... con attenzioni verso l'ambiente e il territorio, le persone e i servizi, convinti sostenitori della bio-edilizia, della sostenibilità ambientale e della resilienza ...

sabato 23 novembre 2013

Costruire il futuro: riqualificazione energetica e messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano

L’unica via per superare la crisi drammatica della filiera delle costruzioni, che dura da sei anni e che ha causato la perdita di oltre 600mila posti di lavoro e 12mila imprese chiuse, è quella di un profondo cambiamento dell’intero settore e delle politiche nazionali e regionali e deve necessariamente puntare su una innovazione in edilizia che unisca il tema dell’energia a una nuova domanda di qualità delle abitazioni e di spazi adatti alle famiglie. E’ quanto emerge dal secondo rapporto dell’osservatorio congiunto di Fillea – Cgil e Legambiente “Costruire il futuro, innovazione e sostenibilità nel settore edilizio”, presentato nei giorni scorsi a Roma.

L’Unione Europea con la nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020 vuole spingere proprio in questa direzione e con le Direttive 2012/27 e 2010/31 ha definito le scelte da intraprendere per fare dell'efficienza energetica la chiave per una riqualificazione diffusa e ambiziosa del patrimonio edilizio italiano. Si tratta di "un’occasione che non deve essere sprecata e dove è importante costruire un’alleanza che coinvolga tutti i soggetti sociali e imprenditoriali, politici e associativi che vogliono puntare a fare dell’efficienza energetica e statica del patrimonio edilizio la leva per uscire dalla crisi", creando così occupazione legata alla riqualificazione e manutenzione di un enorme patrimonio esistente.

Sulla base delle risorse previste nell'ambito del nuovo quadro finanziario comunitario per l'Italia, considerando i vincoli per la destinazione a interventi in materia di energia e clima e i cofinanziamenti, "le risorse che si possono mobilitare per l'efficienza energetica sono pari ad almeno 7 miliardi di Euro, risorse che possono diventare un volano per la riqualificazione urbana, grazie a interventi per l’efficienza energetica e la sicurezza antisismica, migliorando la qualità dell’abitare e dimezzando i consumi e le spese in bolletta per i cittadini".

La nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020 vincola una quota significativa dei finanziamenti proprio per questo tipo di interventi. "Per l’Italia è un’occasione straordinaria per avere finalmente politiche coerenti; è già previsto che entro Aprile 2014 sia approvata una strategia nazionale e l’individuazione di interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico e privato da finanziare e realizzare". Diviene però prioritario definire una regia nazionale per gli interventi di efficienza energetica e di riqualificazione urbana in coerenza con le Direttive e la programmazione europea.

Secondo il Rapporto, “il problema è che oggi vi è una totale confusione di responsabilità rispetto a chi si debba occupare di efficienza energetica tra Ministero delle Infrastrutture, Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dell'Ambiente. Se questa situazione non cambia i fondi strutturali 2014-2020 faranno la stessa fine di quelli delle programmazioni precedenti, perdendo l’occasione di farli diventare una vera leva di sviluppo. Le stesse Regioni non hanno ancora compreso come occorra cambiare priorità di intervento e strategie, altrimenti le risorse europee vincolate all'efficienza energetica saranno sprecate”.

Il Rapporto evidenzia poi che è necessario definire regole certe e omogenee in tutto il territorio nazionale per la certificazione energetica delle abitazioni, per migliorare le prestazioni degli edifici, garantendo i cittadini. Si devono superare le contraddizioni tra norme nazionali e regionali per dare credibilità alla certificazione attraverso controlli indipendenti e sanzioni, norme chiare per le prestazioni degli involucri e degli impianti, garanzia su chi può certificare.

Altrettanto indispensabile è dare certezza sulla sicurezza antisismica degli edifici, “stabilendo per esempio l’obbligo di dotarsi di un libretto antisismico per tutti gli edifici esistenti”.

