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martedì 1 dicembre 2015

ATTENZIONE: In arrivo nuove regole sull'Energia Reattiva cosφ da 0,90 a 0,95














A partire dal 1 Gennaio 2016 entrano in vigore le nuove regole sull'Energia Reattiva che porteranno il 90% delle aziende a doversi scontrare con un incremento forte e improvviso dei propri costi energetici.

La Delibera dell'Authority 180/213/R/EEL stabilisce che i nuovi parametri a cui gli utenti allacciati alla rete in MT e BT (con potenza impegnata superiore a 16,5 kW di potenza) per non incorrere oltre che all'aumento dei costi legati all'Energia Reattiva prodotta, anche al rischio più che concreto del distacco o della sospensione della fornitura, dovranno per tempo adeguare i loro impianti in modo tale che il cosφ passi da 0,90 a 0,95.

Il distacco e la sospensione possono arrivare direttamente dal distributore a cui l'AEEG ha dato poteri fino ad ora impensabili, quindi adeguarsi ai nuovi parametri imposti diventa quanto mai urgentissimo.

La maggior parte delle aziende sta sottovalutando la situazione, solo da da marzo 2016 cominceranno a rendersi conto della situazione, soprattutto le aziende produttive, e sarà troppo tardi.

Approfondimenti QUI.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per dare assistenza anche in questo campo, con professionisti specializzati nel settore.

giovedì 5 novembre 2015

Il Passante Nord di Bologna

Il passante autostradale di Bologna (anche noto come passante nord di Bologna) è il tratto autostradale a doppia carreggiata composto da due corsie (ognuna delle quali da 3,75 m di larghezza) più corsia di emergenza (larga 3 m) per senso di marcia che dovrebbe collegare, se verrà realizzato, l'autostrada A1 all'autostrada A13 ed all'autostrada A14, consentendo di oltrepassare il nodo di Bologna. 
L'attuale sede autostradale, adiacente alla tangenziale di Bologna, verrebbe quindi banalizzata per realizzare un unico sistema tangenziale a quattro corsie per senso di marcia più quella di emergenza.
Nell'arco degli anni sono state sviluppate ben quattro versioni differenti di "passante nord", giungendo sino all'ultima del 2015 su cui sono in corso valutazioni e approfondimenti.
Non è mai stata presa in considerazione ufficialmente la possibilità del potenziamento dell'attuale tratto, mentre in realtà esistono due alternative possibili:
- una prima soluzione alternativa è stata fornita sin dal 2003 da un comitato spontaneo di cittadini, prevede il potenziamento dell'attuale tratto autostradale, portando a tre corsie più emergenza per senso di marcia sia la tangenziale che l'autostrada,  QUI il loro sito;
- una seconda soluzione alternativa, nata il 30 giugno 2015 da un gruppo di professionisti, prevede la realizzazione di un viadotto al disopra della attuale tangenziale, realizzando così quattro corsie per senso di marcia sia per la tangenziale che per l'autostrada, QUI il loro sito.
Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è in possesso del progetto completo, nella versione ultima del 2015, ed è a disposizione di cittadini interessati a verificare il tragitto del passante rispetto alle loro proprietà, a quantificare l'indennità di esproprio a cui avrebbero diritto nell'ipotesi in cui il progetto del passante nord diventi esecutivo, o ad effettuare altre valutazioni inerenti comunque la realizzazione del passante e delle relative opere connesse, il tutto previo appuntamento.

giovedì 22 ottobre 2015

Energia: Riscaldamenti, 10 regole base contro caro bollette


Dal 15 ottobre riscaldamenti al via in 4.300 comuni italiani, quelli in zona climatica “E” che comprendono grandi città come Milano, Torino, Bologna, Venezia. Per aiutare i consumatori a scaldare al meglio le proprie case, evitando però sprechi e brutte sorprese nella bolletta (o sanzioni per non aver effettuato le revisioni di legge), arriva un vademecum con le 10 regole-base per un riscaldamento efficiente e più ‘conveniente’. Curato dagli esperti del ministero dello Sviluppo Economico e dell’ENEA, il vademecum è disponibile sui siti www.mise.gov.it, www.agenziaefficienzaenergetica.it e www.enea.it insieme alle novità in tema di APE, l’attestato di prestazione energetica obbligatorio per affitti e compravendite che è cambiato dal 1° ottobre, e alle nuove regole per le caldaie. Da fine settembre, infatti, si possono installare soltanto caldaie ad alto rendimento, in base ai regolamenti del Mise che attuano la normativa europea sull’efficienza.

