale, il pensiero anche per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento corre al risparmio e alla possibilità di limitare i costi di gestione del calore. Ecco alcuni consigli e soluzioni utili per monitorare e controllare la spesa energetica legata all’uso dell’impianto di riscaldamento, in grado di migliorarne anche le performance.

Non va dimenticato che l’energia consumata nell’edilizia residenziale per riscaldare gli ambienti e per l’acqua calda sanitaria rappresenta circa il 30% dei consumi energetici nazionali, e circa il 25% delle emissioni totali nazionali di anidride carbonica, una delle principali cause dell’effetto serra e del conseguente innalzamento della temperatura del globo terrestre (fonte ENEA).

La dispersione di calore

Circa il 75% del calore prodotto nell’ambiente domestico viene disperso da muri, porte, finestre e tetti non correttamente isolati. Per migliorare il rendimento fino al 10% può essere sufficiente spegnere o abbassare il riscaldamento quando si arieggiano gli ambienti, o utilizzare dei pannelli termo riflettenti, da posizionare dietro ai caloriferi addossati verso pareti esterne. Se poi è possibile è sempre consigliabile realizzare un "cappotto", che per conservare il calore è consigliabile realizzare all'interno dei locali, possibilmente con materiali naturali e traspiranti.

Valvole termostatiche

L’installazione di una valvola termostatica posta su ciascun calorifero, permette di regolare la temperatura secondo le esigenze dell'utenza che può scegliere fra modelli più semplici, che permettono di decidere la temperatura di ogni stanza limitando il flusso di acqua calda al radiatore, e modelli avanzati di tipo elettronico che consentono di ottenere una certa temperatura a una data ora, adattando così il riscaldamento al proprio stile di vita.

In alcune Regioni italiane, come in Lombardia (legge regionale n.3 del 21-02-2011), l’adozione dei sistemi per la termoregolazione è obbligatoria per legge.

Regolare la temperatura con un termostato

Negli impianti individuali è possibile regolare la temperatura dell’ambiente attraverso un termostato che accende e spegne automaticamente la caldaia in base alla temperatura scelta o ai gradi desiderati uniti a orari prefissati; è consigliabile installarlo lontano dalla caldaia e non in locali caldi, come la cucina; se non è possibile arrivarci con un cavo esistono anche modelli senza fili.

La regolazione a zone

E’ possibile migliorare ulteriormente l’efficienza e il risparmio, ottimizzando l’utilizzo del riscaldamento, nei diversi locali e in orari differenziati. Apparecchiature “senza fili”, facili da programmare, permettono infatti di trasformare i tradizionali impianti di riscaldamento centralizzati in confortevoli impianti a zona capaci di garantire elevati risparmi energetici e ridurre le emissioni inquinanti, controllando le diverse zone dell’abitazione in modo indipendente, basti pensare alle differenti esigenze che vi possono essere tra la zona giorno e la zona notte.

Tutti gli interventi effettuati per migliorare la prestazione energetica della propria abitazione usufruiscono dei relativi benefici fiscali.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per eventuali consulenze.

lunedì 15 aprile 2013

Conto Termico: versione definitiva delle regole applicative


Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato la versione definitiva delle attese Regole applicative del cosiddetto “Conto Termico”, il regime di incentivazione per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni introdotto dal D.M. 28/12/2012.

Le "Regole applicative" disciplinano le modalità per accedere al meccanismo d’incentivazione, e contengono anche la "scheda domanda" prevista dall’art. 7, comma 1, del citato decreto.

Si attende ora che venga attivato dal GSE stesso il portale dedicato, per dare il via alla possibilità di presentare le domande di incentivo.

Disponibile il testo del documento in allegato alla notizia, per tutti i dettagli relativi al regime di incentivazione, soggetti ammessi, procedure, ecc., si rimanda al completo approfondimento già pubblicato.

Download dei documenti allegati:

Regole applicative versione definitiva

Fonte: Legislazione Tecnica, leggi QUI.