Sia per l’edilizia pubblica che per quella privata è imprescindibile definire una strategia per spingere gli interventi di riqualificazione. “Negli ultimi quindici anni la politica delle detrazioni fiscali ha rappresentato uno straordinario volano per il settore delle costruzioni spingendo la manutenzione del patrimonio edilizio e il miglioramento delle prestazioni energetiche e contribuendo a far emergere una parte del lavoro nero. E’ una politica che crea lavoro, che si ripaga con l’economia, la fiscalità e il lavoro che mette in moto e che se oggi può beneficiare anche dei fondi strutturali deve evolversi per diventare più trasparente ed efficace in termini di risultati energetici”. E' una politica che va sostenuta considerando che l’unico comparto edilizio in crescita, in questo periodo di crisi (2008-2013) è quello del recupero e delle riqualificazioni edilizie, che beneficia in modo sostanziale degli interventi di riqualificazione energetica ammessi appunto a detrazione fiscale.

Il Rapporto chiede quindi che le detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza siano rese permanenti; che le detrazioni siano allargate in maniera permanente al consolidamento antisismico degli edifici e che siano reintrodotti gli incentivi per la sostituzione di coperture in amianto con tetti fotovoltaici.

La Fillea-Cgil chiederà al Governo, alle Regioni e agli enti locali l’apertura di un "Tavolo di confronto per la migliore attuazione di un efficace programma per la realizzazione degli obbiettivi dell’efficienza e del risparmio energetico con un sistema incentivante stabile e sostenibile.

Scarica il Rapporto Fillea – Cgil e Legambiente “Costruire il futuro, innovazione e sostenibilità nel settore edilizio”.

Fonte: Infobuild Energia, leggi QUI.

lunedì 18 novembre 2013

Un suolo edificato può tornare fertile? In tempi biblici forse, in tempi umani certamente no

In generale un cittadino, quando parla di suolo, lo concepisce come qualcosa di inerte, fastidioso e sporco. Non pensa di essere di fronte alla “vita” nella sua accezione più completa.

Il suolo respira, mangia, parla, evolve, collabora, cresce e sa come razionalizzare il tempo.

I pedologi, che studiandolo cercano di capirne i meccanismi, sono arrivati alla seguente conclusione: se l’essere umano ha allungato il suo tempo di vita raddoppiandolo in pochi secoli, il suolo ha trovato il modo di nascere e evolversi costantemente ma nell’arco di millenni.

Questa differenza deve essere compresa e accettata con rispetto.


Pino Loricato nel Parco Naturale del Pollino (foto da www.parcopollino.it)

Prendiamo un esempio dal monte Pollino. Su pareti di roccia quasi verticali vive il Pino Loricato, alberi. Dov’é il suolo? In effetti negli anfratti delle rocce, il Pino riesce a trovare il modo per germogliare. Di cosa ha bisogno? Di acqua che scioglie la roccia che forma della “polvere” che nutre le radici piccolissime del Pino, in un processo di crescita che dura decenni se non secoli. Quella “polvere” é l’embrione del suolo. Se interveniamo in questo delicato processo si perde l’albero, si rovina l’embrione di suolo e si distrugge completamente l’ecosistema.

Lo stesso processo vige su un suolo in pianura. Suolo sicuramente più spesso, nonché pieno di tante altre cose che non solo la roccia madre. Una volta depositati i sedimenti neutri, comincia quel lavoro di trasformazione tra microrganismi, piante, germogli, scambi gassosi che portano le piante a crescere spontaneamente o coltivate.

Una branca specializzata della scienza del suolo si é concentrata sullo studio dell’area attorno alle radici. E’ impressionante vedere come gli scambi osmotici avvengano tra questi due esseri viventi (pianta e suolo). Inoltre la disposizione dei vacuum (vuoti infinitesimali), come le arteriole per il corpo umano, permette fruttuosi scambi gassosi all’interno di tutta la massa terracea.

Aggiungiamoci la micro e macro fauna che prospera nel suolo e che contribuisce a farlo “crescere”, e pure i contadini con la loro capacità di usare il suolo a fini di produzione agricola e forestale. Fin qui tutto é “normale”: regoliamo consapevolmente ritmi biologici ben noti senza violare l’essere vivente che é il suolo.
Ma, quando l’essere umano modifica il processo creando le sue infrastrutture, di fatto insieme al suolo modifica anche i suoi ritmi biologici.

Una strada o una casa agisce non solo sui metri quadrati di suolo che occupa, ma su tutta l’area circostante: limita che l’acqua possa penetrare nel terreno e dissetare micorganismi e piante, evita l’accumulo di sostanza organica che con la sua trasformazione dà gli elementi nutritivi al suolo, impedisce al suolo di respirare condannandolo all’asfissia, in poche parole altera tutte le condizioni del micro e macro ecosistema che permetteva al suolo di vivere crescere produrre.
Una volta tolta la casa o la strada, il suolo puo’ cominciare a ri-vivere? In tempi biblici forse, in tempi umani sicuramente no.