Regola N. 1 – Fare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa non inferiore a 500 euro, in base a quanto stabilisce il DPR 74/2013.

Regola N. 2 - Controllare la temperatura ambiente. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura di 20 - 22 gradi, ma 19° sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Attenzione, inoltre, perché ogni grado abbassato si traduce in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.

Regola N. 3 – Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E” al via da domani il massimo sono 14 ore.

Regola N. 4 - Usare i cronotermostati. Un aiuto al risparmio arriva daimoderni dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.

Regola N. 5 - Applicare valvole termostatiche. Queste apparecchiature aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e a evitare sprechi.

Regola N. 6 - Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È un ‘trucco’ semplice ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore.

Regola N. 7 - Schermare le finestre la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

Regola N. 8 - Fare il check up alla propria casa. L’isolamento termico su pareti e finestre dell’edificio è un aspetto da non trascurare: se la costruzione è stata fatta prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici e conviene valutare un intervento per isolare le pareti e sostituire le finestre. Con nuovi modelli che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire dei cosiddetti ecobonus, la detrazione fiscale del 65%.

Regola N. 9 - Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Per questi interventi si può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici 65% e del patrimonio edilizio del 55%.

Regola N. 10 - Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni: mettere tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria disperde calore ed è fonte di sprechi. Inoltre attenzione a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti, evitando inutili dispersioni di calore.

La nuova etichettatura per le caldaie - Da fine settembre è in vigore nuova etichettatura energetica che definisce gli standard minimi di efficienza per le caldaie. Introdotta dal MiSE sulla base del regolamento europeo Ecodesign, prevede una classificazione energetica da A+ a G per gli apparecchi per riscaldamento degli ambienti e da A a G per gli apparecchi per produrre acqua calda sanitaria. Inoltre, diventa obbligatorio installare solo caldaie a condensazione, in grado di recuperare gran parte del calore contenuto nei fumi che, altrimenti, andrebbe disperso nel camino. I produttori di caldaie non potranno più immettere sul mercato quelle non a condensazione[1].

Il nuovo APE - Altra novità importante in tema di risparmio ed efficienza riguarda l’APE[2], l’Attestato di Prestazione Energetica: dal 1° ottobre sono in vigore le “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” introdotte dal MiSE anche per superare alcune riserve dell’Unione europea sull’applicazione della direttiva in materia di efficienza energetica. Le novità principali riguardano il modello da usare e le regole per la redazione dell’attestato.

I controlli sull’efficienza - L’ENEA, in collaborazione con il MiSE e il CTI - Comitato Termotecnico Italiano, ha predisposto anche le Linee guida per facilitare l’applicazione della normativa sui controlli per l’efficienza energetica (DPR 74/2013), che costituiscono un riferimento per le regioni o per le autorità competenti. L’Agenzia, inoltre, supporta il MiSE nell’informazione ai cittadini, agli operatori del settore e alla Pubblica Amministrazione e, per conto delle Amministrazioni Locali, cura la formazione e il rilascio dell'attestato di idoneità tecnica ai professionisti abilitati ai controlli (ad oggi più di 1600) che operano su tutto il territorio nazionale.

Scarica il vademecum cliccando QUI.

[1]Continuerà ad essere prodotto solo un tipo particolare di caldaia non a condensazione che viene tecnicamente chiamata “a camera aperta” da installare quando non sia possibile andare a sostituire una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione per problemi legati alla canna fumaria collettiva di alcuni edifici multifamiliari.

[2]L’APE è un documento che certifica le prestazioni energetiche di una singola unità immobiliare o di un intero edificio ed è obbligatorio anche nel caso di vendita o affitto dell’immobile. Le prestazioni sono calcolate con indicatori di consumo a loro volta associati a classi di efficienza energetica di appartenenza. Tra le principali novità, l’aumento da 7 a 10 delle classi di efficienza dell’edificio: dalla G (la classe più bassa) alla A (la classe più alta); la classe A ora è stata suddivisa in ulteriori 4 livelli (da A4, massima efficienza, A1 minima efficienza).
Fonte: ENEA, leggi QUI.

venerdì 9 ottobre 2015

Prestazione energetica edifici, cambiano APE e requisiti minimi

Dal 1° ottobre sono entrati in vigore i nuovi requisiti minimi per gli edifici e le nuove norme sugli Attestati di Prestazione Energetica (APE): sono obbligatori sulle prestazioni energetiche degli edifici di nuova costruzione e di quelli esistenti sottoposti ad interventi di riqualificazione, inoltre è stato modificato il modello di Attestato di Prestazione Energetica (APE). 