Tutto il processo é infatti regolato dal tempo: si stima che il suolo si formi alla velocità di 1 – 2 cm per cento (100) anni, in buone condizioni (temperate) climatiche e con uniforme copertura vegetale (erbe permanenti). E’ facile capire che, in termini di vita umana, la perdita di suolo non é recuperabile in tempi brevi.
Si potrebbe aggiungere “terra” e ripristinare la fertilità agricola? In pratica non si riuscirebbe a ricreare il microsistema di scambi gassosi e idrici esistenti al momento della alterazione.

Sarebbe come mettere dei “vasi” con il loro microsistema sperando che si adattino. Lo si fa con alberi col loro “pane” di terra, ma per farli attecchire li si mette in terreni ove il micro ecosistema non é stato alterato. Ma le piante nei vasi hanno bisogno di cure specifiche. A Porta Garibaldi a Milano hanno creato, negli edifici nuovi, un arboreto verticale. Ognuna di quelle piante necessiterà di cure intensive per la propria sopravvivenza. E’ come avere dei pesci rossi in un boccale e doverli mantenere in vita.
In altre parole, e continuando il paragone con gli esseri umani, si riesce con grosse difficoltà ad innestare cuori, mani, polmoni … ebbene le stesse difficoltà si incontrano nella “ricostruzione” di un suolo occupato da infrastrutture umane.

Fonte: Salviamo il Paesaggio, leggi QUI.

lunedì 11 novembre 2013

I benefici dei Sistemi di accumulo per il mercato elettrico

La nuova fase del fotovoltaico: convenienza dei sistemi di accumulo in ambito residenziale








A cura di: ANIE Energia
ANIE Energia ha commissionato uno studio alla società di consulenza strategica BiP. Lo studio condotto ha l’obiettivo di identificare la convenienza derivante dall’installazione di sistemi di accumulo dedicati a impianti di generazione fotovoltaici residenziali e piccolo commerciali.
Nello studio vengono elaborati diversi scenari di penetrazione dei sistemi di accumulo associati a impianti fotovoltaici (da crescita moderata a diffusione di massa). In tutti gli scenari le soluzioni analizzate determinano benefici in bolletta (riduzione del prelievo di energia dalla rete) e benefici a livello di sistema elettrico (integrazione delle rinnovabili e minore necessità di infrastrutture).

La generazione fotovoltaica ha registrato tassi di crescita estremamente elevati, arrivando a coprire nel 2012 il 5,6% della richiesta di energia con oltre 500.000 impianti installati.

Recentemente il regolatore ha iniziato ad affrontare le problematiche derivanti dalla crescita incontrollata delle installazioni fotovoltaiche, quali intermittenza, sbilanciamenti e prevedibilità della generazione.

I sistemi di accumulo dell’energia elettrica in ambito residenziale possono consentire la prosecuzione degli investimenti sul fotovoltaico anche dopo la chiusura del Quinto Conto Energia, aumentando la quota di generazione di energia da fonte rinnovabile e determinando notevoli benefici per il sistema elettrico.
La diffusione dei sistemi di accumulo associati a impianti fotovoltaici permette un incremento dell’occupazione nel paese, grazie alla creazione di una filiera interna dei sistemi di accumulo e il supporto alla filiera fotovoltaica. Tale diffusione massiva dei sistemi di accumulo richiede necessariamente una riduzione dei costi, prevista per i prossimi anni in circa il 40-50%, ottenibile grazie alle economie di scala.

Nel breve periodo è necessario identificare degli strumenti di sostegno temporanei, così da poter avviare il mercato dei sistemi di accumulo e permettere il raggiungimento delle necessarie efficienze.