In particolare, in Emilia Romagna, valgono le disposizioni dell'Atto di coordinamento tecnico regionale per la definizione dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici approvato con DGR n. 967/2015 e ledisposizioni regionali in materia di APE approvate con DGR n. 1275/2015.

I nuovi requisiti sono obbligatori, con diversa gradualità di applicazione, sia per gli interventi di nuova costruzione, che per gli interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria o ordinaria degli edifici esistenti, qualora vadano ad intervenire sulla prestazione energetica dell'edificio: è importante sapere che ora incide anche il semplice rifacimento di intonaco esterno e le impermeabilizzazioni delle coperture, non solo - come prima - la realizzazione di cappotti, la ristrutturazione dell'impianto termico, la sostituzione generatori di calore, ecc..

Il provvedimento definisce inoltre i metodi di calcolo da utilizzare per il calcolo delle prestazioni energetiche, nonché gli schemi di relazione tecnica di progetto (obbligatoria per tutti gli interventi) e di attestato di qualificazione energetica dell'edificio (obbligatorio per le nuove costruzioni, gli ampliamenti e le ristrutturazioni rilevanti).

È importante evidenziare che anche per quanto riguarda gli interventi minori sugli edifici esistenti, inquadrati in genere come manutenzione ordinaria, la nuova normativa prevede l’obbligatorio rispetto di requisiti minimi, anche se riferiti solamente alle caratteristiche dei sistemi tecnologici interessati dall'intervento.

Cambiano inoltre, in linea con le nuove direttive europee e con la normativa nazionale, forma e contenuti dell'attestato di prestazione energetica, con l'obiettivo di essere più chiaro e fornire informazioni più complete all'utente. 

Le nuove norme intervengono anche sull'attendibilità dei dati contenuti negli APE, sia prevedendo l'obbligo di almeno un sopralluogo per la redazione dell'attestato, sia fissando un minimo di controlli a campione sugli attestati rilasciati, con severe sanzioni in caso di non conformità. 

Si ricorda che l'APE è obbligatorio per tutti gli interventi di nuova costruzione, per gli interventi di riqualificazione energetica che usufruiscano di agevolazioni fiscali o altri finanziamenti (es. conto termico), nonché per tutti gli atti di compravendita e locazione di interi edifici o singole unità immobiliari.

Lo STUDIO TECNICO BOLOGNINI è a disposizione per fornire informazioni e chiarimenti circa i requisiti minimi da rispettare nelle varie tipologie di intervento, in base alla vecchia e nuova normativa, nonché per aiutare l'interpretazione e comprensione dei contenuti del proprio APE, oltre che al rilascio dell'attestato, ove necessario, o al semplice audit energetico della propria unità immobiliare.

Fonte: Comune di San Lazzaro di Savena, leggi QUI.

domenica 10 maggio 2015

Analisi delle applicazioni dei Sistemi di Accumulo nel settore elettrico

Realizzato in collaborazione con:

Tecnologia strategica per garantire i servizi necessari alla stabilità del sistema elettrico, evitando il rischio di limitare la produzione delle fonti rinnovabili, verso un sistema totalmente “decarbonizzato”


In un sistema elettrico caratterizzato da una sempre più rilevante produzione di energia da impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili (FRNP), i sistemi di accumulo si propongono come una tecnologia strategica per garantire i servizi necessari alla stabilità e sicurezza del sistema elettrico e massimizzare l’autoconsumo, ottimizzando l’integrazione nel sistema elettrico della produzione delle fonti rinnovabili e aprendo la strada verso un sistema totalmente “decarbonizzato”.