Scenari di diffusione dei sistemi di accumulo associati a impianti fotovoltaici domestici

Nello studio si ipotizzano quattro diversi scenari di penetrazione dei sistemi fotovoltaici domestici dotati di sistema di accumulo: 
Scenario 1 – applicazione di nicchia: 1% delle utenze italiane*
Scenario 2 – crescita moderata: 5%
Scenario 3 – crescita sostenuta: 10%
Scenario 4 – diffusione di massa: 20%

*si fa riferimento ad un totale di 25 milioni di famiglie o utenze domestiche

I sistemi di accumulo domestico permettono di sfruttare completamente la generazione FV distribuita, consentendo di spostare una quota dei consumi dal gas verso l’elettricità, con significativo beneficio in termini di efficienza energetica.Tale evoluzione permetterebbe di ridurre il gap registrato dall’Italia con gli altri paesi europei intermini di penetrazione elettrica, che sui consumi residenziali è pari a 19% rispetto al 25% dellamedia EU (dati 2011).

Riduzione capacità installata termoelettrica

I Sistemi di Accumulo di energia elettrica determinano una riduzione di capacità termoelettrica necessaria alla punta tramite la riduzione del picco di domanda serale, grazie al prelievo dalla batteria. La stima del beneficio è realizzata considerando gli investimenti in nuove centrali approvati entro il 2020 e la disponibilità degli impianti stessi. La valorizzazione è basata sull’investimento in €/MW in capacità CCGT pari a 0,5 M€/MW e sul valore annuo degli O&M di centrale risparmiati (35 K€/MW).

Miglioramento della prevedibilità della Generazione Distribuita

I Sistemi di Accumulo di energia elettrica permettono di ridurre la variabilità oraria di immissione di energia in rete. Il risultato positivo è dato dall’incremento della capacità di previsione e di conseguenza dalla riduzione dello sbilanciamento medio (per circa il 20%) e dei volumi di riserva secondaria da approvvigionare. La valorizzazione è realizzata al costo marginale di generazione di impianti di punta (Turbogas) pari a 160 €/MWh.


Riduzione delle perdite di rete

I Sistemi di Accumulo di energia elettrica determinano una riduzione delle perdite di energia dovute alla trasmissione sulla rete elettrica. Il risultato positivo è dato dalla differenza di due effetti di segno opposto: la riduzione delle perdite sul prelievo serale dell’utenza con FV (alimentata dalla batteria) e l’incremento di perdite (da 5,1% a 8,9%) sull’utenza vicina, che dovrà alimentarsi dalle centrali tradizionali, anziché dal FV dell’utenza. La valorizzazione è realizzata tramite il costo marginale di generazione CCGT, pari a 60 €/MWh.


Riduzione modulazione impianti NPRES al 2020
I Sistemi di Accumulo di energia elettrica determinano una riduzione dell’energia tagliata a causa di un eccesso di generazione sulla domanda (overgeneration). Il risultato positivo è dato dalla differenza tra l’overgeneration prevedibile al 2020 con l’installazione del solo FV e l’overgeneration prevedibile in caso di adozione di un sistema Sistemi di Accumulo di energia elettrica, che permette di spostare la generazione fotovoltaica in ore di consumo superiore. La valorizzazione è realizzata al costo marginale di generazione CCGT, pari a 60 €/ MWh.


Investment deferral rete di distribuzione

I Sistemi di Accumulo di energia elettrica determinano una riduzione della potenza richiesta alla rete di distribuzione, livellando il picco di utilizzo considerando sia il consumo che l’immissione sulla rete. Il beneficio è stimato sulla base del differenziale di picco di utilizzo della rete tra la configurazione con solo il fotovoltaico e quella con il fotovoltaico e lo storage residenziale. La valorizzazione è effettuata al costo di costruzione della rete in funzione della potenza, stimabile in 400 €/kW.


Riduzione delle interruzioni

Il beneficio è stimato considerando la riduzione del numero di interruzioni all’anno determinate dall’implementazione di un Sistema di Accumulo di energia elettrica. Si è stimato che la batteria sia disponibile per servizi di backup circa il 50% delle ore all’anno, imponendo il vincolo di batteria carica almeno al 30%. La valorizzazione dei saving è realizzata al valore dell’energia non fornita previsto dall’AEEG (VENF: 3.000 €/MWh).


Riduzione delle emissioni di CO2

I Sistemi di Accumulo di energia elettrica contribuiscono alla diminuzione delle emissioni grazie alla riduzione apportata a perdite di rete e overgeneration. La quantificazione della CO2 è realizzata sulla base del fattore di emissione medio del parco termoelettrico italiano, pari a 513.8 gCO2/kWh. La valorizzazione dei saving è basata sul prezzo della CO2 previsto dal WEO per l’Europa al 2020, pari a 20 €/tCO2.


Benefici qualitativi forniti dai Sistemi di Accumulo di energia elettrica al Paese

La diffusione dei Sistemi di Accumulo di energia elettrica determina, oltre ai benefici precedentemente quantificati, anche una serie di benefici non direttamente quantificabili di notevole interesse per il Paese.

Maggiore diffusione FER

Si facilita la diffusione delle energie rinnovabili, contribuendo al raggiungimento della quota obiettivo di FER elettriche nel sistema

Incremento della potenza disponibile

È permesso l’utilizzo nelle abitazioni di una potenza superiore a quella fornita dal contatore, senza modifiche contrattuali e oneri aggiuntivi

Erogazione di servizi di rete

Si possono fornire dei servizi di rete (es. regolazione della tensione e della frequenza), in presenza di un quadro normativo adeguato

Crescita tasso occupazionale e sviluppo filiera accumulo

Si contribuisce alla crescita occupazionale all’interno della filiera italiana dei sistemi di accumulo e del FV

Sviluppo mercato degli EV

Viene favorita la crescita del settore della mobilità elettrica, con vantaggi in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni

Fonte: infobuildenergia, leggi QUI.

mercoledì 6 novembre 2013

Ecobonus 65% e Ristrutturazioni edilizie, Ok a demolizione e ricostruzione con modifica di sagoma

Come previsto dal decreto legge 21 giugno 2013, n. 69 (c.d. decreto del Fare) convertito con modificazioni dalla Legge 9 agosto 2013, n. 98, dal 21 agosto 2013 (giorno di entrata in vigore della legge di conversione) è possibile usufruire della detrazione fiscale del 65% prevista per le ristrutturazioni edilizie, anche in caso di demolizione e ricostruzione dell'edificio con modifica di sagoma.

Lo ha ribadito l'ENEA rispondendo ad un quesito di un contribuente che chiedeva delucidazioni in merito. In particolare, l'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo delle nuove Tecnologie, l'Energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha inserito la risposta all'interno delle proprie FAQ (Frequently Asked Questions) ricordando che la legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69 (il c.d. Decreto del Fare), ha rivisto la definizione di "ristrutturazione edilizia" contenuta nel Testo Unico Edilizia (D.P.R. n. 380/2001) eliminando all'art. 3, comma 1, lett. d) il riferimento alla "sagoma".

In particolare, grazie a questa modifica, dal 21 agosto 2013 è possibile fruire delle detrazioni fiscali del 65% previste per gli interventi di ristrutturazioni edilizie, anche in caso di demolizione e ricostruzione di un immobile con la stessa volumetria di quello precedente, per il quale non sia stata rispettata la sagoma originaria. Sono compresi nella ristrutturazione anche gli interventi "volti al ripristino degli edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza". Dunque, qualora l'intervento abbia le caratteristiche per configurarsi come "ristrutturazione edilizia" (ossia l'immobile non sia soggetto a vincolo ai sensi del D.lgs. 42/2004 e non ricada nella zona A del DM 1444/68), alla luce delle recenti disposizioni, riteniamo agevolabili ai sensi di queste detrazioni gli interventi che consistono nella demolizione di un immobile e nella sua ricostruzione mantenendone la volumetria originaria.

L'ENEA ha, inoltre, risposto ad una domanda riguardante l'ampliamento di un immobile per il quale è stata avviata la pratica di detrazione fiscale. In particolare, nel caso di ristrutturazione di un immobile senza demolizione e con ampliamento, la detrazione compete unicamente per le spese riferibili alla parte esistente, in quanto l'ampliamento viene considerato "nuova costruzione".

Ricordiamo, infine, che è in esame alle Camere il testo definitivo del disegno di legge contenente "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" (Legge di Stabilità 2014) che, tra le altre cose, definisce le proroghe relative alle detrazioni per ristrutturazioni edilizie e per riqualificazione energetica.

Fonte: Lavori Pubblici, leggi QUI.


Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per eventuali approfondimenti.

lunedì 4 novembre 2013

Case mobili: una nuova opportunità o uno scempio ambientale e paesaggistico che si aggiunge ai tanti?

Il DL del Fare apre all'abusivismo edilizio?