In questo scenario, da un lato critico per l’evoluzione del sistema elettrico nei prossimi decenni, dall’altro ricco di opportunità di innovazione e di sviluppo industriale, appare importante affrontare alcune questioni aperte: 
- Quali sono le applicazioni di maggiore rilievo ed interesse? 
- In quali di queste applicazioni l’accumulo elettrochimico ha raggiunto o è prossimo alla competitività, nel contesto tecnologico, economico e regolatorio attuale? 
- Quali mutamenti di scenario (costi e prestazioni della tecnologia, quadro normativo/ regolatorio) possono facilitare la diffusione dei sistemi di accumulo elettrochimico? 

Con lo scopo di rispondere a queste domande, ANIE Energia, in collaborazione con RSE, ha condotto una serie di simulazioni su diversi casi applicativi reali andando a valutare la convenienza economica attraverso l’analisi dei costi e dei benefici.

L’analisi effettuata su diversi casi applicativi evidenzia la grande varietà di situazioni nelle quali è possibile ipotizzare un impiego di Sistemi di Accumulo elettrochimico al servizio del sistema elettrico.

I Sistemi di Accumulo risultano convenienti, ai prezzi di mercato e sulla base delle regolamentazioni attuali, soloin alcune specifiche situazioni, fra cui si citano l’integrazione in impianti alimentati a carbone, dove l’accumulo consente di assolvere all’obbligo di riserva primaria senza limitare la producibilità della centrale, e l’installazione in piccole isole non connesse alla rete nazionale, dove la produzione da fonti rinnovabili è concorrenziale rispetto all’attuale produzione tramite impianti a gasolio e un Sistema di Accumulo adeguatamente dimensionato è in grado di ridurre significativamente la produzione da fonti rinnovabili che verrebbe tagliata, con conseguente riduzione delle emissioni e degli esborsi per acquisto di combustibili.

In altre situazioni (ad esempio i servizi di bilanciamento) la convenienza dell’impiego dei Sistemi di Accumulo non è lontana e potrebbe essere raggiunta nei prossimi anni grazie al miglioramento delle tecnologie e alla produzione di più vasta scala, con importanti riduzioni dei prezzi.

Va sottolineato che le analisi svolte hanno costantemente adottato l’approccio semplificato e prudenziale di considerare sistemi che assolvano ad un’unica funzione, e presentino quindi un solo meccanismo di remunerazione. In varie situazioni, sia nelle applicazioni di rete che in quelle domestiche, è possibile concepire un utilizzo combinato del medesimo Sistema di Accumulo per diversi scopi (ad esempio, presso gli utenti, svolgendo le funzioni di gruppo di continuità, riduzione dei picchi di prelievo, autoconsumo della produzione fotovoltaica locale) ed in questi casi è ovvio attendersi un sensibile miglioramento degli indici di redditività.

Le valutazioni ed analisi dettagliati sono riportati nel Libro Bianco sui Sistemi di Accumulo liberamente scaricabile al seguente link: www.anienergia.it/Libro_Bianco_Accumuli

A cura di: @ANIEnergia

Fonte: Infobuild ENERGIA, leggi QUI.

lunedì 19 gennaio 2015

Semplificazione in edilizia o mortificazione delle professione?

Nonostante quello della semplificazione burocratica sia uno dei temi principali su cui si punta per ridare slancio al settore dell'edilizia, sembrerebbe che (ancora una volta) il Governo non perda occasione per sminuire e mortificare il lavoro dei liberi professionisti italiani.

Il 18 dicembre 2014 sono stati approvati dalla Conferenza unificata i modelli unici semplificati per la comunicazione di inizio lavori (CIL) e la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) per gli interventi di edilizia libera. Modelli che sono stati accolti con un plauso da tutto il settore perché potranno unificare e razionalizzare quelli utilizzati in tutta Italia.

Tutto OK, se non fosse che con un banalissimo comunicato stampa il Ministro per la Semplificazione normativa Marianna Madia ha affermato "Per gli interventi edilizi di manutenzione straordinaria che non riguardano le parti strutturali degli edifici - compresi l'apertura di porte e lo spostamento di pareti interne, gli accorpamenti e i frazionamenti - è sufficiente una semplice comunicazione che può essere compilata in pochi minuti dall'interessato e asseverata da un professionista".