Il caso delle case mobili
Il Decreto Legge cosiddetto “del Fare” è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e convertito in legge il 20 agosto 2013. L’intento della legge è quello di semplificare il panorama fiscale e lavorativo così da rilanciare l’economia di un Paese considerato dalle “larghe intese” paralizzato. Ma tra le diverse disposizioni ce n’è una di carattere ambientale che ha fatto rizzare i capelli ad alcune associazioni, prima fra tutte Italia Nostra. All’articolo che riguarda “l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee” si aggiunge, nel comma 4 dell’articolo 41, la dicitura: “All’articolo 3, comma 1, lettera e.5), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, dopo le parole esigenze meramente temporanee, sono aggiunte le seguenti ancorché siano posizionati, con temporaneo ancoraggio al suolo, all’interno di strutture ricettive all’aperto, in conformità alla normativa regionale di settore, per la sosta ed il soggiorno di turisti”.

Cosa significa in poche parole questa aggiunta?

«Significa che si potranno realizzare case mobili o mobile house anche in aree vincolate paesaggisticamente e di pregio naturalistico, senza permesso di costruire» risponde Emanuele Montini, avvocato di Italia Nostra che ha lanciato l’allarme. «Questa disposizione non viene neanche integrata con disposizioni limitative in ordine alle dimensioni e ai materiali, cosicché potremmo trovarci, per esempio, palazzine viola costruite a pochi metri dalla costa».
Secondo l’avvocato la disposizione rischia di dare il tacito permesso di ancorare al suolo, e quindi far diventare immobile ciò che prima era mobile, vere e proprie case abitate anche all’interno delle strutture ricettive all’aperto, tra cui i campeggi. «E ben sappiamo che molti campeggi, soprattutto quelli sulle coste, hanno la caratteristica di essere posizionati proprio nei punti più suggestivi del nostro Paese» continua Montini «proprio lì dove la speculazione edilizia, fino ad ora, aveva avuto più difficoltà ad entrare».

Fine del campeggio come lo abbiamo sempre immaginato?

Effettivamente la legge permetterebbe ai campeggiatori di diventare fittavoli e i gestori del campeggio trasformarsi in albergatori e, oltre a creare un danno per i campeggiatori amanti di tenda e roulottes, le coste si trasformerebbero in piccole lottizzazioni.
«Se qualcuno ha cercato di difendere il provvedimento invocando il fatto che si tratterebbe di case-palazzine ma pur sempre mobili» conclude Montini «è stato smentito clamorosamente dalla modifica apportata in sede di conversione alla Camera, dalla maggioranza e dal Governo quando nella seduta notturna di commissione è stata tolta la parola “posizionati” riferita a queste case prefabbricate, e sostituita con la parola “installati”, tanto se a qualcuno fosse rimasto qualche dubbio sulla vera intenzione di questa disposizione».

A nulla sono serviti gli ordini del giorno del M5S presentati a maggio 2013. 

Intanto l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) fa sapere di non conoscere nello specifico il comma: «L’ANCE si è espressa su altri elementi – risponde l’ufficio stampa – a proposito della legge in questione. Possiamo dire che in generale la nostra associazione è sempre stata contraria a qualunque scorciatoia o legge volta a favorire pratiche di condono o abusivismo. Se questa legge dovesse rivelarsi una deregulation delle regole fin qui esistite, l’ANCE si schiererà contro. Se invece, ma non sappiamo se sia il caso di questo comma specifico, si tratta di una semplificazione del panorama legislativo in materia allora l’associazione potrebbe appoggiarla ma solo se tale semplificazione verrà accompagnata dai dovuti controlli e dalle garanzie di legalità. L’ANCE è a favore delle regole, non della speculazione indiscriminata del territorio». Intanto però il business delle mobile house è partito, come conferma Montini: «I nostri sospetti sono stati confermati: provate ad andare a chiedere nei campeggi se hanno le mobile house. Scoprirete che molti di questi hanno fatto partire i loro ordini poco tempo dopo la conversione in legge. Non aspettavano altro».

Fonte: BioEcoGeo, leggi QUI.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per eventuali chiarimenti o approfondimenti.

sabato 2 novembre 2013

Nuove leggi sul condominio, ecco come risparmiare sull’energia

Riscaldamento centralizzato o autonomo? Installare i pannelli fotovoltaici? Nuove regole per il condominio

A giugno è entrata in vigore la legge 220/2012, il cui tema è la riforma delle norme che regolano la vita condominiale. Una delle innovazioni più importanti per la vita di chi abita in un condominio è la possibilità di staccarsi dall'impianto centralizzato, diventando così autonomi e decidendo come e quanto consumare, pur rimanendo vincolati all’operatore scelto dal condominio, che sia il fornitore Enel Energia, Ediso
n o altri.

Il risparmio sui consumi di gas, q
uindi, si realizza non cambiando operatore, ma decidendo autonomamente come regolare i propri consumi. Un metodo efficace per consumare secondo le proprie necessità senza sprechi è installare sui termosifoni del nostro appartamento delle termovalvole e un timer.

La valvole termostatiche, o termovalvole, permettono di regolare la temperatura in ogni stanza dove si trova un termosifone, ma anche di evitare disomogeneità tra gli appartamenti che si trovano al piano terra di un condominio e quelli dell’ultimo piano, che presentano spesso temperature interne inferiori rispetto a quelle degli appartamenti intermedi. Le valvole termostatiche funzionano permettendo di regolare automaticamente il flusso di acqua calda ai radiatori, sulla base della temperatura impostata precedentemente sulla scala graduata che si trova sulla valvola.

Questo semplice meccanismo permette di riscaldare autonomamente diversi ambienti, evitando di riscaldare eccessivamente una stanza per avere una temperatura confortevole in un’altra. Usando correttamente questo dispositivo si può arrivare a risparmiare fino al 20% sulla bolletta.

Il timer, o cronotermostato, invece, consente di regolare l’accensione e lo spegnimento del riscaldamento, evitando che sia acceso quando non siamo in casa, con un evidente spreco di energia. Ad esempio, se si torna a casa ad una determinata ora, si può impostare il timer in modo che i termosifoni si accendano un’ora prima del nostro arrivo, così da trovare la casa riscaldata, ma non eccessivamente, e senza dispendio di consumi. Con un buon senso organizzativo, il risparmio in bolletta sarà garantito.

Un’altra questione affrontata dalla riforma delle norme condominiali è quella relativa alla possibilità di installare e utilizzare impianti fotovoltaici, sia a livello individuale che per l’intero condominio. Il fotovoltaico, infatti, rappresenta un’ottima possibilità per sfruttare a vantaggio di tutti gli spazi comuni del condominio, come il tetto, le balaustre e altre superfici esterne.

Per installare un impianto fotovoltaico, il singolo condomino deve presentare la propria proposta all'amministratore  il quale entro trenta giorni deve convocare l’assemblea di condominio per discuterla. Per essere approvata, la proposta deve essere votata dalla maggioranza dei condomini che rappresentino almeno la metà del valore totale del condominio. In questo caso l’impianto fotovoltaico sarà installato con una spesa distribuita tra i vari condomini (e ammortizzata dalle detrazioni fiscali in vigore fino a giugno 2014) e il suo utilizzo sarà a beneficio di tutti.

In questo modo si potrà risparmiare notevolmente sulla bolletta elettrica condominiale, soprattutto grazie all'autoconsumo in loco, ovviamente diurno. Laddove non si autoconsumi tutta l’energia prodotta dall'impianto fotovoltaico e immessa in rete, si avrà un rimborso parziale delle bollette pagate.

La nuova normativa, però, prevede anche la possibilità di installare un impianto fotovoltaico nelle parti comuni del condominio, ma a beneficio personale. Il condomino potrà procedere ai lavori autonomamente, senza il preventivo consenso dell’assemblea condominiale. Nel caso però qualcuno manifesti esplicitamente il proprio dissenso ai lavori, la proposta dovrà passare al vaglio dell’assemblea condominiale. Ovviamente l’impianto fotovoltaico non deve procurare danni architettonici o paesaggistici e non deve in nessun modo pregiudicare la sicurezza o la stabilità dell’edificio.

La sensibilità ecologica, quindi, sta crescendo non solo nei singoli cittadini, ma anche nel legislatore, che sta tutelando sempre di più coloro che decidono di investire i loro risparmi nell’energia pulita, con la consapevolezza di ottenere un vantaggio non solo in termini di risparmio economico, ma anche di maggiore benessere e qualità della vita.

Fonte: infobuildenergia, leggi QUI.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per eventuali chiarimenti.