Secondo il Ministro Madia per un intervento di manutenzione straordinaria che non riguarda le parti strutturali degli edifici, il cittadino può compilare da solo la comunicazione e farsela firmare da un professionista. Sarebbe interessante sapere dal Ministro della semplificazione se conosce gli interventi in questione e in cosa consiste l'asseverazione di un professionista. A spiegarcelo è stato l'arch. Pasquale Lino Giugliano Presidente della Federazione Nazionale Architetti Ingegneri Liberi Professionisti (FNAILP) che dal 2009 è impegnata nel tentativo di ridare dignità alla professione. Entrando nel dettaglio, l'arch. Giugliano ha affermato che "per redigere una qualunque CILA asseverata ci vogliono alcuni giorni di tempo e responsabilità civili e penali per tutta la vita". L'arch. Giugliano ci ha fornito il mansionario delle prestazioni che un professionista, obbligatoriamente, deve svolgere per la predisposizione di una CILA (comunicazione inizio lavori asseverata) al fine di poter realizzare un intervento di manutenzione straordinaria ai sensi dell'art.3 comma 1 lettera b del dpr 380/2001 e ss.mm.ii..

Entrando nel dettaglio: "Per fare degli esempi, con una CILA è possibile realizzare: manutenzione straordinaria per il ripristino delle facciate, frontalini, intonaci, grondaie, canne fumarie, cornicioni, muretti di recinzione di un palazzo, anche storico (quindi con obbligo della relazione paesaggistica per la soprintendenza, quindi predisposizione di rendering, foto inserimenti etc. etc.), con verifiche delle regole del piano colore della città, verifiche di regolarità urbanistica dello stato di fatto, con verifiche termiche alle pareti perimetrali etc.; è possibile sostituire impianti termici, elettrici, idrici e pavimentazioni, intonaci di un appartamento, interessando anche il problema termico e i relativi calcoli energetici, con predisposizione del progetto e deposito delle canne fumarie, con progetto e deposito dell'impianto elettrico quando si superano i 200 mq o i 6 kW di potenza impegnata, con la predisposizione del progetto dell'impianto termico etc; è possibile spostare vani in tal caso si devono predisporre verifiche delle norme di attuazione del PRG, verifiche della normativa igienica locale e nazionale, e variazioni castali etc; è possibile ristrutturare il tetto di un edificio con la predisposizione di verifiche e calcoli termici, calcoli delle pendenze in relazione al tipo di impermeabilizzazione, con il dimensionamento camera di ventilazione, con le verifiche di sicurezza e veridiche dei sistemi di fissaggio su legno, calcestruzzo o acciaio, con verifica del tirante d'aria secondo la norma UNI etc; ogni intervento di manutenzione straordinaria che fosse realizzato da più di una impresa deve aver il progetto della sicurezza realizzato ai sensi del d.lgs 81/2008, ogni progetto di manutenzione straordinaria deve a vere a corredo il progetto di calcalo del ponteggio quando questa superi i 20 metri o quado la configurazione geometrica sia di notevole importanza e complessità in rapporto alle dimensioni ed ai sovraccarichi, (art.32 D.P.R. 7/01/1956 N.164 e ss.mm.ii.) etc.".

Per scaricare il mansionario clicca qui.

Nonostante l'utilità dei modelli unici nazionali, il messaggio inviato dal Ministro Madia sminuisce ancora una volta il ruolo delle professioni tecniche, questa volta poste a ruolo di semplici"prestatori di firma" piuttosto che soggetti che svolgono un'attività sociale che impatta non solo sulla immagine del Paese ma anche e soprattutto sul suo decoro e sicurezza. Ma cosa ci aspettiamo da un sistema politico che da quasi un decennio ha avuto come unico scopo quello di mortificare le libere professioni non comprendendone minimamente il significato?

Un nuovo punto di riflessione l'ha offerto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi che, commentando quanto accaduto in Sicilia nei pressi del viadotto Scorciavacche, ha affermato "L'Anas mi ha informato che, nell'esercizio delle sue funzioni di alta sorveglianza, ha chiesto con la massima urgenza alla ditta costruttrice la sostituzione del direttore dei lavori del lotto della Palermo-Lercara Friddi nel quale è ricompresa la variante dove il 30 dicembre scorso si è verificato il cedimento del rilevato di accesso al viadotto Scorciavacche".

Lascio a voi tecnici il commento a questa dichiarazione, anche se francamente penso si commenti da sola e sia abbastanza significativa del livello di conoscenza del sistema politico italiano e dei motivi che stanno conducendo questo Paese alla rovina.


Fonte: Lavori Pubblici.it, leggi QUI.